“So dove trovarti, luna, / ma preferisco non cercare sul calendario/ le faccine mezze piene o piene./ Voglio invece esser colto di sorpresa/ appena passata la curva in salita,/ spiarti dietro i rami del cipresso/ scaldarti col fumo della mia preghiera”.
S’intitola “Sotto fasi lunari” la quarta raccolta poetica del modenese Giorgio Casali, pubblicata nel 2013 da Incontri Editrice nella Collana Poesia. E poesia e musica sono le passioni del giovane autore – è nato nel 1986 – che è anche speaker di Radio Antenna 1.
Molte liriche traggono spunto dal mondo della musica, con citazioni di concerti, come per esempio in “Due biglietti” o di gruppi musicali, come in “Rex il cane”, “Amnesiac” e “Polly Jean”.
“Ed ora si può andare a dormire/ l’hanno messa alla radio la canzone/ nello spazio richieste della sera” da “Vibra”.
L’universo femminile è presente in modo garbato e talvolta appena allusivo: si tratta di “bionde visioni”, che evocano sempre un senso di nostalgia.
Ma accanto ad istantanee del paesaggio modenese, a citazioni musicali e ad evocazioni della letteratura del Novecento – da Camillo Sbarbaro a Gianluigi Sacco e Andrea Salieri, tanto per citarne alcuni – dobbiamo parlare di colei che è protagonista incontrastata dell’intera silloge, ovvero la luna. Il nostro satellite infatti è ritratto e citato in quasi tutte le liriche che compongono questa raccolta. Si tratta quasi sempre di una luna “piena” e benevola, che, con il suo ciclo di fasi, regola anche la vita dell’individuo. Certo, Casali ammette che una volta i nostri nonni vivevano in campagna e sapevano tutto, mentre invece “Noi non sappiamo più niente/ delle fasi lunari e del vino”.
La luna, che per secoli ha ispirato i più grandi poeti, fa da silente spettatrice alle dissertazioni dell’autore, allorquando egli affronta tematiche che coinvolgono tutti: le donne, la fede, la notte, la morte e le preghiere grazie alle quali affrontare tutto.
Sono componimenti brevi, quelli di Giorgio Casali, atti a catturare l’emozione del lettore in un unico momento. Scarsa è la punteggiatura, con la creazione di qualche neologismo fra le strofe.
Tali versi sono intervallati da brevi testi di prosa poetica, che diventano parte integrante della narrazione. Le poesie sono disseminate di date: giorni importanti da celebrare o da ricordare tristemente. Si evince che la poesia di Giorgio Casali – un autore che evidentemente ha il dono della sintesi -, non sia futile diletto di chi la scrive, bensì abbia il compito di dire sempre la verità, al fine di potersi porre al servizio dell’uomo.
Sono sentimenti ed eventi appena evocati, disseminati qua e là di riferimenti. Al lettore è lasciata la libertà di interpretare i fatti, facendo sì che giunga solo l’immediatezza dell’emozione. E ad esempio vorrei citare la poesia “Finché morte non ci separi”, dove l’autore dà prova del suo essere “urbano” paragonando una sposa, che si evince aver subito un incidente mortale, ad una strada – Casali parla anche di cavalcavia e di ostacoli stradali artificiali.
“Sembrava tutto uguale ma non sapevi/ della stradella in campagna dopo Corlo/ che dritta a curve ti porta a Marzaglia/ dove l’anno scorso un centro sociale/ venne abbattuto dalle ruspe dello stato./ Appena asfaltata la strada tra le vigne/ nuova davvero come una sposa/ che non teme di promettere per sempre”.
Abbozzare, far capire fra le righe attraverso citazioni dirette, ma al tempo stesso mai banalizzate dal loro essere plateali, credo sia il punto di forza di questo autore. Il continuo appellarsi alla luna, il suo essere poeta sempre attuale e senza tempo.
Written by Cristina Biolcati