‘O Mae’ – Storia di judo e di camorra di Luigi Garlando, lo sport contro la camorra
Decidendo di non voler scrivere una semplice anteprima per questo libro, sia perchè è già disponibile e sia perchè volevo scrivere qualcosa di più approfondito, ho deciso di inaugurare una nuova rubrica nella quale parlerò di libri che hanno catturata la mia attenzione per un motivo o per un altro.
In questa prima puntata di Sotto i Riflettori vi presenterò un romanzo per ragazzi dedicato allo sport, quello sano e giusto che non solo insegna il rispetto di se stessi e delle regole ma anche il vivere civile nella società.
‘O Mae’ – Storia di judo e di camorra di Luigi Garlando
Per parlare di camorra, sport, riscatto Una storia di sport e legalità, ispirata alla figura del maestro di judo Gianni Maddaloni e alla sua palestra di Scampia
’O Maé. Così mi chiamano i bambini di Scampia. Così mi chiamano i giovani che vivono ai margini della legalità. Sono un maestro di judo. Un combattente sul tatami e nella vita. Un padre per tutti i ragazzi che nella mia palestra cercano un’alternativa a una strada che per loro sembra già tracciata. Un padre e un allenatore di campioni. Nel 2000 mio figlio Pino ha vinto la medaglia d’oro di judo alle Olimpiadi di Sydney, ed è diventato un simbolo. Questo libro è un grande messaggio di speranza. Anche se i personaggi hanno nomi di fantasia, le loro storie sono vere. Storie di sofferenza, di amore e di vittorie sociali. Storie che raccontano la vera Scampia. (Gianni Maddaloni)
Filippo ha quattordici anni e un destino segnato. Abita a Scampia, dove suo padre, prima di finire in carcere, era potente e rispettato. Suo fratello Carmine, infatti, detto il Ninja, sta già scalando ‘o Sistema e, con la sua tuta nera dell’Adidas e il pitt bull da combattimento, in poco tempo è diventato il fedelissimo del boss Toni Hollywood. Filippo passa le giornate a fare la sentinella alle Vele dove, se vede arrivare una macchina sospetta, canta Maradona è meglio ‘e Pelè e i venditori di sogni si dileguano con la loro merce. Un pomeriggio, però, suo zio gli chiede un favore: vuole che lo accompagni alla palestra di judo di Gianni Maddaloni, l’uomo che nel 2000 ha portato suo figlio Pino a vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Sidney. Per Filippo, abituato a sfidarsi a testate in mezzo alla strada, quei ragazzi che combattono in “pigiama” all’inizio sembrano ridicoli. Con il passare del tempo, però, si appassiona al judo e impara a guardare le cose in modo nuovo. Impara che cadere è solo il primo passo per rimettersi in piedi, che nello scontro il compagno ti aiuta a diventare più forte e che chi sa combattere può scegliere di non combattere. E presto Filippo è costretto a scegliere tra il clan di Toni Hollywood e quello dei Maddaloni. Tra la vasca di marmo nero a forma di conchiglia che ha visto nella villa del boss, e i fenicotteri che un tempo popolavano il parco e che i “guerrieri in pigiama” promettono di riportare a Scampia. Perché, come dice ‘o Mae’, il destino non è un’ombra legata al piede. È solo un chewingum sotto la scarpa. Se uno vuole, se lo stacca.
Luigi Garlando
Giornalista de “La Gazzetta dello Sport”, è autore “fuoriclasse” della serie Gol! Con il Battello a Vapore ha pubblicato anche Mio papà scrive la guerra, vincitore del Premio Cento 2005, Un leone su due ruote, scritto insieme ad Alessia Cruciani, e nella Serie Arancio Da grande farò il calciatore e La vita è una bomba!
Punto di riferimento per i ragazzi del quartiere, la palestra è situata in viale della Resistenza a solo 200 metri dalle Vele di Scampia, è guidata dal campione e tecnico della nazionale Pino Maddaloni da anni impegnato con la sua famiglia contro la camorra attraverso uno sport sano come il judo: «Ancora una volta il centro sportivo lancia un messaggio di sfida alla faida.», ha detto Pino Maddaloni.
Recupero dei giovani, insegnamento delle regole di vita e non dei clan, inserimento sociale. Tanti gli insegnamenti quanto i ragazzi ed i bambini che grazie al lavoro di Pino Maddaloni si creano uno scopo di vita lontano dalla mala-Scampia, quella parte di quartiere rovinato e ghettizzato a causa dei suoi malviventi.
Molti ricorderanno il film TV L'oro di Scampia che ripercorre, con nomi diversi, le vere vicende del campione olimpico, ma ancora una volta i mezzi di comunicazione, come la TV e l'Editoria cercano non di porre un freno alla camorra, ci vuole ben altro, ma con toni delicati ma soprattutto umili ed onesti di rappresentare una storia positiva vera e di speranza, una storia di una vita che può sfuggire alle sfide di camorra per le sfide oneste che propone lo sport.
Non è la prima volta che lo sport lotta apertamente conto le mafie, molti ricordano le palestre come quella di Scampia aperte nel casertano per allontanare i giovani dalla malavita o ancora le tante manifestazioni promosse dallo sport, non ultima quella della Nazionale di Calcio Italiana, che si propongono attivamente di fare da manifesto ai giovani di oggi e di proporre una alternativa sana e corretta alla vita 'di strada'.
Questo è un argomento a me molto caro, sarà perchè sono campana e vivo personalmente queste tematiche ma credo che libri come questo siano davvero imperdibili anche per chi è più grande come lo sono io, perchè non si smette mai di imparare e una lettura di speranza come quella proposta da Garlando sono sicura possa essere piena di buoni esempi e di voglia di vivere e ricca di buoni esempi.
Sicuramente ritornerò per proporvi la recensione.
- A presto Susi