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AA.VV Rayuela EditoreDalla prefazione di Erri de Luca: i versi di questa raccolta somigliano a onde, stanno in una corrente che accompagna. Mettersi è il verbo di chi deve andare allo sbaraglio di un’emigrazione: mettersi nel viaggio. E’ carovana, pista nel deserto, in mani di mercanti di persone. Sono i peggiori: di qualunque altra mercanzia avrebbero premura di custodia e consegna. Il corpo umano è diventato la più redditizia delle merci. Occupa poco spazio e pure se non sbarca, non arriva a destinazione, ha pagato lo stesso. Naufraga da invincibile. Non può essere fermata la spinta di chi ha smesso di aspettare. Ogni persona delle miriadi che si mettono nel viaggio, si stacca da un’oppressione e si sporge sul vuoto. Questi versi plurali, irregolari, non possono riempirlo, ma vogliono tenere compagnia alla vita sospesa dei viaggianti.
da SOTTO IL CIELO DI LAMPEDUSA
QUASI AD ESSER NOMI
Il vento trasporta i nomi
li gira li spira
e ho visto l’invisibile giro del mondo
la pioggia nei miraggi
il deserto e l’antica rosa dei mondi
che come vento mi attraversa
mi mischia e mi sottrae dalla superficie
quasi ad essere un niente
un’altra in un altro.
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