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Sotto il vestito niente

Creato il 26 settembre 2012 da Webnewsman @lenews1
Sotto il vestito niente

Lunch atop a skyscraper - datata 1932 -  ritrae undici operai con i piedi a penzoloni durante la pausa pranzo, situazione assai ordinaria. L'elemento straordinario è invece quello che sta sotto la trave d'acciaio: 800 piedi d'altezza misurati dall'agglomerato di grattacieli che spiccano sullo sfondo.

Ciò che viene da chiedermi è se l'autore dello scatto, Charles Ebbets, fosse ben legato o dotato di una qualche misura di sicurezza nello svolgere la sua attività? O forse, era anche lui libero da corde e catene, così libero da perdere l'equilibrio e volare verso l'asfalto?

Sicuramente era la sicurezza a mancare in quel periodo. Il Rockfeller Center di New York, è stato costruito sulle spalle degli operai che non possedevano altro che un cappello per ripararsi dal sole, una sigaretta per non pensare almeno per cinque minuti, e le mani per lavorare. Senza corde di sicurezza, imbragature, connettori, elmetti, scarpe adatte.

 Un altro tipo di sicurezza che languiva era quella economica: dal crollo della borsa di Wall Street sono passati solo tre anni, e il 1932 segna il cammino verso la ripresa, la speranza di uscire dalla crisi. E gli americani puntano lo sguardo verso il cielo azzurro dell'edilizia: vengono avviati imponenti progetti di costruzione come l'Empire State Building e per appunto il Rockfeller Center.

Alcune voci riportate dagli storici della Corbis Images, lo studio che detiene i diritti della foto,  dicono che l'immagine manchi di spontaneità in quanto commissionata dalla Rockfeller per far pubblicità al nascente Rca Building. L'unico particolare vero sembra essere la presenza dei lavoratori, anche se a oggi si conosce solo la loro nazionalità (irlandese) e non ancora la loro identità o la loro futura discendenza.

La vera valenza che questa fotografia vuole trasmettere a mio parere è quella comunicativa. E' la riproduzione più venduta di tutti i tempi, ha superato perfino i ritratti di Martin Luther King o Albert Einstein. E' stata utilizzata per poster, magliette, tazze, stampe, gadget acquistando così la notorietà di cui gode oggi.

Oggi come non mai assomiglia alla fotografia della nostra Italia. Dove ci sono migliaia di uomini e donne che non hanno né lavoro né sicurezza, e altrettanti migliaia che hanno un lavoro ma non la sicurezza.

La sicurezza di tornare e casa e l'indomani di avere ancora un impiego, la sicurezza di arrivare non alla terza ma almeno alla seconda settimana, la sicurezza di non diventare una morte bianca in più sul giornale, la sicurezza di non avere i polmoni carbonizzati da una sostanza nociva. 

E somiglia anche alla crisi che stiamo vivendo, al desiderio di superarla, perché alla fine abbiamo anche noi un sogno americano da realizzare.

L'unica consolazione che almeno ora quei undici operai sono al sicuro, sulla pellicola.

 

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