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Sotto la pelle – Michel Faber

Creato il 26 marzo 2013 da Ferdori

sotto la pelleSotto la pelle è il primo romanzo, a mio parere bellissimo, scritto da Michel Faber.

La storia raccontata rimane indefinibile per molto tempo: alla fine del primo capitolo abbiamo una ragazza che pattuglia una strada di grande comunicazione della fredda Scozia alla ricerca di autostoppisti maschi.

Nella mente del lettore sembra prendere corpo l’idea di una storia basata su sesso e probabilmente violenza; stasera niente di nuovo verrebbe da dire.

Il secondo capitolo aggiunge informazioni che invece di chiarire le cose, hanno l’effetto esattamente contrario.

Gli avvenimenti che si succedono nel corso di queste pagine non fanno che cancellare la prima impressione per lasciare spazio ad una vicenda che a questo punto potrebbe assumere una forma fantastica, fantascientifica oppure anche del tutto banale.

In ogni caso rimane indefinita perché l’incertezza e i dubbi riguardanti lo strano comportamento di Isserley non trovano un immediato riscontro a giustificazione di quelli che potremmo chiamare i suoi “reclutamenti”.

C’è evidentemente qualcosa di più che non conosciamo; forse un mondo intero che dobbiamo esplorare per entrare nella giusta ottica delle cose.

Cosa sono le Zone Nuove? Chi è veramente Isserley? Cosa succede in quella fattoria?

Le domande si moltiplicano e le risposte non arrivano ancora.

La quarta di copertina recita: “Impossibile aggiungere qualcosa sulla trama senza rovinare al lettore la più sconvolgente delle sorprese”, perciò nessuna anticipazione.

Certo è che basta arrivare al capitolo numero cinque, vale a dire appena un terzo del libro, per ritrovarsi immersi in una storia drammatica e surreale dove le pecore intraviste nella semioscurità potevano quasi assomigliare a dei piccoli di umani, mentre i vodsel sono perlopiù frenetici ed eccitabili.

Ma chi sono questi vodsel? O sarebbe meglio dire cosa sono?

Bisogna leggere Sotto la pelle per scoprirlo.

I vodsel non sapevano fare nessuna delle cose proprie degli umani. Non potevano siuwil né mesnishtil, non avevano il concetto di slan. Nella loro brutalità non si erano mai evoluti abbastanza da usare l’hunshur; le loro comunità erano così rudimentali che l’hississins non esisteva ancora; né queste creature sembravano manifestare il bisogno di un chail e nemmeno del chailsinn.

Allora leggiamolo questo libro perché lo merita davvero per il suo differente punto di vista.

Think different diceva qualcuno una volta. Bravo Faber

Tempo di lettura: 7h 24m


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