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Anche autori contemporanei hanno deciso di pubblicare attraverso uno pseudonimo, per cercare di nascondere il proprio nome, ormai rinomato e acclamato, e provare a vedere quanto il libro avesse avuto comunque successo. Un buon modo per mettersi alla prova no? Ricordiamo per esempio Stephen King che nel 1977 si nascose dietro la falsa identità di Richard Bachman con la quale pubblicò “L’uomo in fuga”( particolare l’episodio di King che addirittura inventò una biografia per il suo alter ego nonché una foto), e infine J.K.Rowling che, dopo aver concluso la saga del famoso maghetto e pubblicato “Il seggio vacante”, attende l’uscita de “Il richiamo del cuculo” firmato sotto lo pseudonimo di Robert Galbraith. Quali altri pseudonimi conoscete? Necessità sociali, culturali, sessuali e discriminatorie hanno in passato portato diverse menti a celare il proprio volto dietro una maschera che avrebbe permesso loro di uscire allo scoperto sotto mentite spoglie. Una necessità meno incidente invece è quella che spinge oggi gli autori a pubblicare senza essere riconosciuti: c’è chi, essendo magari alla prima pubblicazione e temendo di essere completamente stroncato dalla critica, decide di affidare tutti i fallimenti all’alter ego, riservandosi altre possibilità; chi decide di mantenere l’anonimato per non scoprirsi troppo avendo riversato molto di se stesso all’interno del romanzo e chi decide di divertirsi nell’ambito della invenzione-finzione, e chi vuole rimanere all’oscuro, celato dietro quella porta socchiusa da cui si scorge tutto e nulla. E poi ci sono gli autori famosi che vogliono sentirsi liberi, vedere quanto valga il loro nome o il loro talento. Significativo è per l’appunto il caso della Rowling che, non soltanto è stata inizialmente rifiutata, ma ha anche notato una scarsa vendita delle copie del romanzo, salita poi alle stelle dopo essersi rivelata. A questo punto sorge spontanea una domanda: quanto vale il nome? Quanto ci influisce nell’acquisto e nella lettura di un romanzo? Rischia di annebbiarci gli occhi, di farci lodare un libro che invece ha poche qualità e di scartare libri che forse valgono di più ma i cui autori sono appena usciti dall’involucro, ancora sconosciuti nel mondo editoriale? Nome o libro: aperta la sfida.
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