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Sotto un’altra luce

Da Gabrielederitis @gabriele1948

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Martedì 15 maggio 2012

CAMMINARSI DENTRO (387): Sotto un’altra luce

 

 I colori della Terra Santa

L’umano sentire, tutto il nostro sentire, che è fatto di emozioni e sentimenti, stati d’animo transitori e vive passioni, è radice e fondamento. Non un mondo parallelo, un ‘privato’ da contrapporre a ‘pubblico’, ci viene incontro per farci assaporare la vita in tutte le sue pieghe e dare colore ai giorni, come se l’umano fosse altro, cose diverse da sangue e rossori, tripudi e spaventi improvvisi… Ogni nostro instante è palpito e turbamento, eccitazione o rasserenamento, abisso di disperazione o gioiosa letizia. Essere vivi non significa ‘semplicemente’ pensare, presumere di poter governare un mondo che immaginiamo ‘sottostante’ ma che è, invece, superficie e salda apparenza. L’esposizione ai colori del mondo – il mondo non è in bianco e nero! – dovrebbe metterci perennemente in condizione di restituire un variegato e multiforme mondo interiore, fatto di arabeschi colorati e di paesaggi intricati e sorprendenti. Alle forze che ci trascinano in basso, sottraendo la gioia ai nostri giorni, dovremmo sempre opporre le ragioni dei sensi, la dignità solenne dello stupore, l’inchino riconoscente al passaggio delle fanciulle in fiore, che ci dicono tutta la vita, l’apertura alla speranza e il passo di danza proteso in avanti.
E’ tempo di fiorire di nuovo. Le timide gemme che fanno capolino intorno a noi e dentro di noi non chiedono altro, soltanto fiducioso abbandono e rispetto per il barlume di letizia che si affaccia nell’anima. E’ tempo di uscire dall’uggia invernale. Non importa se chi doveva ha trascurato di innaffiare il nostro giardino. Provvederà il nuovo tempo che è nell’aria a darci piogge e sereno. E’ tempo di uscire.


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