Tanto si è detto, e tanto si è letto che Sottomissione, di Michel Houellebecq, appare già consumato. Un romanzo evaporato, e, dopo la strage di Parigi, un romanzo in fuga.
Eppure, a chi conosce e apprezza Houellebecq non sarà sfuggito la stoccata in realtà debole e a tratti improbabile.
Ma andiamo con ordine, Houellebecq è da tempo amato e odiato per il suo cinismo antifrancese, se nei romanzi precedenti attacca senza troppi fronzoli il trentenne fallito in Sottomissione travolge il quarantenne insoddisfatto, e inerme. Lo fa a modo suo, lanciando scoccate, caricando e poi ritirando.
Il romanzo è ambientato in un prossimo futuro, circa il 2020 – 2022, in una Francia governata dalla Fratellanza Musulmana assieme a una sinistra ridicola e ridicolizzata.
Il protagonista è una sorta di parassita universitario, capace di vivere alle spalle di una tesi per oltre quindici anni e di definirsi professore per una lezione a settimana.
Come spesso accade, il protagonista di Houellebecq è sul depresso andante, incapace di creare e mantenere relazioni affettive, anche sessuali, stupito ma non troppo di fronte a radicali cambiamenti, sconvolto dal velo imposto alle donne non tanto per il simbolo che questo rappresenta quanto per la sparizione di minigonne.
Probabilmente chi conosce e apprezza Joris Karl Huysmans amerà questo romanzo (protagonista della tesi del professore di cui sopra), il resto del pubblico rischia invece di rimanere indifferente.
A mio avviso il libro è troppo francese, molti attacchi e critiche dello scrittore si adagiano sulla cultura francese e si fatica a comprenderli. Il protagonista è talmente apatico da risultare antipatico e inconsistente, i coprotagonisti sono delle povere comparse, tranne il rettore Robert Rediger di cui sappiamo anche troppo.
Le donne sono solo puttane o devote sostenitrici del cambiamento. Praticano pompini incredibili, oppure spariscono sotto al velo. Nemmeno alla prima donna, quella sempre citata e amata, la mamma, viene dato spazio: muore quasi subito senza dare nulla al figlio né tanto meno al lettore.
In rete le voci perplesse e irritate si intuivano, recensioni negative, opinioni deluse. Eppure lo stile di Houellebecq continua a piacermi, ma la storia questa volta a mio avviso non regge.
Tacqui metodicamente; quando si tace metodicamente fissandole negli occhi, dando loro l’impressione di bere le loro parole, le persone parlano. Amano che le si ascolti, come tutti gli inquirenti sanno; gli inquirenti, gli scrittori, le spie.
Titolo: Sottomissione
Autore: Michel Houellebecq
Editore: Bompiani
Traduttore: Vincenzo Vega
Anno: 2015
Prezzo: Euro 17,50