“Johnson Junior dice che se uno fa i figli non deve nemmeno sognare di diventare matto, o di uccidersi, e mio padre e mia madre andavano presi lui a pugni, prima che si appendesse al soffitto, e lei a schiaffi, prima che impazzisse. Dice che non devo più pensare a loro, gente inerme nei confronti della vita. Dice che non siamo mai come ci vorrebbero gli altri. Possiamo dispiacercene molto, perfino morirne. Oppure accettare di essere al rovescio, come nelle filastrocche.”
Ma nonostante tutto è qui che ha trovato una nuova famiglia, forse un po’ disastrata ma ognuno dei componenti si occupa di lei: Anna, inguaribile romantica, e la figlia Natascia, Mr. Levi Johnson, violinista americano alla ricerca di amore e pace, il figlio Johnson Junior e suo figlio Giovannino, la mascotte del palazzo e il più saggio tra tutti.
Ancora una volta Milena Agus propone ai suoi lettori una storia all’apparenza negativa ma ricca in realtà di positività, speranza ed amore, ed anche stavolta ambientata a Cagliari.
Come al solito le descrizioni dei luoghi trasmettono il desiderio di recarcisi personalmente, di perdersi tra le vie dei quartieri più antichi e significativi di Cagliari, in quel quartiere della Marina in particolare dal quale è possibile scorgere le navi che attraccano al porto ed udire i gabbiani che popolano la città sarda.
Per non parlare poi delle spiagge del Poetto dove la protagonista del romanzo si reca spesso con il piccolo Giovannino.
Ed Alice proprio per questo motivo si sente al rovescio, come quell’Alice che finisce a testa in giù nel paese delle meraviglie. La sua vita è sottosopra, ma non esattamente meravigliosa, perché tutti gliel’hanno sempre fatto credere ed il suo unico desiderio non è altro che diventare una “bomba del sesso” come udiva enunciare dal padre che la madre la tradiva in quanto non abbastanza procace per lui.
Ma cos’è poi la normalità, se non quella sensazione di benessere con se stessi e con il mondo? Quest’ultimo è certamente il messaggio più profondo trasmesso da questo romanzo che si lascia divorare dalla prima all’ultima pagina lasciando una profonda commozione e la sensazione che la storia di Alice non sia poi così lontana dalla realtà.
Written by Rebecca Mais
Photo Cagliari by Rebecca Mais