In una pausa, nel presenziare la mostra fotografica, pila e macchina fotografica alla mano, ho fatto una nuova escursione nelle viscere di San Miniato.
La chiesa di San Jacopo e Lucia (San Domenico) fu consacrata nel 1330. A fianco di essa vi fu edificato un convento nel 1345.
I locali dove oggi è esposta la mostra fotografica, mia e di tre miei amici, ospitavano il frantoio del convento domenicano. Che, gestito poi da discendenze di privati, ha operato fino all'inizio degli anni '90.
Lo scorso sabato avevo scoperto che dietro una porta si apriva un grosso locale, fatto di colonne e volte, proprio sotto al complesso dell'ex convento di San Domenico.
Il locale scoperto, sembra essere stato riempito, ed il piano campagna rialzato notevolmente con terra e detriti di laterizi.
Lungo la parete interna si apre un cunicolo a volta.
Ci sono entrato dentro, ed ho scoperto un lungo corridoio lungo in quale si aprono numerose absidi scavate nel tufo, che quasi sicuramente ospitavano in passato sezioni di un magazzini di derrate e vivande.
Soprattutto vino ed olio, ma anche quegli alimenti che prima si tenevano a conservare nelle cantine, come carne sottosale, salumi ed insaccati.
Il corridoio è scavato nel tufo, e rinforzato con pareti ed archi in mattoni.
Il percorso è abbastanza rettilineo, ed in certi tratti si apre in sale più ampie.
Ad un certo punto, gira a novanta gradi verso un corridoio più stretto, che dopo pochi metri inizia a salire, per sbucare nel cortile del complesso conventuale, sotto il chiostro sul lato della strada, opposto alla direzione nella quale siamo entrati.
Su di un arco si notano degli isolanti in ceramica, che indicano che un tempo il passaggio era illuminato dalla corrente elettrica.
COMMENTI (1)
Inviato il 02 gennaio a 19:05
In quelle cantine ci sono stato da bambino, prima dei dieci anni, quando tutti i sotterranei della chiesa (quelli che fanno parte della scala angelica, quelli che mettevano in comunicazione con l'allora cinema Italia e questi cui si accedeva dallo scivolo del frantoio) erano uno dei dominii privilegiati dei ragazzi della banda della piazza (di San Domenico). Poi il portone sgangherato è rimasto chiuso, anche nella mia memoria, a custodire i suoi segreti per cinquant'anni. Grazie per averli richiamati in vita e grazie per le belle immagini.
Inviato il 17 gennaio a 09:16
molto interessante! penso che in un remoto passato fosse abbastanza "usuale" scavare degli "ambienti" sotto chiese e complessi monastici. Ricordo qualcosa di simile sotto la chiesa di Sant'Angiolo (al Palazzo Torto). Vasti ambienti scavati nel tufo, nicchie. Luce assente e temperatura costante. In guerra era utilizzata coma rifugio. In tempo di pace per conservarci ottimamente il vino del "prete"!!