Il piatto più conosciuto di Ikaria è indubbiamente il soufikò. Piatti simili li troviamo in tutto il paese, con nomi diversi. Sofegada, briam, tourlou, sono varianti dello stesso concetto: verdure miste in umido. Sono piatti nati per necessità, quando l'orto a tarda estate offriva poche verdure e quello che offriva lo si metteva insieme per sfamare la famiglia.Il nome soufikò che come spiega Diane Kochilàs, originaria dell'isola che nell'isola stessa ha avuto un ristorante, probabilmente deriva dall'italiano “soffocare”, vale a dire che le verdure soffocano dentro l'abbondante olio di oliva. Un'altra versione, come spiega sempre Kochilàs, vuole che l'origine stia nella parola “sou afika” che nell'idioma isolano significa “ti ho lasciato” a sottitendere che il piatto è talmente buono che bisogna lasciarne anche per gli altri.Per Kochilàs la preparazione del piatto è abbastanza laboriosa dato che prevede che ogni ortaggio venga salato e lasciato a perdere i liquidi di vegetazione separatamente, poi viene soffritto sempre separatamente e infine gli ortaggi vengono disposti a strati e cotti. Le credo sulla parola dato che di Ikaria indubbiamente sa tutto, ma per questa mia ho seguito quasi pedissequamente la ricetta presentata da Elias Mamalakis, cucinata da una donna dell'isola e sull'isola stessa.
Ingredienti:
- 1 melanzana
- 1 peperone giallo
- 3 patate di medie dimensioni
- una decine di taccole o altri fagiolini
- 2 pomodori maturi
- 2 cipolle
- 2 spicchi di aglio
- 3 zucchine
- 1 peperoncino rosso tritato
- abbondante olio evo
- 200 ml di vino rosso
- sale