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Souk Attanmia ripartire con i giovani e l'innovazione
Creato il 12 gennaio 2013 da ItalianidicartagineVengono con le loro speranze, sono giovani, per la maggior parte disoccupati, rappresentanto il caleidoscopio della nuova Tunisia che emerge dalla rivolta che due anni fa ha messo fine alla dittatura di Ben Ali, oggi liberi dalle pressioni e dalle influenze del vecchio regime. “Una dittatura che reprimeva non solo le libertà individuali, ma anche l’iniziativa economica libera” dichiara Douja Gharbi, imprenditrice e Vice Presidente di CONECT, una’associazione patronale nata dopo la rivoluzione e partner dell’iniziativa, oggi libera di esprimere il suo potenziale.
Per sostenere la realizzazione di questo progetto, unico nel suo genere in tutta l’Africa, venti partners, a partire dalla Banca Africana di Sviluppo, passando alla società civile, al mondo associativo, ma anche alle grandi imprese come Microsoft, Total, Tunisiana, terminando con i classici dello sviluppo, le Nazioni Unite (FAO, ILO, UNIDO, OIM), si sono lanciati in questo programma che offre non solo finanziamento ma anche accompagnamento per un anno. L’iniziativa Souk Attanmia si è dimostrata unica nella sua capacità di costruire una nuova forma di cooperazione tra partners pubblici e privati, e di creare un network che permette ai promotori di espandere i propri orizzonti, di entrare in contatto con organizzazioni internazionali e grandi imprese.
Tra i partners, nessun logo italiano. Tuttavia, gli italiani non mancano: Monica Carco, rappresentante residente dell'UNIDO (organizzazione specializzata nello sviluppo industriale) a Tunisi; Lorena Lando, rappresentante dell’organizzazione mondiale per le migrazioni (OIM). Italiano è anche il coordinatore dell’iniziativa, Emanuele Santi, economista incaricato della Tunisia presso la Banca Africana di Sviluppo. “Oggi la Tunisia ha bisogno di un rilancio economico per riuscire nella transizione politica” afferma, “ed attraverso questo iniziativa vogliamo mostrare che il paese ha il talento necessario per ripartire”. Fughe di cervelli o menti prestate alla cooperazione, queste voci italiane portano con sé la creatività e l’innovazione made in Italy.
È con questo spirito che alla Cité des Sciences salgono sul palco questi nuovi talenti, emersi tra circa 2.000 candidati con un'idea imprenditoriale, un progetto definito o un sogno nel cassetto. Chiunque necessitasse di una somma compresa fra i 5.000 ed i 15.000 Euro ha potuto ricevere un dono per cominciare la propria attività; per cifre superiori è stata facilitata la procedura di richiesta di un prestito, presso istituti di credito, utilizzando questo fondo come garanzia. La commissione di valutatori era composta da rappresentanti di ogni partner: “Tutti hanno contribuito a sviluppare l'idea” spiega Monica Carco, “e ogni partner contribuirá alla sua esecuzione a seconda del proprio settore di competenza”. Sarà Microsoft ad esempio a fare il coaching dei progetti nel settore informatico, mentre la FAO seguirà i progetti agricoli, Total i progetti ambientali ed energetici, etc.
Quello che finora colpisce di più, comunque, è l'enorme partecipazione della società civile, e soprattutto di quelle fasce della popolazione più svantaggiate, vero obiettivo del progetto. I giovani fra i 18 e i 34 anni rappresentano il 54% dei beneficiari, le donne sono un terzo dei candidati selezionati.
“Questi progetti faranno la differenza” spiega Federica Ricaldi, ultima firma italiana del team Soukattanmia, “grazie all’effetto leva, con 1 milione di Euro di sovvenzione, sono stati mobilitati circa 2 milioni addizionali, per un finanziamento totale di 3 volte la cifra iniziale”.
Non si vuole certo elogiare un progetto pilota che deve ancora dare i suoi risultati concreti, ma guardando alla passione e alla creatività con cui viene portata avanti, giorno per giorno, possiamo affermare che a qualche giorno dal secondo anniversario della rivoluzione verrà lanciato un segnale forte ad un paese che e’ ad un bivio storico. Costruire dal basso è possibile, e speriamo, insieme a questi 71 giovani, che il Souk At-tanmia lo dimostrerà a tutti noi.
A proposito del Souk At-tanmia : frutto di un partenariato pilota fra 20 rappresentanti delle organizzazioni pubbliche, delle imprese private, e della società civile, Souk At-tanmia consiste nell’identificazione, nel finanziamento, nell’accompagnamento dei progetti che mettono in valore i talenti, l’innovazione e lo spirito d’impresa al fine di creare impiego e reddito in tutte le regioni della Tunisia.
I partners : Banca Africana di Sviluppo (AfDB), Banca per il finanziamento delle Piccole e Medie Imprese (BFPME), l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), il British Council in Tunisia, la Banca tunisina di solidarietá (BTS), il Centro dei Giovani Dirigenti d’Impresa (CJD), Confederazione delle Imprese cittadine in Tunisia (CONECT), il il Dipartimento di Sviuppo Internazionale inglese (DFID), l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’agricoltura e (FAO), Microsoft, Business School mediterranea (MSB), l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), il programma delle Nazioni Unite industriale (ONUDI),il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD), Talan Tunisia, Total Tunisia, l’Associazione Touensa, Tunisiana.www.soukattanmia.org
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