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“Soul Kitchen” di Faitih Akin

Creato il 01 aprile 2011 da Cinemaleo

“Soul Kitchen” di Faitih Akin

2009: Soul Kitchen di Faitih Akin

“Soul Kitchen” di Faitih Akin
“Soul Kitchen” di Faitih Akin

Un film senz’altro piacevole che fa trascorrere due ore spensierate… ma il regista turco-tedesco ci aveva abituato a ben altro.

 

Se pensiamo a La sposa turca del 2003 o a Ai confini del Paradiso del 2007, che -trionfatori a Berlino e a Cannes- ci avevano emozionato e coinvolto come raramente accade, non si può non rimanere delusi da questo lavoro (Premio della Giuria a Venezia 2009) che segna una svolta nel regista (non più perfetta fusione di dramma e commedia ma solo commedia). Ritmo e dinamismo non mancano ma la sceneggiatura non brilla per originalità e inventiva e dà a volte l’impressione di girare a vuoto.

Scrive Edoardo Becattini:  “Faitih Akin ha compreso le tendenze del nuovo cinema della post-globalizzazione: le storie che intrecciano società multietniche, una regia dinamica, buona musica e un lieto fine sono destinate a vendere (e incassare) in tutto il mondo”. Un regista piegato ormai alle esigenze del mercato e alla ricerca del facile successo? La speranza è che Soul Kitchen sia solo una parentesi e che Akin ritorni presto a offrirci qualcosa di più sostanzioso (1).

Un plauso alla particolare e inconsueta fusione di musica (si passa dal funky al rythm & blues, dall’ hip hop al rebetiko greco…) e ai coloratissimi titoli di coda. Un «bravo» all’intero cast.

p.s.

Il film ha il merito di farci rivedere (ahimè in un brevissimo ruolo) la straordinaria Monica Bleibtreu che qualche anno fa ci aveva entusiasmato in quel gioiello di Quattro minuti.

note

(1) Eppure non sono poche le critiche entusiaste del film: “Un fibrillante caleidoscopio di situazioni, emozioni, avventure e risate cucinato da Akin come un fresco e speziato piatto misto” (Comingsoon), Una narrazione corale: e scorre che è un piacere” (la Repubblica), “In Soul Kitchen è presente tutta la freschezza e la perizia del cinema del regista turco-tedesco” (Movieplayer), Il film di Akin ha un ritmo da caterpillar della risata con trovate raffinate e/o dozzinali a incastro…” (Il Corriere della Sera), “…brillante e spiritoso” (La Stampa), “…il film più divertente, sorprendente e allegro del 66 Festival del cinema di Venezia” (FilmUp)

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