Source Code ( 2011 )

Creato il 29 ottobre 2012 da Bradipo
Un serafico Jake Gyllenhaal chiede alla sua partner Michelle Monaghan che cosa farebbe se sapesse che le resta meno di un minuto da vivere. E'questa la domanda che mi rimbomba nella testa alla fine dell'opera seconda di Duncan "non chiamatemi più figlio di David Bowie" Jones.
Un film che sicuramente gli appartiene di meno rispetto a Moon perchè l'ha già trovato scritto e preparato però dal canto suo ci ha messo il suo talento visivo per renderlo più accattivante.
Dicevamo della domanda del povero Jake: credo che passeremmo buona parte di quel minuto a imprecare contro la mala sorte più che a pensare a qualcosa di costruttivo.
Un minuto, sessanta miseri secondi.
Se per Nicolas Cage bastavano per rubare una fuoriserie qui non basterebbero neanche per cercare di scendere da un treno.
E invece bastano per diverse cose e si sa che una telefonata allunga la vita.
I cari vecchi,gloriosi paradossi temporali. In più ci mettiamo anche delle belle porte girevoli che non guastano quando si parla di destino.
Source Code è un film sempre in equilibrio sul filo del paradosso temporale di cui sopra, miracoloso per tre quarti (perchè nonostante rivediamo in continuazione i soliti 8 minuti la tensione viene mantenuta alta) ma poi si accartoccia proprio sul più bello.
Perchè spiegare tutto ma proprio tutto e regalare una salvezza inopinata che non fa altro che aggrovigliare inutilmente quanto visto prima?
Credo che sia lo scotto da pagare a Hollywood (la regola non scritta che il successo al box office passa necessariamente per il lieto fine) a cui il talentuoso Duncan non si è potuto sottrarre.
Il protagonista vive gli 8 minuti più sfiancanti della sua vita, gli 8 minuti della marmotta con bomba da disinnescare per salvare quelle poche centinaia di persone e impedire una catastrofe nucleare.
E questi 8 minuti della marmotta si susseguono senza requie nel film ma almeno Jones è molto attento a cambiare le prospettive e ad aggiungere nuovi piccoli particolari ad ogni giro.
Quindi la visione risulta sempre stimolante e ciò permette al film di elevarsi dallo status di giocattolone tecnologico meccanico e ripetitivo a fantascienza perlomeno ombrata del grigio delle cellule nervose.
Ma il regista si ferma un pò a mezza strada laddove Nolan ha rischiato il tutto per tutto.
Source Code rispetto agli scritti di Dick e a meccanismi perfetti come Inception fa la figura del figlio di un dio minore . Ma è un bel figliolo, visivamente sempre all'altezza nonostante sia girato in pochissime ambientazioni (e perlopiù in interni accentuando la sensazione di claustrofobia già presente nel film precedente).
Come in A serious man dei Coen è citato il paradosso del gatto di Schroedinger ma se nel film dei Coen il gatto non si sapeva se fosse vivo morto o X, qui il protagonista addirittura manda una mail a una presumibile dimensione parallela e si specchia in una scultura stile Arnaldo Pomodoro.
Una sfera metallica lucida che lascia presagire chissà quali scenari futuri per due che teoricamente dovevano essere già morti.
O forse è solo un'altra delle dimensioni parallele che compongono l'universo.
Source Code è un film dal budget ristretto ma che vince la battaglia contro la fantascienza tutta effetti speciali e niente cervello che viene dal cinema americano.Un action thriller che gioca di sponda con la fantascienza nutrendosi delle sue stesse suggestioni.Inoltre un protagonista perplesso come quello che ha e che non è malato di rambismo lo rende ancora più simpatico.
Il nuovo film di Duncan Jones è forse un passo indietro rispetto a un esordio fulminante come era Moon ma non la debacle che di solito si prospetta per i giovani autori reduci da un'opera prima di successo.
E'comunque un film che incuriosisce e tiene incollati alla poltrona. Anche se poi il retrogusto è amarognolo perchè ha il sapore di un'occasione mancata.

(VOTO : 7 / 10 ) 


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