[Recensione breve e misteriosa, con un lungo intervallo.]
Questo film è come una canzone con le strofe e il ritornello e le strofe sono fatte di un treno che va a Chicago e il ritornello è fatto del treno che esplode.
C’è Philip K. Dick che saluta sullo sfondo, sembra allegro. E c’è anche Poirot, girato di schiena. E Bill Murray un po’ cupo, che balla da solo.
E a un certo punto c’è una scena dove la tensione sale sempre più velocemente, è una scena chiave dove forse tutto sarà rivelato e tu sei interamente immerso nel film, sei accanto al protagonista, per qualche strano motivo sai che qualsiasi cosa capiterà a lui capiterà anche a te ecco, in quel momento lì improvvisamente le luci si accendono e sullo schermo appare INTERVALLO che così ci possiamo comprare i pop-corn la fanta i tacos con la salsina piccante, buoni, poi dopo un quarto d’ora di musica per ascensori il film ricomincia dove si era fermato, tranquilli tanto sicuramente non si erano impegnati per fare quella scena là, l’avevano fatta così, com’era venuta.
E poi esci dal cinema che sei pieno di domande e intuisci che ci sono molte cose che non hai capito, guardi indietro e vedi solo ombre, cammini piano piano che hai paura di inciampare.
È molto bello, quando succede.
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