Colter (Jake Gyllenhaal) è un soldato che fa parte di un programma governativo sperimentale per le investigazioni su un attacco terroristico. Si trova quindi costretto a vivere e rivivere, attraverso la tecnologia, la tragedia di un treno fatto esplodere da una bomba fino a che non riesce ad individuare gli attentatori. Ad aiutarlo nel suo viaggio attraverso il tempo e lo spazio ci sarà un ufficiale di collegamento (Vera Farmiga), mentre sul treno verrà supportato e s'innamorerà di una ragazza (Michelle Monaghan).Mh, che dire di questo "Source Code" di Duncan Jones, che dopo il notevole "Moon" (2009), prosegue la sua ricerca all'interno del genere fantascientifico-tecnologico, gestendo ottimamente un Jake Gyllenhaal circondato da un cast femminile (Vera Farmiga, Michelle Monaghan) ineccepibile e caratterizzato da un tocco di sensualità molto azzeccato nonostante il contesto futuristico? L'aggettivo che mi veniva in mente accostandomi ad una possibile recensione del film è: "raffinato". Sì, perchè questo regista inglese, nato a Beckenham, Kent, nel 1971, ha dalla sua una indiscutibile vena estetica che non diventa mai, tuttavia, manierismo fine a se stesso, ma che rimane invece molto coerentemente ben inscritta nel genere sci-fi che vuole rielaborare ed indagare . Nel caso di "Source Code" Jones riesce infatti nella mirabile impresa di rendere visivo un plot in stile Philip Dick, maneggiando un tema spinoso e difficile come quello del "salto quantico" temporale. Tema tanto più spinoso quanto più costretto dentro i limiti della scrittura filmica. Far rivivere ripetutamente gli ultimi otto minuti di vita di un uomo all'interno di un vagone ferroviario che sta per esplodere a causa di un attentato terroristico, senza risultare noiosi, implica per prima cosa avere per le mani una sceneggiatura pensata e scritta in modo ferreo e coerente, altrimenti si corre il rischio di buttar via rapidamente il famoso bambino con l'acqua sporca. Oltre alla sceneggiatura, occorre che anche tutti gli altri reparti relativi all'allestimento scenico facciano egregiamente il loro mestiere. Sto parlando naturalmente delle musiche, nonchè degli effetti speciali, della fotografia e, last but not least, del posizionamento della macchina da presa e dei suoi movimenti. Tutto quanto detto sopra fila liscio in modo quasi incredibile. Ad esempio Jones riesce con precisione certosina a generare un equilibrio perfetto tra sequenze a volo d'uccello in modalità steady-cam su panoramiche di Chicago e della soleggiata campagna circostante la città, e gli interni claustrofobici del laboratorio tecnologico dell'esercito in cui il soldato Colter (Jake Gyllenhaal ) si trova. In tal senso il film non risulta mai noioso o pesante, nonostante noi siamo sempre lì a rivivere con Colter i fatidici otto minuti. Jones riesce altresì a dilatare questi pochi minuti, arricchendoli ogni volta di piccoli ma nuovi particolari, e tali da farci riflettere sulla relatività del tempo e sulle modalità soggettive con cui lo percepiamo. Da questo punto di vista "Source Code", nonostante manovri un plot molto più stringato e secco, per esempio del nolaniano "Inception" (2010), risulta molto più fresco, leggero e visivamente ispirato dell'opera di Nolan. Contribuisce a tale risultato certamente anche la fotografia di Don Burgess, capace di calibrare le luci degli interni e degli esterni in modo delicatamente modulato. Le performance attoriali non fanno una piega e si sposano alla perfezione con gli sviluppi di una storia che valorizza il talento dei personaggi sulla scena. Jake Gyllenhaal ha in verità un pò l'occhio di triglia, e proprio per questo motivo non è mai stato il mio attore prediletto, tuttavia qui sa interpretare molto bene un soldato, senza inutili gravami eroico-statunitensi. Michelle Monoghan è molto brava proprio perchè è in grado di contenere una grande sensualità integrandola all'interno dell'environment freddo e tecnologico che la circonda. Vera Farmiga è notevole perchè misurata e precisa nel reggere i dialoghi con il povero Colter, catacombizzato per motivi professionali nello stretto spazio del laboratorio dove si trova a far da cavia. "Source Code": film che contribuisce ad arricchire di nuovi stimoli il genere fantascientifico, avendo poi il non secondario pregio di non cadere mai in stereotipie e associazioni incongrue ma pericolosamente in agguato, del tipo "Ritorno al futuro" o visioni di simile tenore. Molto consigliato.REGIA:Duncan Jones SCENEGGIATURA:Billy Ray,Ben Ripley CAST:Jake Gyllenhaal,Vera Farmiga,Michelle Monaghan,Jeffrey Wright,Russell Peters,James A. Woods,Michael Arden,Cas Anvar,Joe Cobden,Neil Napier,Gordon Masten,Craig Thomas,Susan Bain. FOTOGRAFIA:Don Burgess MONTAGGIO:Paul Hirsch MUSICHE:Clint Mansell PRODUZIONE:The Mark Gordon Company, Vendome Pictures DISTRIBUZIONE:01 Distribution PAESE:USA 2011 GENERE:Fantascienza, Thriller DURATA:93 Min
Colter (Jake Gyllenhaal) è un soldato che fa parte di un programma governativo sperimentale per le investigazioni su un attacco terroristico. Si trova quindi costretto a vivere e rivivere, attraverso la tecnologia, la tragedia di un treno fatto esplodere da una bomba fino a che non riesce ad individuare gli attentatori. Ad aiutarlo nel suo viaggio attraverso il tempo e lo spazio ci sarà un ufficiale di collegamento (Vera Farmiga), mentre sul treno verrà supportato e s'innamorerà di una ragazza (Michelle Monaghan).Mh, che dire di questo "Source Code" di Duncan Jones, che dopo il notevole "Moon" (2009), prosegue la sua ricerca all'interno del genere fantascientifico-tecnologico, gestendo ottimamente un Jake Gyllenhaal circondato da un cast femminile (Vera Farmiga, Michelle Monaghan) ineccepibile e caratterizzato da un tocco di sensualità molto azzeccato nonostante il contesto futuristico? L'aggettivo che mi veniva in mente accostandomi ad una possibile recensione del film è: "raffinato". Sì, perchè questo regista inglese, nato a Beckenham, Kent, nel 1971, ha dalla sua una indiscutibile vena estetica che non diventa mai, tuttavia, manierismo fine a se stesso, ma che rimane invece molto coerentemente ben inscritta nel genere sci-fi che vuole rielaborare ed indagare . Nel caso di "Source Code" Jones riesce infatti nella mirabile impresa di rendere visivo un plot in stile Philip Dick, maneggiando un tema spinoso e difficile come quello del "salto quantico" temporale. Tema tanto più spinoso quanto più costretto dentro i limiti della scrittura filmica. Far rivivere ripetutamente gli ultimi otto minuti di vita di un uomo all'interno di un vagone ferroviario che sta per esplodere a causa di un attentato terroristico, senza risultare noiosi, implica per prima cosa avere per le mani una sceneggiatura pensata e scritta in modo ferreo e coerente, altrimenti si corre il rischio di buttar via rapidamente il famoso bambino con l'acqua sporca. Oltre alla sceneggiatura, occorre che anche tutti gli altri reparti relativi all'allestimento scenico facciano egregiamente il loro mestiere. Sto parlando naturalmente delle musiche, nonchè degli effetti speciali, della fotografia e, last but not least, del posizionamento della macchina da presa e dei suoi movimenti. Tutto quanto detto sopra fila liscio in modo quasi incredibile. Ad esempio Jones riesce con precisione certosina a generare un equilibrio perfetto tra sequenze a volo d'uccello in modalità steady-cam su panoramiche di Chicago e della soleggiata campagna circostante la città, e gli interni claustrofobici del laboratorio tecnologico dell'esercito in cui il soldato Colter (Jake Gyllenhaal ) si trova. In tal senso il film non risulta mai noioso o pesante, nonostante noi siamo sempre lì a rivivere con Colter i fatidici otto minuti. Jones riesce altresì a dilatare questi pochi minuti, arricchendoli ogni volta di piccoli ma nuovi particolari, e tali da farci riflettere sulla relatività del tempo e sulle modalità soggettive con cui lo percepiamo. Da questo punto di vista "Source Code", nonostante manovri un plot molto più stringato e secco, per esempio del nolaniano "Inception" (2010), risulta molto più fresco, leggero e visivamente ispirato dell'opera di Nolan. Contribuisce a tale risultato certamente anche la fotografia di Don Burgess, capace di calibrare le luci degli interni e degli esterni in modo delicatamente modulato. Le performance attoriali non fanno una piega e si sposano alla perfezione con gli sviluppi di una storia che valorizza il talento dei personaggi sulla scena. Jake Gyllenhaal ha in verità un pò l'occhio di triglia, e proprio per questo motivo non è mai stato il mio attore prediletto, tuttavia qui sa interpretare molto bene un soldato, senza inutili gravami eroico-statunitensi. Michelle Monoghan è molto brava proprio perchè è in grado di contenere una grande sensualità integrandola all'interno dell'environment freddo e tecnologico che la circonda. Vera Farmiga è notevole perchè misurata e precisa nel reggere i dialoghi con il povero Colter, catacombizzato per motivi professionali nello stretto spazio del laboratorio dove si trova a far da cavia. "Source Code": film che contribuisce ad arricchire di nuovi stimoli il genere fantascientifico, avendo poi il non secondario pregio di non cadere mai in stereotipie e associazioni incongrue ma pericolosamente in agguato, del tipo "Ritorno al futuro" o visioni di simile tenore. Molto consigliato.REGIA:Duncan Jones SCENEGGIATURA:Billy Ray,Ben Ripley CAST:Jake Gyllenhaal,Vera Farmiga,Michelle Monaghan,Jeffrey Wright,Russell Peters,James A. Woods,Michael Arden,Cas Anvar,Joe Cobden,Neil Napier,Gordon Masten,Craig Thomas,Susan Bain. FOTOGRAFIA:Don Burgess MONTAGGIO:Paul Hirsch MUSICHE:Clint Mansell PRODUZIONE:The Mark Gordon Company, Vendome Pictures DISTRIBUZIONE:01 Distribution PAESE:USA 2011 GENERE:Fantascienza, Thriller DURATA:93 Min
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