Source Code - La mia pseudorecensione

Da Pkiara

 Che cosa faresti se ti restasse meno di un minuto da vivere? E se ne avessi solo otto?
 

La prima domanda la pone, per ben due volte durante il corso del film, Colter Stevens (Jake Gyllenhaal) a Christina Warren (Michelle Monaghan), sua compagna di viaggio su un treno destinato a non arrivare. Christina risponderà in due modi diversi alla stessa domanda, e voi come rispondereste? Colter, la prima volta che pone questa domanda, continua dicendo che chiamerebbe suo padre. Farei lo stesso anch’io: chiamerei a casa e non per avere un aiuto in stile “Chi vuol essere milionario”, bensì per sentire la voce di mio padre, mia madre e mia sorella un’ultima volta, ricordare loro che li ho amati tanto e che se, in alcune occasioni ho sbagliato o li ho delusi, mi dispiace e chiedo scusa. Forse dovrei dirglielo senza aspettare che mi restino solo manciate di secondi da vivere…
Gli otto minuti di cui sopra sono lo spazio temporale in cui Colter Stevens deve agire. Colter è un militare americano che pensa di trovarsi in missione a Kandahar, invece si sveglia in una capsula dove, attraverso una piccola tv, un’ufficiale con il volto di Vera Farmiga gli impartisce degli ordini. Deve trovare, grazie al Source Code che crea una sorta di realtà parallela – che dura, appunto, solo otto minuti -, il responsabile di un attentato terroristico che ha sconvolto la città di Chicago poche ore prima. Durante la missione, Colter (si) farà tante domande e scoprirà cose che forse avrebbe preferito non sapere nonché nuove potenzialità e funzionalità del Source Code sconosciute persino al suo inventore, un cinico e arrivista professore.
Il film è fantascienza pura, ma è anche un profondo attacco al sistema militare statunitense, a come i soldati siano considerati carne da macello. E’, anche, un inno a salvare l’attimo, in tutti i sensi, e a non credere nei limiti. Tutto è possibile se ci crediamo veramente e se, dalla nostra parte, c’è l’amore. Quello, l’amore intendo, vince tutto. Sempre. Soprattutto nei film americani.


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