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Southpaw

Creato il 02 settembre 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

southpaw-l-ultima-sfida-locandina-lowAltalena di stile ed emozioni

Aggressivo e brutale come il pugile che racconta, Southpaw miscela rabbia, emotività e drammaticità. Il risultato è altalenante, ma regge adeguatamente fino alla fine grazie alla versatilità di Jake Gyllenhaal.

Billy Hope è un campione indiscusso dei pesi massimi. Ha tutto ciò che può desiderare (soldi e una bellissima famiglia) e la moglie Maureen cerca di convincerlo che tutto ciò non durerà per sempre e che, di conseguenza, deve abbandonare la boxe. Ma prima che Billy possa mettere in atto la sua promessa, durante un alterco con il rivale Escobar, un proiettile vagante colpisce Maureen, che muore sul colpo. Billy perderà ogni cosa e dovrà ripartire da zero per tornare sul ring e sfidare Escobar.

Non si è di fronte a un film pienamente riuscito, eppure Southpaw ha dei pregi. Infatti nonostante dei momenti di stanca, che si concentrano nella parte centrale, la pellicola ben aderisce al ritmo della boxe, al carattere del protagonista (rabbioso e fragile) e si presta adeguatamente allo stile sporco, vibrante e convulso del regista Antoine Fuqua.

Southpaw è una storia di redenzione personale e sportiva, nella quale la figura del pugile Billy Hope (che passa dalle stelle alle stalle in un batter d’occhio) è non solamente centrale, ma anche metro di misura dell’intero prodotto. Difatti nel momento in cui il comportamento di Billy muta, Southpaw cambia insieme a lui; frenetico e brutale inizialmente, riflessivo e controllato successivamente. Tuttavia, come già anticipato, i difetti ci sono e risiedono nell’esasperazione drammatica e nell’eccessiva volontà di utilizzare cliché a non finire (come ad esempio “la boxe come palestra di vita”) in una parte centrale che giunge a scavare nelle profondità del dramma, riuscendo a cavarne solamente superficialità. È questo il demerito di una pellicola che quando vuole spingere sull’acceleratore ha le potenzialità per farlo, mentre quando rallenta e si ferma a pensare finisce per mostrare tutti i suoi limiti.

Capitolo Gyllenhaal: è intenso, versatile e credibile. L’attore americano è il vero motore della pellicola perché è in grado di affrontare tutte le sfumature del personaggio con convinzione e carisma.

Film dall’estetica hip hop e caratterizzato da una soggettiva disturbante (del personaggio e della macchina da presa), Southpaw tende costantemente all’eccesso e narra, in modo altalenante, l’autoflagellazione di un pugile, il suo calvario fino alla redenzione. Il punto è che si ha l’impressione che piuttosto che cercare di inventare qualcosa di nuovo Fuqua tenda a copiare e a rimandare ad altro. L’impresa di costruire qualcosa di nuovo era decisamente ardua, ma il tentativo era d’obbligo. Nonostante ciò, e venendo a patti con una convenzionalità di fondo (la pellicola è la classica parabola americana), Southpaw è un sufficiente intrattenimento drammatico, che picchia duro anche se non riesce a lasciare il livido.

Uscita al cinema: 2 settembre 2015

Voto: **1/2


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