Un fil rouge di natura culturale, misto a curiosità e istinto girovago ha disegnato il mio itinerario nella Francia settentrionale, da oriente verso occidente. Come di consueto, a dispetto di ogni buon proposito intellettual-chic, autentico alfiere di questo viaggio è stato lo stimolo eno-gastronomico e poi, espressione di atavica ansia predatoria e sciagurato istinto colonialista, l’acquisto, assai più simile ad una razzia, dei beni.
Perlopiù decisamente frivoli, eccoli qua: sono i souvenirs.
targhe metalliche pubblicitarie di vecchie réclames (è una specie di collezione)
stampo per il kugelhopf in ceramica alsaziana (non perché intenda sperimentarne la ricetta)
albero di natale di legno (nei viaggi invernali per gli oggetti natalizi è già tardi. Vanno raccattati d’estate)
campionario di birre alsaziane doc (pas mal)
delizioso pigiama, lilla e grigio, dai piccoli decori floreali
“L’atelier di Giacometti” (catalogo mostra del 2007)
foulard
appendiabiti in ferro battuto
Una…sospiro….borsetta colorata, oh…bellissima
Alcuni kg di pietre bianche e grigie, indebitamente sottratte dalle spiagge della Costa d’Alabastro (Côte d’Albâtre) - così come alcune piccole conchiglie insolite
librettini d’antiquariato sulla storia e sulle tradizioni alsaziane
Pralines varie, come i bon-bon al bergamotto di Nancy, i biscotti di Colmar, i cioccolatini di Strasburgo… (finiti da un pezzo, ovviamente)