Perché io lo dico da sempre che le convenzioni servono a sedare i moti della mente, che le regole sono dettami dettati dalla gente, altrimenti si chiamerebbero istinti senza avere i lineamenti di imposizioni. E poi le regole gravidano di divieti e i divieti, ancestralmente, mettono al mondo le tragressioni; è un albero genealogico che non vuole sentire ragioni. E dall’albero nascono le mele che inducono in tentazioni e conducono al peccato originale che si chiama così perché da subito si è cercato di sviare da una vita di clichè, banale come le perfezioni. Riflettendo, in fin dei conti in quel giardino ci ricordiamo di Eva che si è presa le responsabilità delle sue decisioni, partorendo la vita seppur con dolore; quindi la sovversione è donna e il timore è uomo. Con questo non voglio dire nulla, ma è la lingua italiana che pone queste distinzioni. Così come la forza e la rivoluzione, la parola e la reazione; l’uomo sarà cuore ma la donna è ragione; una donna che vuole ottiene, una donna che ottiene non teme, il potere vacilla se un’astuzia preme; non c’è vigore, non c’è regno che tiene davanti la seduzione che altro non è che una pozione di intelligenza mista a determinazione.