Warhammer 40.000 torna con un FPS sporco, pesante e senza compromessi. Dagli autori di E.Y.E. Divine Cybermancy, un titolo che riesce a catturare la giusta atmosfera, e promette un'azione intensa per 3 giocatori.
Articolo a cura di Francesco Serino
- Disponibile per:
- Pc
- PS4
- Xbox One
Francesco Serino ha videogiocato tanto e a tutto, posseduto due diversi Tamagotchi e abbandonato un Furby in autostrada. Mentre cresceva i pixel rimpicciolivano, mentre leggeva ha iniziato a scrivere. E ora eccolo qua, dopo un salto nello spaziotempo atterra su Everyeye, ma già da tempo è su Facebook, su Twitter e su Google Plus.
A ripensare a quante volte i videogiochi basati su licenze Game Workshop sono finiti male, mi sale il nervoso. Eppure, nonostante le continue delusioni, ad ogni annuncio eravamo sempre tutti lì: col naso attaccato alla pagina del magazine che stringevamo tra le mani, o appoggiati sullo schermo, per vedere e sognare meglio su info, immagini e video postati dal sito di turno. Ci hanno provato in tantissimi, compresa la stessa Game Workshop, che negli Anni'80 produsse un buon numero di titoli, alcuni anche molto interessanti. È il mondo di Warhammer, sia in versione futuristica che fantasy, ad essere stato più sfortunato. Di tanto in tanto, però, qualche sviluppatore è riuscito a cogliere nel segno, tirando fuori dal cilindro anche dei capolavori, come il Dawn of War di Relic Entertainment, o il più antico Space Hulk del 1993, firmato Electronic Arts. Dopo un periodo abbastanza triste, con tante uscite ma di poco conto, è Cyanide Studio ad azzeccare il giusto bilanciamento tra budget e passione, sviluppando la fedelissima trasposizione di Blood Bowl. Il gioco è prodotto da Focus Interactive, e vende oltre un milione di copie, abbastanza per oliare il portafoglio e convincere il publisher francese a commissionare altri due giochi: il primo è lo strategico Battlefleet Gothic Armada, il secondo è questo devastante Space Hulk Deathwing.
Piedi A Terra, Mazza Al Cielo
Devastante, esattamente, perché Deathwing è metallo impenetrabile, unghia incrostate di sangue di una mano che brandisce mazze sacre contro abomini spaziali. Deathwing è fumo di scarico, è sudore bollente che cola su schiene imprigionate in corazze meccaniche, tanto grandi e sgraziate da opprimere la visuale e il respiro, tanto grandi da garantire almeno la speranza. Un FPS, è anche questo Deathwing, ma non come tanti altri. La differenza è nella visuale, nell'armatura che limita la vista periferica, nei movimenti, nella struttura dei livelli, negli effluvi sparati dalle fauci di indecifrabili alieni. Il progetto è in mano ai giovani Streum On Studio, francesi anche loro, e mi ha subito lasciato di sasso. Anche senza un budget mostruoso, e nonostante il gioco sia ancora nel bel mezzo dello sviluppo, Deathwing ha già vinto una sfida: attirando immediatamente la mia attenzione con un' atmosfera straordinaria, e un gameplay che sembra non voler scendere minimamente a compromessi (questa è un impressione comune in tutti i giochi della line-up Focus Interactive, un segnale che punta dritto agli hardcore gamers vecchio stampo, e ci piace da matti). Per averne la certezza mi è bastato dare un occhio alla grande mappa del livello in corso, grande come tre stage di un normale FPS moderno. La cosa divertente, è che ho anche chiesto conferma agli sviluppatori: " ma quello è un solo livello?". La risposta è arrivata con un sorriso. In esplorazione si va insieme ad altri due soldati, anch'essi bardati in pieno stile space marine, ma l'IA potrà anche essere sostituita dai nostri amici, per una coop a tre giocatori che promette faville. Il combattimento è brutale, intimo; le armi sono sputafuoco slabbrate, volgari cannoni di potenza, mazze medievali e scudi benedetti da effigi di leoni dorati. L'esplorazione richiederà anche delle scelte: isolare intere sezioni della mappa grazie all'ausilio di pesantissime porte a tenuta stagna, oppure far esplodere alcuni elementi dello scenario per massacrare un'orda di nemici incattiviti, o ancora hackerare le torrette del sistema difensivo.
Di tanto in tanto sarà possibile aprire dei portali che ci riporteranno all'interno della nave madre della nostra compagnia di soldati, così da permetterci di modificare al volo la dotazione del nostro Space Marine.
Il gioco utilizza Unreal Engine 4, e sebbene nel dettaglio non sia poi così ricco, il colpo d'occhio è di quelli che colpiscono immediatamente. L'uscita su Pc è prevista nel 2016, ma le probabilità che arrivi a stretto giro anche su console sono molto alte.
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