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Space vampires

Da Paultemplar

Curioso horror/fantascienza diretto da Tobe Hooper nel 1985, Space vampires è un adattamento cinematografico del romanzo I vampiri dello spazio (The Space Vampires, 1976) di Colin Wilson, autore di innumerevoli opere di divulgazione su presunti atterraggi di extraterrestri sul nostro pianeta che avrebbero lasciato testimonianze come le piramidi ecc.
Un film detestato dalla maggior parte degli ammiratori del cineasta di Austin, a cui si devono pregevoli opere come Non aprite quella porta (1974),Quel motel vicino alla palude (1977) e Poltergeist – Demoniache presenze (1982), autore in questo caso di un film che parte bene e finisce male, utilizzando a piene mani una sceneggiatura i cui si trovano espliciti riferimenti ad Alien di Scott o al Dracula cinematografico.

Space vampires

Detestato perchè considerato (con molte ragioni) un film debole nella sua struttura e furbo proprio per l’utilizzo ( a tratti spudorato) di copioni dei film citati; da Alien Hooper prende di peso l’astronave terrestre che si imbatte in quella aliena mentre dal Dracula prende i classici vampiri che non succhiano sangue ma energia vitale.
Unica concessione e novità di un film che aggiunge anche sequenze alla Romero ed è tributario in qualche modo anche del primo Bava.

Space vampires

La storia inizia con un’astronave terrestre che viene inviata a studiare un manufatto alieno scoperto da studiosi terrestri nella coda della cometa di Halley.
La Churchill con al comando il colonnello Tom Carlsen e altri astronauti scopre all’interno di quella che è una gigantesca astronave aliena le bare trasparenti di tre esseri in tutto simili agli umani. Mal gliene incorre, perchè dopo aver trasportato le bare all’interno della Churchill per il personale di bordo iniziano i guai.
Che sono rappresentati proprio dai tre alieni che altro non sono che veri e propri vampiri spaziali alla ricerca di energia vitale da sottrarre alle vittime per poter continuare a vivere.
Da questa breve descrizione della trama si intuisce subito che il film di Hooper non presenta particolari motivi di interesse di innovazione di un genere, quello horror fantascientifico che ha avuto qualche piccolo gioiello che ha saputo coniugare non solo una storia piena di effetti speciali con un racconto credibile, ma anche tensione latente e un qualche messaggio sui rischi di incontri con civiltà aliene.
Il riferimento chiaramente è all’Alien di Ridley Scott, capolavoro del cinema di fantascienza contaminato dall’horror diretto dal grande regista inglese nel 1979, dal quale Hooper riprende di sana pianta l’espediente dell’astronave che si imbatte in una sua replica non umana. Ma se nel film di Scott la Nostromo incontra una specie aliena non antropomorfa dalle caratteristiche specifiche orribili (nascono da uova, sono mostruosi nelle sembianze e sono letali nella loro aggressività), in Space vampires la Churchill ha un incontro ravvicinato con una specie perfettamente identica a quella umana, tant’è vero che una aliena senza nome avrà una relazione appassionata con Tom Carlsen, unico sopravissuto della Churchill stessa.


Nel film di Scott, estremamente più cupo nella sua metafora sui pericoli dell’universo e sulla paura congenita della mente umana verso tutto ciò che non è corrispondente ai canoni conosciuti, tutto ruota avviluppato all’atmosfera lugubre e claustrofobica della lotta tra l’alieno e l’unica sopravissuta all’attacco degli alieni, Ellen Ripley mentre nel film di Hooper non vi è alcuna traccia di approfondimenti metafisici, in quanto tutto viene ridotto ad un’esplosione pischedelica di atti di vampirismo mescolati ad una spruzzatina furbissima di sesso come del resto testimoniato dal personaggio dell’aliena che gira completamente nuda per quasi tutto il film, seducendo con il suo corpo gli sventurati che incontra.


L’espediente di Hooper finisce per diventare l’unico vero motivo di interesse: quando c’è la May in scena tutto sembra acquisire un minimo di interesse insieme alle scene di “vampirismo spaziale” che lasciano le vittime incartapecorite e prive di energia vitale, destinate a diventare degli orrendi zombie che a poco a poco metteranno a soqquadro Londra.
Il vampiro che succhia energia è comunque una novità almeno gustosa; niente più canini affilati che si conficcano nella giugulare delle vittime ma un travaso di energia vitale che mantiene le tre creature aliene in vita.

Space vampires


Nel film ci sono sequenze gustose, come quella in cui la vampira aliena succhia l’energia ad un malcapitato che è entrato nella sala in cui è adagiata apparentemente priva di vita; un collega dell’uomo corre in suo aiuto ma deve passare attraverso diverse porte a vetri e quando arriva intelligentemente si avvicina alla vampira con il risultato di essere vampirizzato anche lui.
Altra sequenza che non passa inosservata è quella riservata al finale, quando Carlsen apprende della vera natura e della forma delle creature aliene dalla voce metallica dell’aliena donna, che racconta di aver preso la sua forma in base alle preferenze della mente di Carlsen stesso!
Aldilà di queste ingenuità più o meno volute, non è che il film annoi più di tanto; tutto sommato gli effetti speciali reggono anche se non sono lontanamente paragonabili a quelli di Alien, così come una certa tensione è latente nel film ed esplode anche se limitatamente con la vampirizzazione delle malcapitate vittime degli alieni.


Un discorso a parte merita la magnifica Mathilda May, che interpreta il personaggio dell’aliena seduttrice; a parte il fisico spettacoloso, la May riesce a dare un’aria di inumanità al suo personaggio, rendendolo simile ad un robot in forma umana. Poichè per larga parte del film gira nuda, lo spettatore non può non ammirare le grazie così generosamente esposte, che alla fine risultano essere uno dei pochi punti di forza del film stesso. L’attrice francese possiede un discreto talento e una sensualità prorompente che non passano inosservate.

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In ultimo, la regia di Tobe Hooper; il regista non appare particolarmente ispirato così come non convince molto la sceneggiatura del recentemente scomparso Dan O’Bannon, autore di opere molto più affascinanti come il citato Alien, di Dark Star o di Il ritorno dei morti viventi.
Buone le musiche opera di Henry Mancini, suffciente la fotografia di Alan Hume.
Un film non di certo indimenticabile che però ha dalla sua qualche freccia al suo arco; può valere una visione, sopratutto da parte di chi vuol disimpegnarsi al massimo e non intende lambiccarsi il cervello su sceneggiature complesse.

Space Vampires
Un film di Tobe Hooper. Con Steve Railsback, Peter Firth, Frank Finlay, Mathilda May, Patrick Stewart,Aubrey Morris, Michael Gothard, Nicholas Ball, John Hallam, Nancy Paul, John Keegan, Owen Holder, Peter Porteous, Jerome Willis, Katherine Schofield, Derek Benfield, James Forbes-Robertson, John Woodnutt, Christopher Jagger, Bill Malin, Jamie Roberts, Russell Sommers
Titolo originale Lifeforce. Horror-Fantascienza, durata 116 min. – Gran Bretagna, USA 1985.

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Steve Railsback    …     Colonnello Tom Carlsen
Peter Firth    …     Colonnello Colin Caine
Frank Finlay    …     Dr. Hans Fallada
Mathilda May    …     L’aliena Vampira
Patrick Stewart    …     Dr. Armstrong
Michael Gothard    …     Dr. Bukovsky
Nicholas Ball    …     Roger Derebridge
Aubrey Morris    …     Sir Percy Heseltine
Nancy Paul    …     Ellen Donaldson
John Hallam    …     Lamson
John Keegan    …     Guardia
Chris Jagger    …     Il primo Vampiro
Bill Malin    …     Il secondo Vampiro
Jerome Willis    …     Anatomo patologo
Peter Porteous    …     Primo Ministro
Katherine Schofield    …Segretaria del Primo Ministro
Jamie Roberts    …     Rawlings
Russell Sommers    … Ufficiale di navigazione

Space vampires

Regia     Tobe Hooper
Soggetto     Colin Wilson (romanzo)
Sceneggiatura     Don Jakoby, Dan O’Bannon
Fotografia     Alan Hume
Montaggio     John Grover
Effetti speciali     Apogee Productions Inc.
Musiche     James Guthrie, Henry Mancini, Michael Kamen.

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Claudio Capone: colonnello Tom Carlsen
Cristiana Lionello: L’aliena Vampira
Renato Cortesi: colonnello Colin Caine
Marcello Tusco: Dr. Hans Fallada
Gianni Bonagura: dottor Armstrong
Pietro Biondi: dottor Bukovsky

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Foto di scena della bellissima protagonista del film, Mathilda May

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Copertina americana del libro

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La copertina della VHS del film



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