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“Spaghetti all’Assassina” di Gabriella Genisi: a Bari il delitto è servito

Creato il 06 luglio 2015 da Alessiamocci

“Ci sono storie che cominciano dalle padelle, come i grandi piatti che raccontano una città. E per preparare degli spaghetti all’Assassina come si deve, occorre che la padella sia rigorosamente di ferro, comprata dal negozio di tegami a Barivecchia. Perché solo lì, a essere fortunati, ancora si trova”.

Chi ha detto che il Commissario, quello carismatico e con la “C” maiuscola, debba essere sempre “maschio”? Montalbano ha fatto scuola, questo è vero, influenzando un po’ tutti i romanzi “noir” che albergano nelle librerie moderne. Ma se invece vogliamo parlare della città di Bari, è tutta un’altra cosa. Lì “regna sovrano” il commissario Lolì, una donna sulla quarantina, dalla bellezza prorompente – lunghi capelli neri, quinta di reggiseno – e dallo spiccato sesto senso. Ma soprattutto, dal grande senso ironico e autoironico, che non guasta mai.

Sto parlando della protagonista del nuovo romanzo della barese Gabriella Genisi “Spaghetti all’Assassina”, un’opera uscita il 18 giugno 2015, edita da Sonzogno nella collana Romanzi.

Un connubio fra romanzo giallo e ricette di cucina che stuzzicano l’appetito, senza dubbio ben riuscito.

Lolita Lobosco, il commissario in questione, “la poliziotta più bella del Mediterraneo” è già stata protagonista di altri 4 romanzi della Genisi, tutti pubblicati da Sonzogno, che hanno appassionato i lettori e colpito in maniera positiva la critica.

Gabriella Genisi, per la sua creazione di continui neologismi – che in questo caso forse rasentano più il linguaggio vernacolare di una città che ha tradizioni antichissime e alle quali non rinuncia – , è stata definita la Camilleri pugliese. Per la proprietà transitiva, quindi, Lolita Lobosco altri non è che il nuovo commissario Montalbano in gonnella, di Bari.

Così come per i libri di Camilleri, in cui si avverte di avere a che fare con personaggi spassosi e carismatici, ma di avere dinanzi a sé un testo di non facile lettura, anche in questo caso, chi non è pugliese viene un po’ penalizzato e ci mette tempo ad “ingranare” con tutti quei termini dialettali di cui il testo è disseminato. Ma dopo un po’ di pagine, si diventa padroni della situazione, s’impara il meccanismo – quasi avessimo sposato Lino Banfi – e diviene “tutt’appòst”.

Veniamo alla trama. Colino Stramaglia è il gestore di un ristorante dove si fanno i migliori spaghetti all’Assassina: il piatto più famoso di Bari. Una mattina di maggio, lo chef viene ritrovato barbaramente assassinato nel suo locale. “Incaprettato”, secondo un rituale che potrebbe far pensare a motivi passionali, ma, ancor peggio, a richiami col mondo della mafia siciliana.

Lolita Lobosco, insieme al suo staff, dà inizio alle indagini, chiedendosi quale grave sgarbo possa avere commesso Stramaglia per meritare una fine del genere. Sicuramente, sul suo conto emergono particolari poco edificanti, ma solo qualcuno che covava un odio profondo può avere agito con tale crudeltà.

E mentre il lettore giunge a sospettare un po’ di tutti i personaggi chiamati in causa, poiché frequentatori del ristorante di Stramaglia, – un giovane cuoco algerino al cui fascino Lolita non rimane indifferente; una spogliarellista brasiliana con un segreto da nascondere e un capocameriere dall’aria truce – , il commissario si destreggia fra situazioni contingenti di amici, nuove conoscenze e ricette di cucina, che sono la sua grande passione.

“Spaghetti all’Assassina” mette in scena una donna che nella città un po’ chiusa e bigotta di Bari incarna un ruolo, e deve esserne sempre all’altezza, anche se nel suo privato è fragile e sola, come la maggior parte di noi. Lolita Lobosco ha un passato doloroso alle spalle che l’ha traumatizzata. L’uccisione del padre, anch’esso commissario di polizia, avvenuta sotto i suoi occhi quando era bambina, l’ha resa diffidente nei confronti del prossimo. Poco accomodante. Quel “cold case” che sempre la tormenta, ma non è mai stato risolto.

Nonostante questo, il commissario Lolì è una donna che non si perde d’animo, e che ogni giorno è in grado di “reinventarsi” la vita, come araba fenice che risorge dalle proprie ceneri.

Un libro divertente e ben congeniato, che consiglio di leggere, sia che conosciate già Lolita Lobosco, oppure no. Lo stile dell’autrice è diretto e coinvolgente.

Un romanzo che Gabriella Genisi dedica con lungimiranza “Ai miei lettori”, perché, come afferma nei ringraziamenti, “I libri sono una cosa bella, resa possibile dai lettori”.

Infine, il libro fornisce delle vere e proprie ricette di cucina per preparare tutti i piatti in cui si cimenta Lolita nel romanzo. Compresi i proverbiali “Spaghetti all’Assassina”.

Buona lettura a tutti, quindi, e buon appetito.

Written by Cristina Biolcati

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