Forse per capire la rabbia e il dolore di Massimo Troisi bisogna andare a San Giorgio a Cremano… Un aggregato ormai saldato alla città di Napoli, dove, in un un tessuto sub – urbano disordinato e degradato dalle infiltrazioni della camorra, esistono o per lo più resistono, una trentina di meravigliose ville barocche, una più bella dell’altra… sparse sul territorio… Erano “Le ville di delizie,” dove i signori del ’700 trascorrevano le villeggiature…
A San Giorgio Massimo nasce nel 1953 in una grande famiglia … 17 persone fra fratelli, nonni e zie… “Quando sto con meno di 15 persone mi sento solo…” seguiterà a dire una volta lontano da S. Giorgio a Cremano… Un’ infanzia serena col padre Capo Stazione e una assurda collezione di trenini elettrici che era l’immancabile befana delle Ferrovie dello Stato, ai figli dei dipendenti… Ma a 12 anni Massimo si ammala… Le febbri reumatiche gli cominciano a scassare il cuore… e da allora quel viso allegro da scugnizzo comincerà ad assottigliarsi…
Questo non gli impedisce di fare teatro… Nel suo gruppo ci sono Lello Arena, Nico Mucci, Valeria Pezzagiovani … Hanno un testo tutto scritto da
loro …”Crocefissioni d’oggi,” e una sala per le rappresentazioni..Il Teatrino dell’Oratorio… Al parroco, fanno leggere una versione depurata del testo, ma al momento della rappresentazione, il parroco li caccia dal Teatro… Gente che non si arrende, prendono allora in affitto un vecchio garage che tutti fieri chiameranno “Centro Teatro Spazio”, Rappresentano Eduardo e le Marionette, ma quando le cose si avviano bene, Massimo non ce la più…In America c’è un grande chirurgo… il Professor De Bakey, è uno dei pochi al mondo che può sostituire una valvola al cuore, ma le spesa è enorme… Quando tutto sembra perduto é un giornale a salvare Massimo… “Il Mattino” lancia una sottoscrizione e il cuore di Napoli salverà quello di Troisi a cui in America sostituiscono la valvola usurata.
Quando lui torna nel 1976 arriva il successo… Il trio Troisi, Decaro, Arena si chiama ”La Smorfia…” Altro che Freud…. A Napoli e dintorni ci sono i veri esperti che interpretano i sogni, li trasformano in numeri… che poi si giocano a Lotto… Un modo tutto Napoletano per risolvere i guai… Questo nome dell’antica tradizione l’ha voluto Troisi… Sono spettacoli di sketch comici con temi di attualità… Forse il più esilarante e il più famoso è La Natività che diventa l’occasione per parlare della mancanza di lavoro a Napoli… Ha preso ormai forma il personaggio di Troisi timido, impacciato, in sordina, irresistibilmente comico, Lello Arena è il cattivo e De Caro suona le più antiche musiche napoletane … . A Napoli lavorano al San Carluccio, a Roma al Brancaccio ed è lì che li scopre Gigi Proietti che li fa arrivare in televisione… Il successo a Massimo fa bene… Prende il sospirato - da suo padre – diploma di geometra e trova l’amore… una giovane e bella attrice che si chiama Anna Pavigliano… E’ la prima delle sue belle amanti che gli rimarranno tutte vicino anche quando non ci sarà più l’amore…
Era inevitabile l’arrivo al cinema… e “Ricomincio da tre ” sarà il trionfo di Gaetano, napoletano schivo,educato, ma che, nella sua logica fuori dai clichè, si ribella alll’etichetta dell’emigrante, con cui lo vogliono bollare, solo perché viene da Napoli… Arriva a Firenze con un candidato al suicidio, si innamora di Marta , scappa, ritorna. Forse il figlio che aspetta Marta non è il suo, ma la questione più importante diventa il nome da mettere al bambino in un dialogo da nuovissima commedia all’italiana, tutto fatto di surreali ragionamenti… Gaetano: “Ma mettiamo che questo figlio… cioè… mettiamo che io ‘sto figlio… Cioè, come lo chiameremmo? “ Marta: “Mah… io non ci ho ancora pensato. Massimiliano? “ Gaetano: “No no no no, per carità, quale Massimiliano!? No, guarda, lo chiamiamo. cioè… si se decide che ‘sto figlio è… cioè che può., cioè… io avevo pensato: Ugo… E’ propria perché accussì ‘o guaglione vene cchiù educato. “ Marta: “Ma perché? Massimiliano…? “ Gaetano: “Massimiliano vene scostumato. Cioè… niente, lo so… È proprio il nome che è scostumato. Perché Massimiliano… Per esempio, questo ragazzo sta vicino alla mamma… questo ragazzo si muove per andare a qualche parte? La mamma prima di chiamare Mas-si-mi-lia-no, il ragazzo già chissà dove è andato, chissà cosa sta facendo! Non ubbidisce, perche è troppo lungo! Invece Ugo, quello come sta vicino alla mamma e sta per muoversi: Ugo! Il ragazzo non ha nemmeno il tempo di fare un passo. Ugo!, e deve tornare per forza, perche lo sente, il nome. Al massimo, proprio… ecco… volendo lo potremmo chiamare Ciro. È più lungo, ma proprio per non farlo venire troppo represso… Però Ciro tiene il tempo di prendere un poco d’ aria… “.“Pensavo fosse amore e invece era un calesse” e’ la fine di un amore con le grottesche verità di Troisi sulla vita e sull’amore … Cecilia ha appena lasciato Tommaso… Lui si reca sotto casa di lei e la chiama al citofono… Lei non lo vuole far salire…
“Apri un momento… Senti sono in pantofole, con la vestaglia..E allora, mi fa impressione che stai in pantofole con la vestaglia? Ci spieghiamo un attimo, apri per favore…Dai, sono messa male, stavo dormendo, non voglio che mi vedi così, sono brutta…Sei brutta? Tanto mi devi lasciare mica ti devi fidanzare, meglio no, se sei brutta?”
Gli amici vogliono avvisare Tommaso che Cecilia ha un altro uomo… Abbiamo visto Cecilia, lei non stava sola.. stava insieme a uno.Uscivano dal cinema, parlavano, ridevano e scherzavano….Vabbè sarà stato un amico!… Stavano assieme, Tomma’, stavano proprio assieme .Noi ti diciamo la verità per il bene tuo…Chi vi ha chiesto niente, queste non sono cose che si dicono in faccia sono cose che vanno dette alle spalle dell’interessato. Sono sempre state dette alle spalle.
Le caratteristiche che dominano il personaggio di tutti i film di Troisi sono sicuramente la sua personale timidezza e il suo essere schivo, delicato e sempre un po’ fuori posto..Sono elementi che lui di film in film raffina e sublima nella sua ironia tutta speciale e nel suo modo di stare al mondo …
Di successo il successo finisce il breve tempo di Massimo Troisi col suo ultimo e struggente film ”Il postino,” dove il personaggio riesce a vincere e a superare la sua timidezza grazie al dono della poesia.
Succede nel 1994… Quando fa un controllo al cuore negli Stati Uniti… Si deve sottoporre a un nuovo intervento chirurgico, ma le riprese del suo nuovo film stanno per iniziare e lui rimanda…Il postino , girato a Procida e Salina , diretto da Michael Radford, è la storia di una insolita amicizia tra Mario, un umile portalettere e Pablo Neruda durante l’esilio del poeta cileno in Italia… Sarà l’amicizia col grande poeta che spingerà Mario a scrivere le poesie che non aveva il coraggio di tirar fuori… Troppo singolare l’analogia fra Mario il Postino e Massimo il suo interprete…
Mario morirà durante una manifestazione prima ancora che suo figlio nasca, Massimo riuscì a stento a terminare le riprese del film con enorme fatica, facendosi sostituire in alcune scene da una controfigura, poi morì nel sonno, nella casa della sorella per un attacco cardiaco, il 4 giugno 1994, 12 ore dopo aver terminato le riprese de Il postino.
Due anni dopo Il postino venne candidato a cinque Premi Oscar (tra cui uno per Troisi come miglior attore, una nomination per l’Oscar postumo), ma delle cinque nomination si concretizzò solo quella per la migliore colonna sonora scritta da Luis Bacalov.
Certo per Troisi non poteva mancare una delle più gustose pastasciutte napoletane … Semplice e raffinata assieme, nello stile di una grande ed elegante tradizione, che a lui sarebbe piaciuta…
SPAGHETTI CON LE VONGOLE VERACI AL VINO BIANCO
INGREDIENTI per 4 persone: 1, 200 kg di vongole veraci freschissime e non di allevamento, altrimenti è preferibile utilizzare i “lupini” varietà di vongole più piccole,ma altrettanto saporite. 400 grammi di spaghetti,1 mazzetto di prezzemolo, 3 spicchi di aglio, 100 ml di olio extra vergine di oliva, 150 ml di vino bianco secca , 1 cucchiaio di farina, pepe e peperoncino
PREPARAZIONE:
Fate spurgare almeno per 12 ore le vongole, coprendole a filo con l’acqua leggermente salata.
Dopodiché sul fuoco, ponete una padella larga e versateci l’olio, l’aglio sbucciato, un peperoncino, il vino bianco e per finire il cucchiaio di farina, che seve per addensare la salsa che si sta preparando e quindi rimescolando amalgamate il tutto.
Quando poi, il composto inizia a soffriggere, aggiungete le vongole, fate insaporire bene e spegnete il fuoco solo quando saranno tutte aperte. Dopo di chè estraetele dalle valve e rimettetele nel loro sugo, salvo 200 grammi circa che terrete come decorazione da porre in cima ai piatti con le loro valve.
Nel frattempo, mettete una pentola piena di acqua sul fuoco, salate a vostro piacimento e quando l’acqua è giunta a bollore gettate gli spaghetti.
Ed infine, una volta cotti, scolateli e versateli nella padella nella quale avete preparato la salsa e riportatela a fuoco vivo. Aiutandovi con le posate, lasciate che gli spaghetti si impregnino del condimento. Se occorre potete aggiungere un po’ di liquido della pasta e una volta spenta la fiamma, spruzzate di prezzemolo tritato. e guarnite con le vongole rimaste con le valve.