Magazine Cucina
Forse l' avrete intuito, in questo periodo ci piace la cucina orientale, cino-giapponese...ma non solo...in realtà ci diverte mangiare con le bacchette, e ogni occasione è buona per usarle!
Ecco allora la cena di stasera, semplice e veloce da preparare, sono i classici spaghetti di soia da ristorante cinese (senza però quel terribile retrogusto dato dal glutammato, che i cinesi mettono ovunque, e che poi ti si ripropone per tutta la notte!)
INGREDIENTI x 2:
- 3 nidi spaghetti di soia *
- 1 cipolla
- 2 spicchi d'aglio
- 3 carote
- 1 zucchina
- 1/2 cavolo cappuccio
- zenzero
- salsa di soja *
- 1 cucchiaio di miso (facoltativo)
In una padella larga (o se l'avete, nel wok), fate scaldare un filo d'olio; aggiungete gli spicchi d'aglio, la cipolla tagliata fine e fate sofriggere pochi minuti. Aggiungete le carote e le zucchine tagliate a filetti sottili (io uso una lametta speciale, tipo il pelapatate), il cavolo cappuccio tagliato fine fine e fate rosolare bene, tenendo mescolato. Abbassate ora la fiamma, aggiungete un mestolo d'acqua calda, lo zenzero, un filo di salsa di soja e fate cuocere per circa 5-8 minuti (essendo molto sottili le verdure sono pronte in poco tempo.
Nel mentre scaldate dell'acqua in una pentola; quando bolle gettateci gli spaghetti e fate cuocere per 5 minuti al massimo. Scolateli, metteteli nella padella con le verdure e fate saltare tutto insieme con ancora un filo di salsa di soja, o -se ne avete- 2 cucchiaini di miso sciolti insieme a un po' d'acqua calda.
Aggiustate con un po' d'olio e servite subito....buona sbacchettata!!
*Piccola precisazione: io indico sempre una generica "salsa di soja; il mio consiglio però è di non utilizzare la classica che si trova nei supermercati e nei ristoranti cinesi (quella col tappo rosso, per capirci). Prima di tutto perchè la soja con cui è fatta, non essendo biologica, di sicuro è OGM. Inoltre è più che altro una miscela di acqua e sale, poco salutare e dalla dubbia provenienza. Vi consiglio di usare o lo shoyu o il Tamari. Sono due varietà di salsa, una più leggera e una più intensa; le trovate nei negozi specializzati di prodotti naturali (NaturaSì, Mangiar Sano, Un Punto Macrobiotico). Sono entrambi a base di soia, frumento e sale, la differenze sta nella fermentazione: tre anni per il tamari, 12-18 mesi per lo shoyu. Entrambi sono ricchi di proteine vegetali, enzimi, vitamine e oligoelementi.
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