Il problema è che il vegetarianesimo non è insito nella nostra cultura, e la gran parte dei nostri parti vegetariani sono insufficienti, punitivi, poco gustosi, oppure cercano di replicare la carne con ingredienti come il seitan. Così ho pensato di rivolgermi a chi nasce nella cultura del vegetarianesimo, e ho rispolverato i ricettari di A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, vale a dire il fondatore degli Hare Krsna.
Ovviamente ho riadattato un po', in primis perchè loro non usano aglio e cipolla per motivi religiosi, e al loro posto usano l'assafetida, una spezia che assomiglia all'erba cipollina, e poi perché molte delle spezie sono difficili da reperire, ma con un po' di esperienza diverse erbette nostrane le sostituiscono egregiamente.
Nel piatto originale qui andrebbe il panir, vale a dire la cagliata fatta in casa, ma io ho preferito evitare e usare il resto per condire gli spaghetti.
Ingredienti: 3 pomodori perini ben maturi, 1 melanzana viola non troppo grossa, 1 pezzetto di zenzero fresco, 1 spicchio di aglio, qualche foglia di basilico, menta e prezzemolo, 1 peperoncino, olio extravergine, 1 cucchiaino di senape in grani, sale, 100 g di spaghetti di Gragnano.
Tagliare a pezzetti i pomodori, metterli in un pentolino con poca acqua, cuocere a fuoco medio per 15 minuti, scolare e passare al passaverdure.
Tagliare a dadini piccolissimi la melanzana, friggerla nell'olio finché è tenera e dorata.
Scolarla salvando l'olio e metterla da parte.
Rimettere l'olio in padella, aggiungere la senape, il peperoncino, l'aglio e lo zenzero tritati e rosolare finché la senape scoppietta, aggiungere la passata di pomodoro, le melanzane e le erbe tritate, regolare di sale e continuare la cottura a fuoco basso, senza coperchio, per 8 minuti.
Nel frattempo cuocere al dente gli spaghetti, scolarli, versarli nella padella col sugo, mescolare bene e servire immediatamente.