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Vecchiacci atto secondo.

Da Despin
Vecchiacci atto secondo.
Ecco a grande richiesta il proseguimento del mio post: Vecchiacci. Un post che ha riscosso un enorme successo di pubblico, e che è stato co-protagonista di un mirabile articolo pubblicato nelle pagine di un blog italiano di valenza diciamo "culturale".
Non cito quel blog, in quanto la Redazione di De Spin (composta, come sapete, da De Spin e i suoi amici quadrupedi) ha ritenuto tale blog neppure degno di citazione.
Un tale blog, legato ad una tale casa editrice, è stato  da codesta Redazione giudicato indegno, in quanto ha pubblicato due post a contenuto palesemente denigratorio ed offensivo.
Due post contenenti offese, insulti, manipolazioni, bugie e tentativi di ridicolizzazione nei confronti del sottoscritto e di altri blogger o commentatori di blog.
Contenenti offese e insulti vergognosi nei confronti dell'antispecismo, dell'etica animalista, del veganismo e vegetarianesimo, nonchè della cultura della non-violenza.
E nei commenti di entrambi quegli articoli un desolante panorama di ignoranza. L'apoteosi della difesa ad oltranza dell' ideologia del dominio e del massacro dell'essere umano nei confronti degli animali.
Se avessi scovato un articolo antispecista su qualche blog di caccia e pesca, non avrei potuto imbattermi in una tale carrellata di immorali schifezze, vomitevoli immonde porcherie verbali e intellettuali, di stile e di concetto.
Fa dunque così tanto schifo la razza umana?
Gli animali pensano di sì. Le mucche i tori e i vitelli prigionieri degli allevamenti intensivi pensano di sì. I maiali in toto pensano di sì. Gli animali marini in toto pensano di sì. I volatili e i roditori, le api e i bachi da seta, le pecore, i rettili, i cavalli pensano di sì. I primati dei laboratori di vivisezione pensano di sì. Gli elefanti le tigri e i leoni prigionieri negli zoo e nei circhi pensano di sì.
La mia professione è l'assistente domiciliare. Mi reco nelle case dei malati e degli anziani per aiutarli a lavarsi, vestirsi e svestirsi, e quanto altro. Sono un professionista sanitario diplomato.
Nelle mie competenze, rientra a volte il provvedere all'alimentazione dei miei pazienti (qui in Olanda si usa il termine "Clienti", in quanto la Sanità è totalmente privatizzata.). Se necessario preparo loro quello che desiderano. Per lo più panini imburrati con formaggio. Wurstels con patate. Gli olandesi, col cibo, hanno un rapporto piuttosto sbrigativo. Quelli che sanno cucinare sono davvero pochi. Per lo più scaldano al microonde piatti acquistati al supermercato, belli e pronti.
La vecchiaia. La malattia. Il dolore. La morte. I miei vecchiacci mi raccontano e mi mostrano queste cose. Si ride e si scherza anche tanto, per carità, ma queste sono le cose che per lo più vedo nei loro occhi
Entro nei loro appartamenti signorili e mi sposto dall'uno all'altro in bicicletta. Un lavoro difficile, duro e fantastico.
Cancro. Malattie cardiocircolatorie, patologie muscolari. Demenze, artriti, diabete. Morbi, sindromi, malattie mentali. E farmaci. Valanghe infinite di farmaci. Costosissimi supporti per la deambulazione. Letti ed apparecchiature di sollevamento super tecnologici.
Un'alimentazione vegana precoce avrebbe potuto evitare almeno il 70% di tutto questo? Le ricerche epidemiologiche che affermano e confermano questa tesi sono moltissime. Eppure questo è un discorso che a me non interessa affatto. Non è certo la loro salute che mi sta a cuore.
I vecchiacci certo li prendo in giro perchè mentre li accudisco faccio finta di amarli e rispettarli. E loro poverini ci cascano, mi elargiscono sorrisi baci e carezze. Mi raccontano dei loro coniugi scomparsi. Mi mostrano le foto sbiadite dei loro genitori. Mi riempiono la testa parlandomi delle loro sofferenze.
Per lo più sono rimasti soli, i vecchiacci. Aspettano il mio arrivo per essere lavati e scambiare quattro chiacchiere. Aspettano che inizi la loro trasmissione televisiva preferita. Aspettano la morte, chissà.
Comunque io li detesto per quello che nella loro lunga vita hanno fatto agli animali. Non li posso perdonare. Nella loro a volte centenaria esistenza hanno divorato centinaia di mucche, maiali, migliaia di galline, decine di migliaia di pesci. Tutte creature amiche mie. 
E lo hanno fatto per ignoranza e per indifferenza. Per niente altro.
Se uccidi i miei amici, mi dici come ti posso amare? Eh vecchiaccio, rispondimi, aiutami a trovare una risposta, dimmi qualcosa.
Se torturi i miei amici, se  li rendi schiavi, li costringi in gabbie, li porti al macello senza pietà, mi spieghi come porca puttana posso amarti?
Vecchiacci, quello che vi salva sono i vostri occhi. Quegli occhioni spalanacati pieni di spavento. Colmi di desolazione. Occhi sbarrati dal terrore, o chiusi strizzati dal dolore.
In questi vostri occhi vedo gli stessi occhi dei miei amici. Gli stessi occhi sbarrati dal panico degli animali condotti al macello. La stessa incredulità. Il medesimo drammatico inutile ridicolo desiderio di volere ancora vivere.
Gli occhi dei vecchi. Gli occhi degli animali. I miei stessi occhi. Non riesco a trovare differenza. Non riesco a vedere la differenza.
E così i cari vecchiacci continuano a ricevere immeritatamente le mie prestazioni socio-sanitarie.  
Assassini, cosa avete fatto ai miei amici.
Eppure all'alba di un gelido mattino fiammingo, eccomi ancora qui, ad inforcare la mia bicicletta.

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