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Spagna, a rischio il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

In Spagna, la legge che garantisce il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza subisce violenti attacchi dal 2010.

Il ministro della giustizia spagnolo, Alberto Ruiz-Gallardòn, sta preparando la terza proposta di riforma della legge sull’IVG. Se la proposta dovesse passare le patologie malformative fetali non costituirebbero più un valido motivo per ricorrere all’aborto. Né lo sarebbe la violenza fisica, e non è chiaro se con questo si intenda anche lo stupro.

Resterebbe solo la possibilità di abortire qualora un’équipe di medici riscontrasse il rischio di serie ripercussioni sulla salute psichica della donna derivanti dalla prosecuzione della gravidanza. Tuttavia è verosimile che la discrezionalità di tale opzione finisca per compromettere in maniera definitiva il diritto all’autodeterminazione della donna in un ambito tanto privato quale è l’interruzione di gravidanza.

L’ultima novità della riforma riguarda l’impossibilità di ricorrere all’aborto per le ragazze dai 16 ai 18 anni di età in assenza del consenso dei genitori o di chi ne esercita la potestà genitoriale.

Le associazioni femministe spagnole hanno già iniziato a mobilitarsi, minacciando il ricorso al Tribunale Europeo dei diritti dell’uomo.



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