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Il brutto anatroccolo è diventato cigno. La Spagna, per 80 anni inconcludente ed incapace si salire su di un podio iridato, ha saputo trasformarsi da eterna perdente a squadra bella e vincente. Il primo Mondiale della storia è giunto in un momento d'oro del calcio iberico, che già nel 2008 si era aggiudicato gli Europei. La 'Roja ', infatti, ha vinto con pieno merito, essendo ormai da un biennio la squadra migliore del globo, in ogni reparto. Quale selezione al mondo, infatti, può contare su una difesa formidabile come quella composta da Piqué e Puyol, su di un centrocampo forse tra i migliori della storia e su un bomber letale ed immarcabile come Villa?La Spagna ha trionfato con la qualità, con un possesso palla asfissiante e con delle imprevedibili e letali accelerazioni. Quello della selezione giallo-rossa, poi, è il successo di un progetto lungimirante, nel quale si è investito in maniera massiccia sui giovani, in modo tale da garantire un futuro aureo e non solo qualche gioia effimera. Talenti come Pedro, Fabregas, Iniesta, Silva e Busquests possono dar vita ad una vera e propria 'era spagnola'.Fattore da non trascurare, inoltre, è quello psicologico: gli iberici, dopo il trionfo europeo, capirono effettivamente quale era il loro immenso potenziale e compresero come qualsiasi obiettivo potesse essere alla loro portata. Da quel momento in poi, infatti, hanno inanellato una striscia impressionante di vittorie, culminata con quella attesa da una vita.La Spagna, dunque, entra in una nuova dimensione, sino ad oggi sconosciuta: ora tra le grandi del calcio mondiale ci sono anche le Furie Rosse.
Federico Militello
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