Nella prima giornata degli ottavi al Mondiale in Turchia la Serbia batte la Croazia e la Spagna si sbarazza della Grecia nella riedizione della finale 2006. Serbia e Spagna si afronteranno nei quarti.
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- La festa della Serbia. Ap
Serbia-Croazia 73-72
Un secondo per decidere la madre di tutti i derby. La Serbia batte la Croazia 73-72 con un libero a 1″ dalla sirena di Aleksandar Rasic, serbo “minore”, almeno fino a ieri, visto che, a 26 anni, è un debuttante in una squadra di ragazzini. A nulla servono i 14 punti nell’ultimo quarto di Marko Popovic, 7 negli ultimi 24″ dalla lunetta, per fermare la corsa della Serbia d’argento all’ultimo Europeo, che così supera gli ottavi ed entra nelle top 8 mondiali. Il migliore dei serbi è Nenad Krstic, che gioca nella Nba ad Oklahoma City, e che ha scontato in tempo le tre giornate per la sedia in testa tirata al greco Bouroussis. La gara prende subito la direzione della Croazia, grazie a Ukic e al giovanissimo talento Bogdanovic. Tomas marca Teodosic e lo annulla, solo Krstic fa i numeri pure contro l’ottimo Tomic. La Croazia tocca il +8 alla fine del primo quarto (19-27), ma subisce un 10-2 serbo tutto di Perovic, gigantone preso e espulso immediatamente dalla Nba, che in Europa sta trovando una dimensione anche se ha piedi lenti. Sul pareggio, arriva un nuovo colpo di reni di Popovic, ma la Serbia tiene a 9 punti gli avversari nel secondo quarto: 18 dei suoi 34 punti arrivano dall’area con Krstic e Perovic, l’1/10 da tre croato non aiuta. Nel terzo quarto, giocato con vantaggi minimi, ci sono 10 cambiamenti di leadership nel punteggio, si mettono in luce trevigiani di ieri e di oggi, Loncar e Markovic (ci sono anche Kus e Bjelica), va a +5 la Serbia con Rasic (59-54), recupera la Croazia con Popovic ma ormai la Serbia, piano piano, prende in mano la partita con Rasic e 4 compagni di 22 anni di media. E’ il più giovane, Macvan, ala di 20 anni, a realizzare la tripla che mette i croati sulla graticola a poco più di 3’ dalla fine (64-57). Sette punti in fila di Popovic tengono la gara in bilico, la difesa di Tomas su Teodosic annienta il giovane regista e al 39’ Banic riporta la Croazia ad un possesso di differenza (67-65). A 11″ dalla fine, il Popovic show porta addirittura al pareggio dopo un capolavoro di Tomas che ruba una rimessa serba (70-70), a -5″ ancora Popovic dalla lunetta segna (72-72). Rasic fa tutto il campo di corsa, Kus fa la fesseria di sbracciare e gli arbitri non possono non fischiare fallo. Passa la Serbia.
Serbia: Krstic 16, Rasic 15, Perovic 10
Croazia: Popovic 21, Ukic 11, Banic 10
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- Juan Carlos Navarro, 22 punti. Epa
Spagna-Grecia 80-72
La Spagna batte la Grecia 80-72 e quella che fu la finale del Mondiale di 4 anni fa diventa solo il viatico verso i quarti dove Scariolo affronterà la Serbia, come un anno fa nella sfida per l’oro all’Europeo. Lasciato a piedi dai suoi giovani leoni, Ricky Rubio e Marc Gasol, Sergio Scariolo ringrazia un decisivo Rudy Fernandez e tutta la panchina, fondamentale. Juan Carlos Navarro gioca con la schiena in disordine, segna tanto ma lascia il suo marchio indelebile solo alla fine. La Grecia, che non batte la Spagna dal 2003 (ha perso una finale mondiale e due semifinali europee) viene punita per il maccherone, l’aver perso apposta con la Russia per non incontrare gli Stati Uniti. Non immaginava che di fronte le sarebbe capitata la sua bestia nera e non la Francia. Scariolo deve presto rinunciare ai suoi big, Rubio, Navarro e Rudy troppo pigri se vuole cominciare a mordere la Grecia che col senese Zisis va avanti bene (11-17), nonostante Schortsanitis venga ripetutamente stoppato nell’area spagnola. Col secondo quintetto (comunque super: Lopez, Llull, Mumbru, Reyes e Vazquez) è un’altra cosa, anche perché Kazlauskas toglie Zisis, 10 punti nel primo tempo, subendo un 11-2 (28-21). Don Sergio prova a far entrare finalmente in partita il suo quintetto più pregiato, aiutandolo con un pizzico di zona, ma la Grecia è brava a nel servire il suo Baby Shaq dopo aver mosso la difesa allontanando le braccia di Gasol dal canestro e la gara è riaperta (30-29). Nuovo 7-0 di talento della Spagna, e il coach lituano si schiera con tre playmaker e due pivot: tatticamente la gara diventa sempre più intrigante anche perché la Grecia, la squadra che aveva tirato più volte da 3 nel Mondiale, nel primo tempo ci prova solo tre volte senza successo. La ripresa è un deja-vu: la Spagna si ripresenta col quintetto base, e subisce un 7-0 (37-38) perché Navarro non tiene Zisis e stavolta è Schortsanitis che si mangia uno spento Marc Gasol. La non difesa e le palle perse dell’asso del Barcellona sono un problema grosso per Scariolo, anche se poi il suo talento offensivo acceca. Toppa alla meglio con Rudy una scarica di tre triple greche consecutive (due di Diamantisis). Ma la Grecia comanda, 45-51, e Zisis (16) domina. Le gerarchie sono belle, ma bisogna vincere: con Rubio, Navarro e Gasol seduti, un 7-0 riporta avanti la Spagna alla fine del terzo quarto (52-51). E adesso? Scariolo resta così, con la zona e i big a guardare. Ma ha bisogno di loro: rientrano a poco a poco, perché un gigantesco Diamantidis e Schortsanitis tengono la Grecia attaccata all’avversaria. Fernandez diventa il capo, segna 5 punti di fila, con gli irrununciabili Reyes e Vazquez sotto canestro, così quando Rubio fa la prima cosa buona della sua partita rubando una palla, la Spagna va (65-57). Tocca anche il +10 al 38’. Finita? Per niente. Per due volte in 18″ l’ex canturino Schortsanitis fa canestro con fallo sulla testa di Gasol e a 74″ dalla fine, quasi tutto è da rifare per campioni del Mondo in carica (72-66). Cominciano i falli sistematici, e la Spagna sbaglia con Reyes, Spanoulis dopo una gara orribile si fa sentire (72-68), Rubio non trema dalla lunetta (+6). E quando Diamantidis non sale sull’ultimo treno che passa mancando due liberi e Fotsis butta via il rimbalzo della vita, è Navarro a dire la parola fine.
Spagna: Navarro 22, Fernandez 14, Llull 9
Grecia: Zisis 16, Diamantidis 16, Schortsanitis 13
tratto dalla Gazzetta.it