Di Gabriella Maddaloni. Il 19 giugno sarà da oggi in poi una data storica per la Spagna, che ha visto salire ufficialmente al trono Felipe VI di Borbone. Il neo-sovrano, succeduto al padre Juan Carlos dopo 39 anni di regno, ha prestato giuramento stamane alle Cortes, il Parlamento di Madrid, alla presenza della moglie Leticia, delle figlie Leonor e Sofía, della madre Sofía e della sorella, l’Infanta Elena.
Il padre Juan Carlos, che prima della cerimonia ha consegnato al figlio la fascia di Capitano degli eserciti di mare, terra e aria della Spagna (titolo che spetta di diritto al monarca, secondo la Costituzione) non ha presenziato, per non rubare la scena al nuovo re.
Visibilmente emozionato e con indosso l’alta uniforme militare, Felipe ha giurato sulla Costituzione in qualità di nuovo re. Dopodiché ha ascoltato l’inno nazionale accanto sua moglie e ricevuto gli onori militari. Infine, ha pronunciato il suo primo discorso da sovrano di Spagna:
“È con profonda emozione che inizio il mio regno oggi. La mia fedeltà alla costituzione è un valore irrinunciabile. Saprò onorare il mio giuramento: ci vuole una monarchia rinnovata per un tempo nuovo. La corona deve essere vicina ai cittadini e guadagnarsi il loro rispetto, perché è il simbolo dell’unità della Spagna. Vogliamo una Spagna in cui i cittadini e le loro preoccupazioni siano al centro dell’azione politica. Una Spagna in cui tutti i cittadini abbiano fiducia nelle loro istituzioni. Oggi più che mai i cittadini sostengono giustamente che i principi morali ed etici devono ispirare e presiedere la nostra vita pubblica. E il re, il capo dello Stato, deve non solo essere un leader, ma anche un servitore di questa giusta e legittima richiesta dei cittadini. La Corona dev’essere il collante che tiene unita la Spagna, una Spagna unita e diversa, dove ci entriamo tutti”.
Queste parole sono state seguite da un lungo applauso da parte dei parlamentari delle Cortes, e il sovrano ha proseguito il suo discorso ringraziando e rendendo omaggio ai genitori Juan Carlos e Sofía, sottolineando come speri “di poter contare ancora molti anni sulla loro esperienza”. Non solo. Felipe VI non ha mancato di ricordare anche le vittime del terrorismo e i cittadini “lesi nella loro dignità dalla crisi economica”.
Il re ha poi concluso il suo discorso salutando nelle 4 lingue ufficiali della nazione: il castigliano, il catalano, il basco e il galiziano.