Non rischiano la disoccupazione, ma i loro stipendi sono stati già tagliati,imponendo modifiche allo stile di vita e piccole privazioni. Ma non stiamo parlando di operai o di impiegati, bensì di monache clarisse.
Spagna – un gruppetto di monache clarisse (clarisasdesrioseco.blogspot.com)
Perché anche fra le mura secolari dei conventi la crisi delle banche spagnole colpisce duro, in maniera non dissimile da quanto avviene nel resto della società. Così – come racconta il Wall Street Journal – i problemi del Banco Popular Español, il quinto istituto di credito del paese, si sono riversati anche su una ventina di monasteri, come quello di San Juan de Penitencia, a Alcalá de Henares, sobborgo a pochi chilometri da Madrid. Alle monache clarisse, infatti, da oltre trent’anni era affidata la gestione di parte dei documenti e della corrispondenza del Banco.
Ma i problemi finanziari, la crisi immobiliare e l’aumento delle sofferenze hanno costretto il Banco Popular a tagliare la forza lavoro e a ridurre gli stipendi. Nel caso delle Clarisse, che possono contare su un limitato sostegno economico da parte dell’episcopato spagnolo, questo ha comportato un taglio delle retribuzioni orarie – intorno ai 7 euro - che si accompagna a una riduzione delle vendite di altri prodotti di conventi e monasteri, come liquori e oggetti di artigianato.
Secondo Mónica Artacho, direttrice dell’organizzazione no profit DeClausura, che promuove queste attività di commercio e di sostentamento, molti conventi “non ce la fanno più ad sostenere le spese”. Sempre di meno, sempre più anziane, le monache di San Juan of Penitencia devono fare i conti anche con i costi di un monastero che ha un continuo bisogno di manutenzione. Ma dopo aver tagliato il cibo e il riscaldamento, non resta loro che aspettare che l’annunciata ripresa si faccia sentire anche fra le mura vecchie di 400 anni del loro convento.