Spagna: promiscuità omosessuale riattiva malattia venerea

Creato il 26 gennaio 2012 da Uccronline

La “Agencia de Salud Pública” di Barcellona ha allertato i centri di salute per un focolaio di linfogranuloma venereo registrato nella capitale catalana, una malattia a trasmissione sessuale che si credeva essere quasi debellata. La microbiologa dell’ospedale Vall d’Hebron, Estrella Caballero, ha partecipato ad uno studio che conferma la preoccupante diffusione di questa malattia e ha spiegato che si tratta di «una malattia altamente contagiosa a trasmissione sessuale, ed è causata da alcuni ceppi del batterio Chlamydia trachomatis. La malattia, che colpisce soprattutto gli uomini gay, provoca infiammazione della mucosa anale e rettale, con piccole ulcere genitali».

L’infezione, continua la dottoressa, «si diffonde principalmente attraverso il sesso anale». Tra gli eterosessuali si sono registrati soltanto due casi. Non si verificava in Europa da molto tempo, spiega. «Tra il 2003 e il 2004 i primi casi sono stati rilevati in Olanda, e da allora è cresciuta». Le malattie sessualmente trasmissibili sono generalmente in costante aumento, «soprattutto tra la comunità gay, dove c’è maggiore probabilità di impegnarsi in rapporti sessuali non protetti con partner multipli e sesso anonimo», precisa la microbiologa. Il sociologo dell’Università di Chicago, Edward Laumann, ha sostenuto che «gli omosessuali trascorrono la maggior parte della loro vita adulta in relazioni transitorie o a breve termine, con un impegno minore ai sei mesi» (Adrian Brune, “City Gays Skip Long-term Relationships: Study Says”, Washington Blade 2004). Nel 2003 Barry Adam, docente omosessuale dell’University of Windsor in Canada ha stabilito che, tra gli omosessuali che avevano relazioni di oltre un anno, soltanto il 25% ha dichiarato di essere monogamo. Nel 2000, uno studio ha rilevato che gli omosessuali avevano quasi quattro volte più probabilità di avere avuto più di 50 partner sessuali nei sei mesi precedenti l’indagine, rispetto agli eterosessuali. Inoltre, il 10,2% di essi ha riferito di aver avuto tra  i 501 e  i 1000 partner nella sua vita sessuale, mentre un ulteriore 10,2% ha superato i 1000 partner  (Paul Van de Ven, et al., “Facts & Figures: 2000 Male Out Survey,” p. 20 & Table 20, National Centre in HIV Social Research Faculty of Arts and Social Sciences, The University of New South Wales, Febbraio 2001).

Nel 2004 un caso di linfogranuloma venereo è stato diagnosticato a Barcellona, mentre tra il 2007 e il 2010 sono stati rilevati 146 casi. Nell’ultimo anno la malattia ha avuto un impatto maggiore, producendo 72 nuove infezioni. Continua la Caballero: «vi è una percentuale molto elevata, tra le persone colpite, di soggetti con HIV positivo, il 66% di quelli diagnosticati l’anno scorso. La ragione è che gli omosessuali sono promiscui». La microbiologa spagnola tiene ad avvertire che la Linfogranuloma, «può essere endemica se passa dalla comunità gay a quella etero, come sta già accadendo». In Spagna, come accade nel resto del mondo, i gay sono soltanto il 2% della popolazione ma rappresentano il 46% delle nuove infezioni. Un rapporto governativo del 2011 ha stabilito che «in Spagna, gli omosessuali sono diventati il gruppo più rappresentato tra le nuove diagnosi di HIV e l’unico con una tendenza crescente», essi hanno «una prevalenza di HIV estremamente elevata».


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