Dopo l’episodio di Newtown, la senatrice Dianne Feinstein ha preannunciato una proposta di legge per mettere al bando 900 tipi di armi d’assalto e dei caricatori con oltre dieci proiettili: la battaglia sarà feroce ma l’esito è quasi scontato. Ci sono poche lobby al mondo così potenti come quella delle armi negli USA.
I dati sulle armi sono impressionati: il 52% dei nuclei familiari possiede un’arma, ci sono novanta tra pistole e fucili ogni 100 abitanti, in totale circolano 300 milioni di armi. Il dibattito infiamma ogni qualvolta, troppo spesso, si verifica una sparatoria come quella nel Connecticut, ma c’è un motivo per cui la politica americana sulle armi continua ad essere così cruda: la National Rifle Association. Un’organizzazione difficilmente concepibile con le categorie di pensiero italiane.
I pilastri dell’associazione sono tre: proiettili, dollari e giudici. Gli iscritti sono 4,3 milioni, divisi in gruppi e associazioni ben radicati in tutti i 50 stati dell’Unione. Uno dei cardini è costituito dagli enti sportivi in cui oltre mille istruttori addestrano i nuovi iscritti. C’è un legame forte poi con il potente sindacato United Auto Workers che recentemente è riuscito a rendere festivo il primo giorno della stagione di caccia.
Fondata nel 1871 da parte di alcuni veterani della Guerra Civile, la NRA può vantare di aver mandato alla Casa Bianca ben otto presidenti. Ha un giro d’affari per oltre 240 milioni di dollari e donazioni elettorali a iosa. È in maggioranza nella Camera dominata dai Repubblicani e annovera tra le sue fila 31 dei 100 membri del Senato, tra cui il capo dei democratici Harry Ried.
Facile comprendere l’influenza sulle decisioni nel Congresso. Nel 1994 ne fece le spese il democratico Tim Foley che fu il primo e unico Presidente della Camera a non essere rieletto. Il tutto perché si era opposto alla vendita delle armi d’assalto.
Il Presidente Clinton aveva commentato così:
La NRA non perdona, ti punisce al primo sbaglio. Hanno sconfitto 19 dei loro 24 avversari.
Nel tempo la NRA si è rafforzata grazie al mancato intervento del Congresso sul mercato delle armi, ai sondaggi che certificano come la popolazione sia contraria a una limitazione del porto d’armi e a una sentenza della Corte Suprema del 2008 che ha sancito il diritto personale e collettivo di possedere armi da fuoco.
La NRA sostanzialmente ritiene di essere più forte del Governo Federale e forse non a torto. Nel 2011 Obama invitò alla Casa Bianca Waye LaPierre, il CEO dell’associazione, ma questo risposte sdegnato:
Perché mai dovrei sedermi con gente come il ministro della Giustizia Eric Holder e il Segretario di Stato Hillary Clinton che hanno passato la vita a tentare di distruggere il Secondo Emendamento?
L’organizzazione si è chiusa nel silenzio dopo la strage di Newtwon: oscurata la pagina facebook, sospensione di un evento su twitter e rifiuto di inviti tv da parte congressman pro-grun. Si attende la mossa di Obama, chiamato ora a una battaglia epocale. A sfidare i pistoleri è anche il mai banale sindaco di New York Micheal Bluff, che ne mette in dubbio il potere:
È un bluff, lo dimostra il fatto che si sono mobilitati per non far eleggere Obama ed hanno fallito.
Fonte: La Stampa