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.spazi

Creato il 26 maggio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Le dite già voi le cose che servono per farvi capire, io taccio e compio del vandalismo dentro me. No, grazie. Lascia il disordine così com’è, ci ho messo una vita a farlo. Ci ho messo una vita a fare il prezzo e invece era tutto un costo. Vieni tu a dire che è solo una questione di organizzazione, che il dolore è una droga, che ci sono i modi per arrivare a tutte le cose che si vogliono. Guarda, mi dici, che ci sono persone che vengono a ritirare le cose vecchie direttamente a casa. Che basta sostituire l’etichetta ai sorrisi e sembrano quasi nuovi, farsi un corso di Photoshop o iniziarne uno di ballo. E poi si può sempre, scusa se te lo dico, presentare istanza di fallimento o rendere effettivo il testamento per iniziare da un’altra parte.

Dimmi, continua pure, intanto io vado a costruire tombe alle cose morte in gola che dovevo dire. Altro che tombe dei giganti. Mentre tu cambi il mondo con i discorsi impegnativi  vado a bannare i profili dei perfetti idioti memorizzati nella testa, vado a sabotare i limiti di velocità lungo il percorso, ad inaugurare guerre ed ospedali. Vado a fendere il buio con passi insicuri, vado a vivere senza perdere tempo in file, vado all’arrivo senza perdere tempo a partire ogni volta. Vado a graffiare le cose per vedere se anche sotto son del colore che sembrano, vado a chiedere senza aspettare le risposte finché non vi mettete d’accordo.

Entro in un’agenzia viaggi: “dove vorrebbe andare”? “Un qualsiasi posto dove non posso farmi del male”. Questa galassia non può non bastare. Il silenzio si legge anche al contrario, anche se mancano le vocali, anche in assenza di gravità, o sulla pelle stanca, sulle scarpe che sembrano non arrivare da nessuna parte. Il silenzio riempie questo cazzo di cruciverba che nessuno sa come fare. Spazi bianchi, che urlano, che straripano sul nero e finiscono per non essere più misurabili. Se li unisci ottieni un inizio e una fine, ottieni quello che non siamo.




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