Conversazione
performance di Container teatro all’interno del progetto “Girls Girls Girls” per Spazio corpo e potere
di Giulia Abbate e Fabio Cherstich
con la collaborazione di Edy Quaggio
Spazio Tadini – 21 e 22 Giugno, dalle ore 21Quali meccanismi vengono utilizzati per la costruzione degli stereotipi di genere, quali fragilità utilizzate e ostentate, quali conflitti entrano in campo tra il punto di vista maschile e quello femminile quando veniamo interrogati su temi come la paura, la gioia, la violenza, il sesso? Chi è soggetto consumatore oggi, chi è oggetto consumato? Quali sono stati nel nostro paese i condizionamenti, le distorte sovrastrutture mentali, le paure instillate da un uso repressivo della religione e della politica? Che effetto fa riascoltare quello che si è affermato se riproposto in un contesto diverso da quello originario? Come cambia la nostra opinione perosnale quando ci confrontiamo con gli altri? Cosa significa confrontarsi con un altro sguardo?
A pratire da queste domande nasce la performance “Conversazione” che è parte del progetto “Girls Girls Girls” della compagnia container.
Girls Girls Girls
è uno spettacolo che nasce dall’incontro con il documentario di Lorella Zanardo “Il corpo delle donne”.
Il 60% del pubblico televisivo è composto da donne. L’immagine del corpo femminile in televisione è offerto come bene di consumo. Al pari di molte altre cose.
Ci sarà allora un consumatore e un consumato? E come ci mettiamo in vendita,
come compriamo?
Girls riflette e analizza le immagini della televisione e cerca un cortocircuito nell’unidirezionalità dell’odierno immaginario. Girls a dispetto del titolo, non rappresenta solo lo stereotipo di genere sulla mercificazione televisiva del corpo della donna. Esso mostra come, in una televisione completamente a servizio degli istinti più bassi, anche l’uomo non abbia più solo il ruolo di soggetto consumatore, ma anche quello di oggetto consumato, anche gli uomini diventano delle Girls.
“Buono soltanto a consumare, il corpo, è nello stesso tempo il più lussuoso dei beni di consumo attualmente in circolazione, la merce-faro che serve a vendere tutte le altre, il sogno finalmente realizzato del più fantasioso dei commercianti: la merce autonoma che parla e cammina, la cosa finalmente vivente”.¹
¹ Elementi per un teoria della jeune-fille, Tiqqun, Bollati Boringhieri, 2003