Ero al matrimonio di un amico di vecchia data. “Porta una ragazza”, mi aveva raccomandato la sposa, per non spezzare l’equilibrio dei tavoli. Il mio amico vedeva nell’essere da solo al suo matrimonio la mia occasione: “tu che puoi, le damigelle…”. Arriva il tempo delle danze, e il mio cucchiaino ballava il valzer nella tazzina vuota. Improvvisamente ti vedo. Non doveva sorprendermi, era un nostro amico comune. Era come guardare il mio passato allo specchio, mantenendo l’attuale aspetto esteriore. Segretamente ti continuavo a pensare, odiare e benedire. A volere il meglio e il peggio. Pensavo di avere tutto il tempo per invitarti a ballare. Del resto in passato credevo avremmo avuto tutto il tempo del mondo. Invece arrivò lui, di cui volevo solo il peggio. Lo specchio si ruppe di nuovo e mi ritrovai a danzare coi cocci del passato tra le mie mani. Continuando a odiarti e benedirti. A volere il meglio e il peggio. Ad amarti, a modo mio, col mio tempo.
Playlist aggiornata, buon ascolto ;)