Nanni Moretti e il suo MIA MADRE stregano Cannes. Ieri è stato il loro giorno. Nei corridoi, tra lo stupore tricolore (molti avevano già visto il film alla prima italiana quindi non hanno vissuto in diretta le reazioni dopo la proiezione qui in Costa Azzurra), si sentiva solo parlare di quanto il pubblico in sala si fosse emozionato e dei lunghi e sentiti applausi. Insomma, un trionfo simile non ce lo aspettavamo nonostante i pronostici fossero più che azzeccati.
In Italia MIA MADRE è uscito poche settimane fa e alla critica era da subito apparso un lavoro maturo, molto intimo, equilibrato e saggio, nel senso più nobile del termine (QUI la recensione). E Margherita Buy, qui alter ego del cineasta romano, era sembrata in splendida forma nel vestire i panni di un personaggio tanto intrigante (un regista con problemi sul set e soprattutto nella vita privata) quanto con un notevole fardello di sofferenze. Insomma, il consenso era unanime, il film piaceva ma non si prevedeva potesse colpire così tanto l’audience internazionale.
MIA MADRE è un ottimo prodotto, sia chiaro, ma con un marcato marchio di fabbrica e con i tratti distintivi del suo creatore. Due caratteristiche che potevano apparire frenanti e limitare l’apprezzamento da parte delle popolazioni con un background differente da quello Mediterraneo. Invece non è stato così. Per ora, la pellicola è tra le più chiacchierate e tra le poche che tutti vogliono vedere.
© SACHER – FANDANGO
Ascoltando le domande poste in conferenza stampa, la sensazione è stata davvero di commozione e compartecipazione. Tutti conoscono (e temono) il dolore di cui si parla. Nessuno sarà mai pronto a perdere una madre. Si è quindi parlato del valore del racconto, dei ricordi, e soprattutto di chi resta, delle persone e delle loro emozioni. Questa è una storia che guarda al futuro, ma solo nel senso che chi rimane deve continuare a vivere.
E, in effetti, nell’insieme, MIA MADRE è profondamente diverso dal film che la regista Margherita sta girando. Moretti si tiene lontano dei problemi attuali, non ci sono manifesti politici, critiche alla società, non si focalizza sulla crisi. Come lo stesso autore rileva, questo è il film meno “alla Moretti”: la dimensione è intima e la struttura è talmente solida da essere un ottimo contraltare alle mille insicurezze della regista Margherita, una donna che prende di petto la vita diversamente dal signor Moretti. Infatti, come più volte dichiarato, lo script è nato con una protagonista donna e Margherita Buy è stata la prima e ultima candidata.
Nel complesso, la sensazione è stata che tanta sobrietà, l’assenza di piagnisteo, gli scambi asciutti di MIA MADRE abbiano colpito i presenti e, per la prima volta in questo 68° Festival, abbiano convinto. Decisamente, a Cannes la temperatura di sta facendo chauffé au rouge.
Vissia Menza