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Speciale Checco Zalone: il Re Mida del box-office italiano

Creato il 05 gennaio 2016 da Lightman
    Speciale Checco Zalone: il Re Mida del box-office italiano

Tra frotte di ammiratori e nugoli di detrattori, Checco Zalone si fa avanti al box-office italiano a suon di enormi incassi e record di biglietti venduti: un successo senza precedenti.

Speciale Checco Zalone: il Re Mida del box-office italiano Speciale Checco Zalone: il Re Mida del box-office italiano

Marco Lucio Papaleo inizia a giocherellare sulle tastiere degli home computer nei primissimi anni '80. Da allora, la crossmedialità è la sua passione e sondarne tutti i suoi aspetti è la sua missione. Adora il dialogo costruttivo, vivisezionare le opere derivate e le buone storie. E' molto network e poco social, ma è immancabilmente su Facebook e Google+.

C'è chi lo adora, c'è chi lo ha in profonda antipatia, ma una cosa devono ammetterla tutti: il successo di Checco Zalone è incredibile e totale, perlomeno al botteghino. Sul "personaggio" creato da Luca Medici torneremo in uno speciale apposito: oggi facciamo cantare i numeri. 6.8 milioni di euro di esordio per Quo vado?, 22.2 milioni di euro nei primi tre giorni e più di 3 milioni di spettatori in questo lasso di tempo. Ovvero: quello che ha totalizzato Star Wars: Il Risveglio della Forza in 18 giorni, e più dell'incasso totale delle altre tre commedie italiane uscite a dicembre ( Il professor Cenerentolo, Natale col boss e Vacanze ai Caraibi, tutte con tre o quattro settimane di sfruttamento alle spalle). Con i dati relativi a ieri saliamo a 26 milioni, incasso decisamente fuori dalla norma. Com'è possibile un risultato simile?

Un successo... "caduto dalle nubi"?

Sui media impazza la "zalonemania" e sui social in molti si sono lanciati in invettive o semplici osservazioni su questo straordinario afflusso di pubblico al cinema, ragionando però con elementi solo parziali che non spiegano un tale successo. C'è chi afferma che, con le sale letteralmente "monopolizzate" da Zalone e i suoi 1500 schermi dedicati lungo tutto lo stivale, è logico che la gente veda lui piuttosto che altro. Il numero sale riservate a Quo vado? è effettivamente impressionante, ma "la gente" non vede il film diretto da Gennaro Nunziante solo perché "non c'è altro". Siamo nel 2016 e, se la proposta del cinema non ci soddisfa, tra tv, pay tv, e internet non manca certamente l'alternativa, come poteva essere anche solo 15 anni fa. Se le sale sono 1500 non è una scelta di Checco Zalone o della produzione ma degli esercenti, che puntano, chiaramente, ad avere le sale più piene possibile e "vanno sul sicuro". Capite ora perché, un anno fa, Disney voleva rimandare l'uscita di Star Wars a inizio 2016 se il film di Zalone fosse uscito sotto Natale? Non temeva il "confronto diretto" (i pubblici sono diversi) quanto la mancanza di appoggio da parte degli esercenti delle sale, piccole o grandi che fossero. Gli schermi di prima visione, in Italia, sono circa 3800, e Il Risveglio della Forza "andava" lanciato in 800 sale, possibilmente le migliori a livello tecnico. Che spesso sono anche le più capienti, ovvero quelle dove sarebbe stato proiettato Zalone, a dispetto dei requisiti "tecnici". Bisogna calcolare che la maggior parte di queste sale, circa 8 su 10, sono all'interno di multisala, e che chiaramente sono usciti anche altri film. Pochi, in verità, rispetto al solito, ma che tutto sommato sono andati bene. Il fatto che la pellicola sia distribuita da Medusa, chiaramente, influisce in genere sugli spazi che questa andrà a ritagliarsi, ma se fosse stata distribuita da, per dire Filmauro o 01 gli esercenti l'avrebbero voluta lo stesso. Perché gli italiani vanno a vedere Checco sempre e comunque. C'è del miracoloso, perché davvero è potentissimo l'attaccamento del pubblico a questo personaggio. Se il pubblico ricercasse la risata facile e basta tutte le commedie farebbero questi numeri. Eppure no: i più rodati comici nostrani faticano spesso ad arrivare a fare 3 milioncini, e sebbene il 2015 abbia visto una risalita rispetto al pessimo 2014 sono lontani i tempi dei primi exploit di Pieraccioni o di Aldo, Giovanni e Giacomo o del Benigni de "La vita è bella". Teniamo presente che Alessandro Siani ha creato un caso, l'anno scorso, per "appena" 15 milioni di incasso, mentre il seguitissimo Maccio Capatonda, con un film discretamente pubblicizzato, ne ha incassati meno di 4. Si potrebbero fare tanti paragoni, ma risulterebbero impropri dato che bisognerebbe in effetti analizzare tanti fattori, tra cui finestra e periodo di uscita, concorrenza effettiva etc., ma ad ogni modo con Zalone, a quanto pare, "basta la parola". Il primo film, Cado dalle nubi, nel 2009 realizzò 14 milioni. I successivi due, Che bella giornata (2011) e Sole a catinelle (2013) sono i film più visti e danarosi di sempre, con rispettivamente 34 milioni e mezzo e 43 milioni e mezzo. Un crescendo che ha del pantagruelico. Quo vado?, tutto sommato, è uscito in sordina. Se n'è parlato poco, e se non fosse stato per la questione della finestra di uscita in contemporanea con Star Wars praticamente solo gli addetti ai lavori ne avrebbero annotato l'uscita sulle agende. Non è uscito neanche un trailer per annunciarlo, non ci sono state particolari comparsate in tv... anzi Zalone è quasi sparito dai radar, con solo un paio di canzoni (e una collaborazione con De Gregori) nel 2014. Eppure il pubblico non dimentica chi ama, a quanto pare. E non è impensabile credere che Quo Vado? possa raggiungere e superare l'incasso di Avatar nel nostro Paese, fermo a quasi 67 milioni. Staremo a vedere. Speriamo che il pubblico riscopra la gioia di andare al cinema, a vedere un po' di tutto, e che i soldi incassati con Zalone servano a Medusa a spingere qualche autore nuovo, giovane, meritevole, in un circuito finalmente virtuoso di lavoro, produzione e sperimentazione.

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