Speciale Elezioni Amministrative 2012: tra crisi del CentroDestra, incertezza nel CentroSinistra ed il probabile boom di Grillo

Creato il 05 maggio 2012 da Candidonews @Candidonews

Domani e lunedi mattina in Italia si vota per le elezioni amministrive. In palio città importanti come Genova, Verona, Lecce, Parma e Palermo. Tra i capoluoghi di provincia chiamati al voto ci sono Alessandria, Asti, Cuneo, Belluno, La Spezia, Piacenza, Lucca, Frosinone, Rieti, Isernia, Brindisi, Taranto, Trani, Oristano, Catanzaro, Gorizia, Agrigento e Trapani. Si vota anche a L’Aquila e Como.

Sondaggi degli scorsi giorni:

  • A Genova il CentroSinistra è vicino al 45% con Grillo che potrebbe andare in doppia cifra. Il Centrodestra sembra ridotto al minimo.
  • A Verona Tosi dovrebbe farcela al primo turno, Centrodestra e Centrosinistra si disputano il secondo posto
  • Ad Alessandria il Centrodestra è lacerato, il CentroSinistra è diviso tra due candidati e potrebbe vincere al ballottaggio, anche qui è previsto un notevole risultato (vicino al 10%) della Lista di Grillo.
  • A Parma il Centrosinistra dovrebbe partire in vantaggio nel secondo turno. Anche qui le destre sono divise.

Un voto che avrà sicuramente un risvolto nazionale. Prima di tutto andrà testato lo scontento dell’opinione pubblica verso il mondo della politica, si prevede un aumento della astensione ma non è ancora quantificabile in quale misura. I risultati delle sfide avranno comunque un valore ‘politico’:

Il PDL, dai sondaggi, sembra in crisi nera. La Lega, dopo lo scandalo Belsito, appare in flessione. Una eventuale vittoria del CentroSinistra potrebbe essere messa a rischio dall’esplosione del Movimento 5 Stelle che alcuni sondaggi danno anche in doppia cifra. Interessanti le sfide di Verona e Palermo. Nella prima il sindaco uscente, il leghista Tosi, non è appoggiato dal Pdl eppure potrebbe essere eletto anche al primo turno. Nella città siciliana invece la Sinistra si è spaccata in due, Ferrandelli appoggiato dal Pd ed Orlando dall’Idv, favorendo la vittoria moderata. Ed il terzo polo? quale sarà la consistenza del ‘progetto’ casiniano? Alcuni analisti dicono che i risultati delle amministrative potrebbero avere ripercussioni anche sulla tenuta del governo Monti. Una debacle del PDL spingerebbe Berlusconi ad anticipare la ‘rivoluzione’ annunciata da Alfano qualche giorno fa, il tutto per impedire una fuga moderata verso il Terzo Polo, già Partito della Nazione. Ed a Sinistra? Il PD riuscirà a ‘tenere’ malgrado l’appoggio a Monti? Sel ed Idv vedranno i loro consensi ‘rosicchiati’ da Grillo? Ferrero e Diliberto torneranno su percentuali accettabili?

Da il Post i dettagli delle sfide nelle principali città:

Como
La candidata del centrodestra è Laura Bordoli, 51 anni, commercialista e non iscritta al PdL, che ha battuto alle primarie l’assessore uscente Sergio Gaddi. A Como il PdL ha espresso il sindaco nelle ultime quattro legislature. Il primo cittadino uscente, Stefano Bruni, ha fatto due mandati consecutivi e non è più eleggibile. Bruni guidava una giunta composta da PdL e Lega Nord ma a questo giro la Lega va da sola, candidando Alberto Mascetti, già consigliere comunale. Ci sono molti candidati, anche UdC e finiani corrono separatamente, così come la Destra, e ci sono diverse liste civiche e minori. Partito Democratico, IdV, SeL e liste civiche candidano Mario Lucini, capogruppo del PD in consiglio comunale. L’ex calciatore Pietro Vierchowod è candidato con una lista civica. Il Movimento 5 Stelle candida Luca Ceruti

Monza
Il candidato del PdL e della Destra è Andrea Mandelli, farmacista e presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani. Il suo principale sfidante è il sindaco uscente, il leghista Marco Maria Mariani, che si ricandida da solo. Anche l’UdC va da sola con Anna Martinetti. Il Movimento 5 Stelle candida Nicola Fuggetta. Partito Democratico, IdV, Federazione della Sinistra, SeL e liste civiche candidano Roberto Scanagatti, capogruppo del PD in Consiglio comunale, già vicesindaco e assessore durante precedenti legislature.

Verona
Il sindaco uscente è il leghista Flavio Tosi, 42 anni, che negli ultimi tempi ha litigato con i vertici del suo partito per la sua volontà di presentare una lista civica che lo appoggiasse. Alla fine ha vinto lui, e oltre al sostegno della Lega Nord avrà l’appoggio di una “lista Tosi” (che si chiama ufficialmente “Civica per Verona – Tosi sindaco”) e di altre cinque liste (quattro civiche e i Pensionati). A livello nazionale, Tosi è noto per essere un sostenitore di Roberto Maroni. Nel 2007 si era presentato come candidato unico del centrodestra, ottenendo anche l’appoggio dell’allora Forza Italia: questa volta invece il PdL presenta un suo candidato, sostenuto anche da FLI e UdC, l’avvocato Luigi Castelletti, che è anche vicepresidente vicario di Unicredit e membro del cda dell’ABI. Ma parte del PdL appoggerà la rielezione di Tosi, fatto che ha portato Angelino Alfano a sospendere diversi esponenti locali del partito. I sondaggi dicono che Tosi potrebbe vincere al primo turno (come nel 2007), visto il suo grande vantaggio su tutti gli altri e anche sul candidato del centrosinistra, Michele Bertucco, netto vincitore delle primarie (le prime a Verona per un candidato sindaco). Bertucco ha 48 anni, è dipendente bancario e sindacalista ma è conosciuto soprattutto come dirigente di Legambiente. Il Movimento 5 Stelle candida Gianni Benciolini, docente universitario.

Genova
Il sindaco uscente, Marta Vincenzi, non si è ricandidata: ha perso le primarie contro Marco Doria, docente universitario e già consigliere comunale, che è il candidato di PD, SeL, IdV e liste civiche. La Lega Nord candida il consigliere regionale Edoardo Rixi, il Movimento 5 Stelle candida Paolo Putti, leader del movimento “No Gronda”. Il PdL candida Pierluigi Vinai – consulente del lavoro, democristiano, numerario dell’Opus Dei, considerato vicino a Scajola – insieme a liste civiche. Poi c’è Enrico Musso, docente universitario, sfidante di Marta Vincenzi nel 2007 per il centrodestra, senatore eletto nelle liste del PdL e poi passato al PLI, sostenuto dal Terzo Polo.

Parma
Parma era amministrata dal 2002 da giunte di centrodestra, prima con Elvio Ubaldi e poi con Pietro Vignali: ma Vignali si è dovuto dimettere a settembre del 2011 per una serie di scandali di corruzione e presunte tangenti che hanno suscitato molte proteste e indignazione in città e che hanno coinvolto i membri della giunta e diversi dipendenti comunali. Dalle dimissioni di Vignali il comune è commissariato. Il centrosinistra è in vantaggio: il candidato è Vincenzo Bernazzoli, che è il presidente della provincia di Parma dal 2004, ha 56 anni e un passato da sindacalista nella CGIL. Il centrodestra, dopo gli scandali, è molto diviso e in difficoltà: l’UdC ricandida l’ex democristiano Elvio Ubaldi, 64 anni e già sindaco dal 1998 al 2007, un personaggio ancora oggi di primo piano della politica cittadina. È lui il principale sfidante di Bernazzoli, dato che i candidati della Lega Nord e del PdL non dovrebbero superare il 10 per cento dei voti ciascuno: è probabile che si vada al ballottaggio

Lucca
Lucca è una città tradizionalmente democristiana in una regione tradizionalmente di sinistra, ricca grazie alle sue molte imprese di piccole dimensioni. Ma la crisi economica sta colpendo duramente la zona di Lucca e il panorama politico sembra essere vicino a un cambiamento, dopo decenni. Un sondaggio pubblicato a gennaio dava in vantaggio il candidato del centrosinistra, Alessandro Tambellini, 56 anni, insegnante in una scuola superiore e capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale. Il candidato del centrodestra è uno dei protagonisti della politica cittadina da quarant’anni: il sindaco uscente Mauro Favilla, 78 anni, già sindaco democristiano per tre mandati dal 1972 al 1985, brevemente nel 1988 e poi di nuovo dal 2007.

Pistoia
Tanto Lucca è di centrodestra quanto Pistoia è di sinistra, che a queste elezioni si presenta unita con la candidatura del giovane Samuele Bertinelli, 35 anni, che ha una lunga militanza politica alle spalle e che fa parte del Partito Democratico. Il sindaco uscente, il medico Renzo Berti, è anche lui del PD. Il PdL, che corre da solo, appoggia un altro medico, Annamaria Celesti. Una curiosità: il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, quello di Beppe Grillo, è Giacomo Del Bino, cugino del candidato del centrosinistra Bertinelli.

L’Aquila
Nella città ancora pesantemente interessata dalle conseguenze del terremoto del 2009, il candidato nettamente favorito è il sindaco uscente Massimo Cialente, 59 anni, medico. I temi della campagna elettorale, naturalmente, sono tutti incentrati sui piani per la ricostruzione della città e per il rilancio della sua economia messa a dura prova dal terremoto. Cialente è sostenuto da PD, ApI e SeL, ma non dall’Italia dei Valori, che ha rotto con il centrosinistra e presenta un suo candidato, Angelo Mancini. È molto probabile che si vada al ballottaggio, ma il distacco tra Cialente e gli altri candidati non dovrebbe mettere seriamente a rischio la sua rielezione. Il principale sfidante di Cialente è il candidato centristra Giorgio De Matteis, sostenuto da UdC, MpA, Udeur e da quattro liste civiche. Il PdL non presenta una sua lista, ma appoggia il candidato indipendente Pierluigi Properzi di “Domani L’Aquila”, dato dai sondaggi poco sopra il dieci per cento.

Lecce
Il sindaco uscente è Paolo Perrone, di centrodestra, di cui si è parlato per via dei manifesti molto piacioni, diciamo. Lo sostengono PdL, FLI, Grande Sud e liste civiche. La sua principale avversaria è Loredana Capone, sostenuta da Partito Democratico, IdV, SeL, PSI e liste civiche. Capone è avvocato, ex assessore ed ex vicepresidente della provincia di Lecce, oggi vicepresidente della giunta regionale della Puglia. L’UdC va da sola e candida il professor Luigi Melica, il Movimento 5 Stelle candida Maurizio Buccarella, avvocato.

Palermo
È probabilmente la città col quadro politico più interessante e incerto. Il sindaco uscente, Diego Cammarata, di centrodestra, si è dimesso dopo due mandati a detta di molti disastrosi, tra inchieste e grande impopolarità. Il centrosinistra ha scelto il suo candidato al termine di un travagliatissimo percorso, conclusosi con primarie contestate vinte da Fabrizio Ferrandelli, consigliere comunale, ex capogruppo dell’IdV. Ferrandelli è sostenuto da PD, SeL e liste civiche ma non dal suo ex partito, l’IdV, che lo ha espulso e sostiene invece l’ex sindaco Leoluca Orlando, che si è candidato dopo la sconfitta di Rita Borsellino alle primarie nonostante avesse giurato di fare il contrario. Il PdL candida Massimo Costa, 34 anni, presidente regionale del CONI, insieme con l’UdC, Grande Sud e liste civiche. Gli altri candidati rilevanti sono Alessandro Aricò, sostenuto da API, FLI e MpA; Riccardo Nuti, candidato del Movimento 5 Stelle. C’è anche una candidata del Movimento dei Forconi, Rossella Accardo.

Sesto San Giovanni
Sesto San Giovanni, una città di ottantamila abitanti vicino Milano, non ha mai avuto un sindaco di centrodestra negli ultimi 65 anni. Ma ultimamente il centrosinistra attraversa un momento difficile: nell’estate del 2011 l’assessore al Bilancio e all’Edilizia privata della giunta, Pasqualino Di Leva, è stato arrestato con l’accusa di concussione. Nello stesso periodo sono emerse gravi accuse nei confronti di Filippo Penati, ex capo di gabinetto di Pier Luigi Bersani, ex vice presidente del Consiglio regionale lombardo, ex presidente della Provincia di Milano e assessore all’urbanistica e poi sindaco a Sesto San Giovanni per diversi anni a partire dalla metà degli Ottanta.

Il sindaco uscente, Giorgio Oldrini, ha puntato molto sulla sua riqualificazione presentando in Consiglio comunale un progetto firmato da Renzo Piano, che però negli ultimi anni non è riuscito a partire. La campagna elettorale si sta concentrando proprio sul futuro delle aree ex Falck. Il centrosinistra deve provare a mantenere i suoi elettori, delusi e disaffezionati dagli scandali, e presenta la candidatura di Monica Chittò del PD, 49 anni e assessore uscente alla cultura, che ha stravinto le primarie con oltre il 60 per cento dei voti. La sua principale sfidante è Franca Landucci, candidata del centrodestra, docente universitaria e considerata vicina a Comunione e Liberazione.

Mi permetto di segnalare le novità provenienti da Catanzaro:, dove un giovane candidato sfida un uomo del centrodestra, già due volte sindaco, e rischia di togliere la città al PdL.

Città solidamente governata dal PdL. Una sconfitta a Catanzaro metterebbe in grossa crisi anche la giunta regionale guidata da Giuseppe Scopelliti del PdL, già per altro duramente colpita da inchieste giudiziarie che coinvolgono sia il presidente – per gli anni in cui era sindaco del comune di Reggio Calabria – che altri suoi uomini, come il sottosegretario alle Riforme della regione Calabria, Alberto Sarra, interdetto solo pochi giorni fa dai pubblici uffici nell’ambito dell’inchiesta sulla nomina di un primario.

A Catanzaro si ritorna a votare a distanza di solo un anno, a causa delle dimissioni del sindaco-parlamentare PdL e amministratore di lungo corso Michele Traversa.

I principali candidati a sindaco sono Salvatore Scalzo per il centro-sinistra e Sergio Abramo per il centro-destra. L’outsider è Pino Celi, del Terzo polo, ex assessore comunale negli anni Ottanta e presidente provinciale dell’ANCE (Associazione nazionale Costruttori Edili), dimessosi dalla carica all’atto della candidatura e sostenuto da cinque liste: UdC, MpA, FLI e due civiche.

Il candidato di centro-sinistra, Salvatore Scalzo, ha 28 anni ed è un emigrato di ritorno, ex funzionario della Commissione europea, ricercatore in Scienze Politiche all’università di Torino e impegnato sui temi della legalità e dell’impegno giovanile in Calabria da circa dieci anni con la sua associazione, “Ulixes”. È stato candidato anche alle amministrative del 2011, quelle in cui era contrapposto a Traversa, e all’epoca nonostante la sconfitta fu capace di doppiare con le sue preferenze personali le sue stesse liste, toccando il 15 per cento di voto disgiunto. A distanza di pochi mesi è di nuovo candidato, con liste ricche di giovani candidati, provenienti dalla cosiddetta “società civile”, e un programma a detta di molti ambizioso e responsabile. Scalzo è sostenuto da otto liste: PD, IdV, Federazione della Sinistra, SeL, Psi-Verdi e quattro liste civiche.

A Taranto, dopo anni, si ripropone la ‘saga dei Cito‘ con il figlio dell’ex sindaco che è in pista per la sindacatura:

«Ho visto mio padre morire in una prigione britannica per un crimine che non aveva commesso!», strilla. Stacco musicale, pathos, «…e continuerò a lottare nel nome di mio padre!». Altro stacco e spuntano il faccione rubizzo di Mario Cito, il logo AT6 Lega d’Azione Meridionale, e infine lui, l’attempato genitore ora in galera, il Masaniello di Taranto vecchia che nuotava meglio di Mao, il primo telepredicatore del «vaffa» quando Grillo ancora raccontava barzellette sceme: insomma Giancarlo Cito.

Il figliolo abbraccia il babbo, il babbo benedice il figliolo, e questa nuova rincorsa dei Cito al Comune della città dei Due Mari sta tutta qui, «Nel nome del padre»
….

Chi è Cito: l’ex deputato che sognava di « tarantizzare l’Europa», adesso, malfermo in salute, se ne sta nel carcere di via Maglie che ospita pure Sabrina e Cosima Misseri, a scontare cumuli di pene definitive, tre anni e undici mesi di galera (abuso, falso, tangenti) in attesa di un’altra botta da quattro anni (di nuovo tangenti), dopo essersi fatto quattro anni per concorso esterno in associazione mafiosa ed essere riemerso dalle patrie galere giusto il tempo di dare la linea.

Gli altri candidati: corrono in undici per succedere a Ippazio Stefano, già senatore pci, vicino a Vendola, sostenuto da un arco di forze che va da Sel a Udc, che si ripresenta favorito. L’outsider cavalca l’onda ambientalista: è il verde Angelo Bonelli. Un Pdl un po’ incerto rilancia un ex assessore della Di Bello (la sindaca del crac finanziario): Filippo Condemi.


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