Due apprezzatissime novità della scorsa annata, Mr. Robot e Mozart in the Jungle, sono i grandi vincitori della 73° edizione dei Golden Globe: ecco tutti i premiati di ieri notte nelle categorie televisive.
La cerimonia dei Golden Globe di ieri notte, che per quanto riguarda il cinema ha sancito il trionfo dei film Revenant e The Martian, ha ricompensato anche alcuni degli show più apprezzati della stagione televisiva, fra premi abbastanza prevedibili e almeno una sorpresa alquanto discutibile. I membri della Hollywood Foreign Press Association, ovvero una novantina di giornalisti di stanza a Los Angeles impiegati presso la stampa straniera, hanno sempre mostrato una tendenza a privilegiare le novità in ambito televisivo, e anche quest'anno è stata confermata tale regola, con titoli e volti 'nuovi' nell'elenco dei vincitori salvo un'unica, significativa eccezione.
Andiamo ora a scoprire nel dettaglio i risultati delle votazioni della HFPA nelle varie categorie riservate al piccolo schermo.
Meritato successo per Mr. Robot
Era considerato il grande favorito della vigilia, e la sua vittoria, per quanto attesa e auspicata, ha costituito uno dei premi più intelligenti e impeccabili di questa 73° edizione dei Golden Globe: stiamo parlando di Mr. Robot, l'innovativa serie TV trasmessa la scorsa estate da USA Network, con ottimi riscontri di critica e di pubblico. La parabola di Elliot Alderson, un giovane hacker alienato e schizofrenico, che si ritrova coinvolto in un misterioso progetto sovversivo architettato da un gruppo anarchico, è stato uno dei più originali e intriganti racconti realizzati sul piccolo schermo nel corso del 2015, grazie a un approccio, uno stile e una capacità narrativa davvero encomiabili. Pertanto, non potremmo essere più soddisfatti per il doppio trofeo allo show firmato da Sam Esmail: quello come miglior serie drammatica, che ha visto Mr. Robot prevalere perfino su un super-cult come Il trono di spade, e quello per il miglior attore non protagonista a Christian Slater, nel ruolo del misterioso Mr. Robot del titolo. Unico neo, il mancato premio per l'eccellente protagonista della serie, il giovane Rami Malek; la HFPA ha preferito infatti attribuire un secondo riconoscimento a Jon Hamm per il suo magnifico ritratto di Donald Draper nella stagione conclusiva della serie capolavoro Mad Men (un'ideale chiusura del cerchio: Hamm aveva vinto il suo primo Golden Globe nel 2007 per la prima stagione della serie creata da Matthew Weiner).
Mozart in the Jungle sbaraglia la concorrenza
Oltre a Mr. Robot, l'altro trionfatore della serata dei Golden Globe, in questo caso nel settore dedicato ai generi comedy/musical, è stato Mozart in the Jungle, con il secondo successo consecutivo, in due edizioni, per Amazon Studios. L'anno scorso Amazon, nuova realtà nel panorama della produzione seriale televisiva, aveva fatto incetta di premi grazie all'ottimo Transparent (che in questa edizione era in lizza con altre tre nomination); e ieri notte, è tornata a prevalere ai Golden Globe ma grazie a un altro titolo del suo palinsesto. Incentrato sull'attività e le vite private dei componenti di una rinomata orchestra di New York, lo show ideato da Roman Coppola, Jason Schwartzman e Alex Timbers si è aggiudicato due Golden Globe: miglior serie comica/musicale e miglior attore per il divo Gael García Bernal, qui nella parte del carismatico direttore d'orchestra Rodrigo De Souza. Un'altra novità anche Crazy Ex-Girlfriend, serie brillante con un taglio da musical che ha visto premiata come miglior attrice comica, un po' a sorpresa, la giovane Rachel Bloom.
Assai meno convincente, invece, il Golden Globe come miglior attrice di dramma attribuito a Taraji P. Henson, spregiudicata First Lady di un'etichetta discografica in Empire, sopravvalutatissima serie con toni da soap-opera sul mondo della musica rap: evidentemente, la vasta popolarità della serie targata Fox ha prevalso rispetto al giudizio obiettivo sulla mediocre (a essere generosi) qualità della scrittura. Scelta incomiabile, al contrario, quella per la miglior attrice non protagonista, con il Golden Globe per la strepitosa Maura Tierney, moglie tradita alle prese con un difficile divorzio nella seconda stagione di The Affair (il "campione in carica" della scorsa edizione).
Gli altri premi: Wolf Hall, Oscar Osaac e... Lady Gaga!
Passiamo infine alle tre categorie riservate esclusivamente a film TV e miniserie. Per il premio come miglior film/miniserie si è imposto Wolf Hall, sceneggiato storico della BBC in sei episodi sul rapporto politico fra Thomas Cromwell ( Mark Rylance), Lord Protettore d'Inghilterra, e Re Enrico VIII ( Damian Lewis), già pluricandidato agli scorsi Emmy Award. Rylance, candidato pure nel settore cinematografico per Il ponte delle spie, si è visto superare nella corsa al premio come miglior attore nella sua categoria televisiva da Oscar Isaac, protagonista della miniserie a sfondo politico Show Me a Hero, nei panni del giovane sindaco Nick Wasicsko: una vittoria che potrebbe essere stata favorita in parte dal "peso divistico" di Isaac (interprete dell'ultimo Star Wars), artefice comunque di una performance di grande intensità.
Di sicuro, il peso divistico è stato invece il fattore determinante per il premio meno comprensibile dell'intera serata: quello alla popstar Lady Gaga per il ruolo della Contessa-vampiro di American Horror Story: Hotel. Alla cantante e attrice, che concorreva fra le altre con la superba Felicity Huffman di American Crime, non è stata richiesta infatti una performance particolarmente espressiva (il suo personaggio risulta quasi sempre freddo e composto), senza contare che la quinta stagione di American Horror Story lascia parecchio a desiderare da vari punti di vista, come abbiamo già sottolineato nella precedente recensione sulla serie. Ma del resto, i giurati dei Golden Globe difficilmente riescono a resistere alla fascinazione per le grandi star, al punto di compiere qualche passo falso al momento di assegnare le statuette...
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