Speciale Grandi Scrittrici: La donna dello scandalo - Zoë Heller

Creato il 12 marzo 2014 da La Stamberga Dei Lettori

Articolo di emerson

Zoë Heller è nata a Londra nel 1965. L'affinità con la scrittura è un dono di famiglia visto che sia il padre della Heller, Luke, Che il fratello Bruno sono sceneggiatori di successo. Editorialista del “Daily Telegraph”, ha anche collaborato con “The Sunday Times”, “The New Yorker”, “Vanity Fair”, “London Review of Books”, “Esquire”, “The New Republic”, “The Times Literary Supplement”, vincendo nel 2002 il British Press Award come Giornalista dell’anno. Bompiani ha pubblicato Tutto quello che sai, il suo romanzo d’esordio, e La donna dello scandalo, sua seconda opera, finalista al Man Booker Prize, all’Orange Prize e al Discover Great New Writers Barnes & Noble Prize, da cui è stato tratto il film Diario di uno Scandalo diretto da Richard Eyre con protagoniste due pilastri della recitazione come Judy Dench e Cate Blanchett.
Cosa succede quando ci si innamora della persona sbagliata? E cosa si rischia quando questa persona è un adolescente e tu sei la sua insegnante quarantenne? Tutto, ma certe volte lo scandalo, la prigione, la distruzione della famiglia non bastano a fermare la passione travolgente di una donna che crede di aver sacrificato la propria giovinezza sull'altare di un matrimonio precipitoso. E così, abbandonandosi al lato più trasgressivo e devastante dell'amore, Sheba Hart è finita sulle prime pagine di tutti i giornali, ha perso il lavoro, il marito e i figli, restando sola con un'amica forse un po' troppo possessiva, la più anziana collega Barbara Covett. E sarà proprio Barbara a raccontare a un'Inghilterra indignata la storia della caduta di Sheba, rivelando, senza volerlo, un'altra e più inquietante ossessione erotica, quella segreta spirale di gelosie e desideri repressi che hanno innescato la bomba a orologeria dello scandalo. Torbido e drammatico, esilarante e provocatorio, il caso letterario che ha scioccato e fatto discutere l'Inghilterra.

Recensione

E’ un romanzo piacevole che tratta con disinvoltura, sul filo dell'ironia, un argomento scabroso come quello della sessualità fra adulti e minori senza indulgere in morbosità. Si precisa che i minori a cui ci si riferisce in questa recensione -e naturalmente anche nel libro- non sono i bambini, ma gli adolescenti intorno ai quindici-sedici anni.
Giustamente la legge punisce l'adulto che coinvolge un minore in una relazione sessuale, ma non è facile individuare sempre chi sia il vero predatore e chi la vittima. Può succedere che il minore sia il manipolatore e l’adulto una persona immatura che si è lasciata irretire pian piano in una storia, nella erronea convinzione di sapersi fermare in tempo. Anche se la legge non fa distinzione fra i due casi, l’opinione pubblica giudica più severamente il maschio adulto piuttosto che la donna adulta che intrecci una relazione con un minore. Questo in fondo è innaturale, perché, secondo gli esperti, la natura indirizzerebbe l'uomo a cercare donne giovani in quanto in grado di procreare, mentre la donna dovrebbe essere portata a ricercare maggiormente la sicurezza per la prole ed essere attratta quindi, a seconda del tipo di società, dal potere, la ricchezza e la forza. Se ciò è vero, bisognerebbe ritenere che l'opinione pubblica corrente sia condizionata a ritenere che la "preda" sia sempre femmina e il "predatore" maschio.
La critica maggiore che è stata fatta al romanzo è che, essendo la voce narrante quella di Barbara Covett, una amica molto legata alla scandalosa Sheba, le motivazioni da lei portate per giustificare il rapporto fra un minore sedicenne ed una adulta quarantenne possano non essere quelle vere.
Premesso che non è detto che l'adulto sia sempre capace di comprendere i motivi che l'abbiano indotto a intraprendere la relazione con un minore, aldilà dell'attrazione fisica, mi sembra che siano convincenti e condivisibili le considerazioni fatte da Barbara Covett per spiegare come e perché fosse nato il rapporto Sheba-Steven. Occorre peraltro analizzare i punti di vista dei tre maggiori protagonisti del romanzo.
Per quanto riguarda il giovane Steven, mi chiedo chi da studente non si sia mai preso una mezza cotta per un insegnante simpatico/a e piacente e non abbia, più o meno consciamente, ipotizzato una relazione con lui/lei. Sheba è descritta come una bella donna dal comportamento un po’ infantile e con quella distinzione innata che viene imputata alle classi sociali alte, peculiarità più sentita nei paesi anglosassoni che da noi. Si distingueva, pertanto, dagli altri insegnanti e dagli studenti della scuola, il cui ceto sociale risultava piuttosto basso. E’ quindi comprensibile che su di lei sorgessero fantasie da parte dei colleghi e dei ragazzi.
Spiegare le motivazioni che abbiano spinto Sheba verso Steven è invece molto più complesso. Bisogna premettere che Sheba, insegnante di ceramica, non aveva polso con gli studenti che si permettevano con lei comportamenti quantomeno discutibili. Quando le capitò di dover gestire un gruppo di turbolenti studenti in punizione fra cui c'era Steven, l’unico ragazzo tranquillo, impegnato nel disegno dove se la cavava piuttosto bene, Sheba si sentì ben disposta verso di lui, tanto più che l’arte era un interesse comune. Steven era un ragazzo di bella presenza -anche se non un Adone-, sempre pulito e che non nascondeva l’ammirazione verso l'insegnante. Sheba si era sposata a diciannove anni con un uomo, suo ex professore, molto più anziano, e la differenza di età fra loro non era molto diversa di quella fra lei e Steven. Lei pensava che il matrimonio le avesse sottratto la propria giovinezza e non si sentiva realizzata. Aiutando Steven a migliorare, le pareva di poter dare un senso alla propria vita, riuscendo a valorizzare un giovane che lei riteneva capace. Lui aveva intuito che per far breccia nel cuore di Sheba doveva suscitare la sua compassione. Per tanto le faceva credere di provenire da un ambiente sociale molto più misero di quanto in realtà non fosse, nascondendole che la madre era laureata ed il padre, ferroviere, fosse una persona colta. Insisteva invece nel dire che veniva picchiato dal padre quando si ubriacava.
Quando per la prima volta Steven cercò di baciarla, lei per diverso tempo fece di tutto per evitarlo e gli disse di non volerlo più vedere, ma poi si accorse di sentirsi apatica senza la sua presenza che le era di stimolo per continuare ad insegnare. Fu così che alla fine cedette e si lasciò coinvolgere totalmente e senza ritegno nella relazione.
Barbara Covett, che è colei che racconta gli avvenimenti, è invece un'insegnante zitella che ha bisogno di riversare il proprio affetto su qualcuno. Si viene a creare quindi un legame quasi morboso tra lei, vecchia insegnante tendente ad imporsi, e Sheba, la giovane insegnante avente bisogno di una persona a cui appoggiarsi.
Sarà proprio Barbara Covett, sentendosi esclusa dalla vita di Sheba, a rivelare ad altri, in un momento di rabbia, la relazione studente-insegnante. E’ a questo proposito che l’autrice lascia al lettore interpretare quanto possa essere affidabile il racconto di una persona possessiva come Barbara. Si possono fare diverse ipotesi: svelare la relazione era stato forse un atto di gelosia da parte della Covett, che ha ritenuto in tal modo di riaffermare il suo potere su Sheba, o si è trattato di una semplice gaffe che ha solo anticipato ciò che prima o poi sarebbe stato in ogni caso scoperto? Fino a che punto Sheba è stata plagiata da Barbara? Di una cosa possiamo essere peraltro certi: che gli uomini sono sempre più bravi ad ingannare se stessi che gli altri.

Giudizio:

+4stelle+ (e mezzo)

Dettagli del libro

  • Titolo: La donna dello scandalo
  • Titolo originale: Notes on a scandal
  • Autore: Zoe Heller
  • Traduttore: Andrea Silvestri
  • Editore: Bompiani
  • Data di Pubblicazione: 2005
  • Collana: Narratori Stranieri
  • ISBN-13: 9788845234262
  • Pagine: 255
  • Formato - Prezzo: Brossura, sovraccoperta - Euro 16,00


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