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1) Come nasce “Un nido di terra per la donna di cristallo”? Da dove hai tratto ispirazione? Diciamoci la verità, i vampiri li avevo rivoltati come pedalini nei due libri presedenti, così li ho messi in soffitta per un po’. Ho pensato “facciamo risuscitare qualche morto”! E così è stato…
2) C'è un personaggio al quale sei particolarmente affezionata? Perché?
Neanche a dirlo, ho amato Byron. Ma quando dico amato, intendo proprio nel vero senso della parola, perché quando io scrivo i personaggi per me sono assolutemente reali, e come non avrei potuto innamorarmi di un uomo che incarna la terra, nei colori del suo aspetto e nel calore della sua anima. Però anche Anita Demidova, la spiritista, mi ha diverito molto!
3) In “Un nido di terra per la donna di cristallo”, il mondo dei morti è profondamente collegato a quello dei vivi: defunti che camminano sulla terra come persone vive e vegete, spettri capaci di controllare la mente umana e sedute spiritiche. Allora mi chiedo: qual'è il tuo rapporto con l'aldilà?
Sono cristiano cattolica, quindi credo fermamente nella resurrezione del corpo e nella vita eterna dell’anima. Ma il crederci non implica certo essere del tutto aliena da preoccupazioni e apprensioni varie che ci affliggono tutti. E poi commetto l’errore di tutti i giovani, ovvero pensare che per me la morte sia lontana anni luce. Ma credo che sia una cosa normale.
4) L'amore di Dorinda e Kuja va al di là dei nostri normali schemi di riferimento. È l'unione tra l'eternità della morte ed una vita che pare essere troppo breve per vivere appieno questo sentimento. É, come tu stessa l'hai definito nel tuo libro, unione di “fede e coraggio”, vera essenza dell'immortalità. Credi che l'amore abbia il potere di donarci la vita, quella vera? Oppure è soltanto un valore aggiunto, un perfezionamento di ciò che già abbiamo?
Se non fossi una romantica di prima categoria, non potrei mai scrivere romanzi di questo tipo. Ma nello stesso tempo, un po’forse controcorrente e contro le aspettative penso che non ci sia una sola persona per ciascuno di noi, insomma non credo alla teoria dell’anima gemella. Credo piuttosto che si verifichino una serie di incontri fortunati e accidentali che mescolano e combinano le nostre sorti, creando magari rapporti di coppia stabili e duraturi.
5) Sei una delle autrici fondatrici delle Bloodies. Mi chiedo che ruolo hanno avuto nella costruzione di questo romanzo?
Le Bloody sono praticamente un metodo di lavoro vivente.Dove le trovi delle amiche che ti dicono chiaro e tondo se il tuo pezzo fa schifo o funziona? Perché se è da buttare nel secchio, loro lo dicono senza pensarci. E’ questa la nostra forza, e devo dire che non tutti sono capaci di sopportare questo metodo.
6) Passiamo ora al tuo modo di vivere la scrittura.. cosa ti spinge?
E’ una forma di liberazione, un faticare con soddisfazione. Sono una mamma che lavora, quindi con infinite attività da svolgere durante la giornata e sono un tipo che deve fare tutto bene. Per forza. Ma la scrittura è la mia valvola di sfogo, come sgonfiare un pallone di tensione alla fine della giornata. Terapeutico insomma.
7) Quando e come preferisci scrivere? Non so, ascoltando musica piuttosto che circondata dal silenzio di uno studio buio..
Guarda, mi piacerebbe davvero poter concentrarmi in uno studio buio e invece…ahimè mi tocca sempre stare in mezzo alla confusione, ma per mia fortuna, scrivo di getto, esce tutto fuori tutto e subito. Pochi, maledetti e subito insomma! Adoro avere accanto al mio pc un’ottima tisana ai frutti rossi mentre scrivo. Insomma, cerco di coccolarmi.
8) C'è un autore o un'autrice che ha giocato un ruolo fondamentale nella tua formazione? Se sì, quale?
Come potrei non nominare la mia compagna di avventure Violet Folgorata, con cui ho condiviso e condivido, ansie entusiasmi e baruffe varie. Autrice anche lei, sempre per Mamma Editori.
9) C'è un consiglio che vorresti dare a chi ha come sogno quello di esprimersi scrivendo? Mai pensare di essere chissachì, stare sempre con i piedi per terra. Ma volere bene a ciò che esce fuori dalle nostre testoline e tenere presente che scriviamo per noi stesse ma anche per emozionare gli altri, quindi il lettore regna sempre sovrano
Un abbraccio a tutte le mie lettrici. Grazie ragazze, vi porto tutte nel cuore.
Grazie Margaret per la collaborazione!
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