Un tempo noi italiani eravamo considerati un popolo di marinai e di amatori, col tempo però le abilità nautiche e amatorie hanno ceduto il passo ad usanze meno nobili ma più efficaci: sarà stato per le continue dominazioni straniere o per la presenza di numerose associazioni di tipo criminale e leggendario, ma è un fatto che il popolo italico abbia cominciato ad avere una certa affinità con le armi da fuoco.
Una caratteristica però, noi italiani, non l’abbiamo persa. Quella di saper sempre trasformare una cosa potenzialmente brutta in una cosa di cui vantarci. E a ragione data la circostanza.
Le recenti Olimpiadi di Londra hanno sancito una netta supremazia italiana con le armi in pugno grazie alle 5 medaglie raccolte dagli atleti tricolore e se anche fosse opportuno pensare prima di sparare (come cantava Fabrizio Moro qualche hanno fa) bisogna ammettere che i nostri alfieri l’hanno pensata proprio bene l’impresa. E l’hanno anche realizzata. Sostituendo il bersaglio umano con quello finto o con un piattello ci si può vantare anche di saper sparare!
Le discipline di tiro, però, sono state e rimangono delle piccole realtà sportive schiacciate dal mondo del pallone (da calcio, da pallavolo, da basket) e dagli sport ciclistici e motoristici, nonostante la loro storia sia nobile e di tutto rispetto.
Ho deciso, quindi, di intervistare l’amico B.C. (ne mantengo l’anonimato per questioni di privacy) che gestisce un poligono e conosce bene il circuito un pò underground del mondo del tiro a bersaglio.
Cominciamo con una domanda ovvia: perché ci si dovrebbe avvicinare alle discipline di tiro?
Ovviamente c’è da considerare il confronto con altri appassionati della disciplina, il dialogo e la crescita dell’esperienza che ne deriva. Poi non bisogna sottovalutare gli effetti positivi che il tiro esercita sulla capacità di concentrarsi e, infine, la sensazione di rilassamento che induce.
Quanto è esteso il circuito di queste discipline a livello provinciale a Ragusa? Quanta gente si appassiona ad esse e in che misura?
Si tratta di un circuito molto frequentato dagli appassionati, molto più amatori che professionisti. Durante i tornei la partecipazione, di solito massiccia, è sensibilmente ridotta, vuoi per gli impegni personali che economici. Di interesse verso il tiro ce ne sarebbe anche tanto ma troppo spesso il costo delle attrezzature e il senso di paura nei confronti dell’arma limita molto l’avvicinamento a questo tipo di sport.