La Recensione
Con La Regina delle Nevi, Joan Vinge ha voluto riproporre l’omonima favola di Andersen ma impostata in chiave fantascientifica. Nell’universo conosciuto e governato dall’Egemonia, fra mondi alieni tecnologicamente avanzati c’è anche un pianeta che vive in un tempo paragonabile al nostro medioevo. Questo è Tiamat, tenuto volutamente arretrato dall’Egemonia per i propri interessi. Tiamat, un mondo prevalentemente marino, è diviso in due zone: quella fredda, abitata dai Winter e governata dalla Regina delle Nevi, affamata della tecnologia che porterebbe il suo regno a essere sullo stesso piano degli altri mondi, e quella calda abitata dai Summer, popolazione più numerosa ed arretrata formata per la maggior parte da pescatori. Ogni centocinquanta anni l’orbita di Tiamat si avvicina alla Stella dell’Estate, un sole che produce sconvolgimenti climatici. Con l’avvicinarsi del grande caldo i Summer emigrano nelle terre dei Winter. La tradizione vuole venga eletta una nuova regina e alla vecchia venga imposto di suicidarsi per affogamento in mare. L’Egemonia ha interesse che la tradizione venga rispettata affinché il cambiamento di regime mantenga inalterata l’arretratezza del pianeta (in pratica, come nel Gattopardo, tutto cambi perché niente cambi) e che dal sangue dei mer (si presume una specie di foche che abitano le acque del mare di Tiamat) possa venire estratto l’elisir di lunga vita, in cambio di quel po’ di tecnologia che l’Egemonia è disposta a concedere. La capacità della Vinge di descrivere mondi alieni, per quanto valida, non è paragonabile a quella di Jack Vance. Anche l'abilità dell’autrice nel tessere intrighi di palazzo non si avvicina a quella di George Martin, maestro in questo genere di cose. Tuttavia ciò che interessava Joan Vinge era raccontare una delicata e struggente storia d’amore, e in questo ha centrato il proprio scopo. Come nella favola, due giovani, Spark e Moon, si dichiarano eterno amore. Ma Moon viene scelta come Sibilla –specie di indovina capace di connettersi a un grande cervello elettronico- e Sparks, sentendosi messo in secondo piano, se ne va in cerca di fortuna a Carbuncle, la capitale dei Winter, dove viene irretito dalla perfida regina. Questa, che non vuole perdere il suo potere al momento della transizione dei Summer, cerca tramite Sparks di far venire presso di sé Moon, che non è altro che un suo clone, perché la sostituisca al momento del suicidio coatto. Brava l’autrice a rendere piacevolmente intrigante la storia dei due giovani amanti che, divisi da un avverso destino, un amore appassionato riuscirà a riunire facendo loro superare tutti gli ostacoli. Fra i due innamorati è Moon che mostra una maggiore determinazione, ed è costretta “multas per gente et multa per aequora vectus” a superare gli ostacoli più ardui per riuscire a ricongiungersi all’amato. Lui appare tutto sommato un debole che si adatta a compiere azioni riprovevoli pur di compiacere la Regina delle Nevi, che si serve di lui per il proprio divertimento e i propri scopi non propriamente etici. Viene riferito dalla critica americana -evidentemente più informata sulla vita privata dei due autori di quanto non lo sia il pubblico italiano- che Joan Vinge avrebbe descritto nel giovane Sparks il proprio marito. Il paragone non è particolarmente lusinghiero per Vernor Vinge, e non stupisce quindi che il matrimonio fra Joan e Vernor si sia concluso con un divorzio.
Giudizio:+3stelle+ (e mezzo)
Articolo di Antonio
Dettagli del libro
- Titolo: La Regina delle Nevi
- Titolo originale: The Snow Queen
- Autore: Joan D.Vinge
- Traduttore: Giuseppe Lippi
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: 1986
- Collana: Altri Mondi
- Pagine: 395
- Formato - Prezzo: Rilegato con sovraccopertina - Lire 18.000