La Recensione
"Come spiegarlo? Come descriverlo? Anche il punto di vista onnisciente lo troverebbe difficile."
Questo il singolare incipt del romanzo, vittima di una sicuramente non voluta ironia: nella mia personale esperienza di lettura, sceglierei queste esatte parole per giudicare un romanzo che, a fronte delle ricche e gustose promesse, risulta ben presto essere un mattone noioso, lento, inconcludente, del tutto privo di organicità, confuso e inspiegabile.Universo incostante è un romanzo di fantascienza dai presupposti visionari: la nostra galassia, la Via Lattea, è suddivisa in quattro zone in cui le leggi della fisica sono diverse. Il nostro sistema solare è inchiodato alla "zona lenta", in cui l'evoluzione tecnologica è vincolata alla "lentezza" della velocità della luce, insuperabile; al contrario, laddove la velocità della luce non presenta alcun ostacolo, l'evoluzione si è sbizzarita, producendo le Potenze, sorta di divinità galattiche/intelligenze superumane. Il ritrovamento di un'antica Potenza, ben presto degenerata in una Perversione (una Potenza maligna) scatena l'intreccio, che si presenta come una storia d'avventura, un romanzo epico, una grande space opera che attraversa la galassia e migliaia di sistemi solari. Peccato che poi l'autore si perde completamente: è un romanzo immenso, pesante, e lentissimo. Si sarebbe potuto scrivere, con lo stesso materiale narrativo, un romanzo di massimo duecento pagine; sarebbe risultato molto più dinamico e avvincente.
Il prologo, a ben vedere, preannuncia un romanzo che poi appare radicalmente diverso. Anche stilisticamente, mi sembra, c'è un abisso tra il prologo e il resto del romanzo: l'autore sembra essere partito da un'idea e aver costruito su di essa una trama completamente distante. Ben presto la storia si arena, il ritmo si rallenta, mentre l'intreccio si divide in due filoni sfilacciati: il monotono viaggio della bibliotecaria Ravna, custode dell'unica arma che possa abbattere la Perversione, e le vicende sul pianeta Artiglio, con la sua particolarissima forma di civiltà senziente. Proprio sul mondo di Artiglio si concentrano i giudizi più entusiasti di questo romanzo (che gode davvero di un altissimo - e per me, inspiegato - gradimento): la civiltà più avanzata è formata da una specie simil-canide, riunita in una società fondata sugli "aggruppi", una coscienza collettiva in cui ogni individuo è formato da un gruppo di quattro fino a otto membri, incapaci di vivere singolarmente. L'idea è effettivamente accattivante, ma, a mio avviso, resa malissimo: occorre circa un centinaio di pagine per recepire chiaramente la struttura degli "aggruppi", rendendo impossibile seguirne le vicende e anche solo memorizzarne i personaggi. Il vero problema è tuttavia la mancata coesione tra le parti, tra i filoni: quello che avrebbe dovuto essere un romanzo da corsa contro il tempo, per salvare la Galassia dalla furia della Perversione, che fagocita pianeta dopo pianeta, si arena, rallentando il ritmo e distraendo il lettore con sub-plot assolutamente ininfluenti nell'intreccio principale. Tale è soprattutto l'insieme delle vicende del pianeta Artiglio, in cui due giovani umani sopravvissuti a un atterraggio di fortuna si ritrovano coinvolti nelle lotte di potere di due regni diversi: il tutto è condito da una povera ambientazione da fantasy medievale e da trovate narrative altrettanto povere e discutibili. Anche il punto di forza principale è screziato da qualche debolezza: se il Trascendente (la zona super-luce extragalattica) diviene scusa per illustrare un universo che si palesa come sistema di memorizzazione delle informazioni (viene da pensare a tutte le teorie cosmologiche che fanno capo all'universo olografico, a Freeman Dyson e via dicendo), la sua realizzazione è fiaccata da trovate ben poco originali (come la Rete galattica che vede i pianeti comunicare tramite... e-mail), che fanno impallidire tutto il romanzo di fronte a un precedente più lontano nel tempo, eppure ancora attualissimo, come L'ulima domanda di Isaac Asimov.Grande delusione, dunque, per un romanzo dalle ottime intenzioni, rimaste tuttavia mal compiute, se non proprio incompiute. Non dubito che l'assegnazione del Premio Hugo abbia voluto premiare gli intenti e l'esplosivo mix di idee, ma di fronte alla sua mediocre realizzazione non si può che dissociarsi.
Giudizio:+2stelle+
Articolo di Tancredi
Dettagli del libro
- Titolo: Universo incostante
- Titolo originale: A fire upon the Deep
- Autore: Vernor Vinge
- Traduttore: G. Zuddas
- Editore: Nord
- Data di Pubblicazione: 2007
- Collana: Biblioteca Cosmo
- ISBN-13: 9788842915102
- Pagine: 545
- Formato - Prezzo: Brossura - 12,00 Euro (fuori catalogo)