Speciale Premio Pulitzer: Amatissima - Toni Morrison

Creato il 25 aprile 2014 da La Stamberga Dei Lettori

Toni Morrison è nata nel 1931 nell’Ohio con il nome di Chloe Anthony Wofford. Dopo una laurea in letteratura inglese alla Howard University, che la porterà a intraprendere con successo una carriera accademica che la porterà anche a Berkley, Yale e Princeton, è stata anche editor per la casa editrice Random House dove si è occupata di narrativa di autori afroamericani. Nel frattempo si è dedicata alla scrittura, portando a compimento una grande mole di racconti e romanzi, che esplora soprattutto il tema della schiavitù e della perdita d'identità, che l’ha portata nel 1970 alla pubblicazione del suo primo romanzo L’occhio più azzurro e nel 1993 al Premio Nobel per la Letteratura.

Nel 1974 è la curatrice dell'antologia The Black Book, per la quale raccoglie numerosi documenti a testimonianza di 300 anni di storia afroamericana. Proprio in quest'occasione si imbatterà nella notizia di cronaca che diede poi voce al suo romanzo più famoso.
Amatissima (Beloved), che ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa nel 1988 battendo Persian Nights di Diane Johnson e Quella notte di Alice McDermott, e poco dopo anche l'American Book Award, è da molti considerato il suo capolavoro.
Cincinnati, Ohio, 1873. Una donna nera, Sethe, vive con la figlia Denver al 124 di Bluestone Road, dove si è rifugiata anni prima con i figli presso la suocera Baby Suggs dopo essere fuggita dal suo passato di schiava in una piantagione nel Kentucky, chiamata "Dolce Casa". Le due donne vivono in completa solitudine e isolamento rispetto al resto della comunità nera di Cincinnati. Anche i due figli maggiori di Sethe, Howard e Buglar, hanno abbandonato la casa prima della morte della nonna a causa delle manifestazioni dello spirito che la infesta e che le donne ritengono essere il fantasma della prima figlia di Sethe, una bambina morta quando era ancora molto piccola. Gli eventi si mettono in moto quando Paul D, un compagno di schiavitù di Sethe alla piantagione si presenta alla loro porta ed esorcizza lo spirito. Pochi giorni dopo fa la sua comparsa sulla soglia di casa una ragazza con un nome misterioso, Amata, lo stesso appellativo che Sethe aveva fatto incidere sulla lapide della bambina.

Recensione

Non era una storia da tramandare.
Si dimenticarono di lei, come si fa con un brutto sogno. Dopo che avevano messo insieme i loro racconti, dopo che gli avevano dato forma e li avevano infiorati, quelli che quel giorno la videro sul portico si dimenticarono di lei in fretta e di proposito. A quelli che avevano parlato con lei, vissuto con lei, che si erano innamorati di lei, ci volle un po’ di più per dimenticare, finché non si resero conto di non riuscire né a ricordare né a ripetere una sola parola di quello che aveva detto e cominciarono a pensare che, a parte quello che era nei loro pensieri, non avesse detto assolutamente niente. Ricordare sembrava poco saggio.

Ispirato alla storia vera di una schiava fuggitiva che nel 1854, dopo aver capito di star per essere ricatturata, uccide la figlioletta per evitare che viva gli orrori della schiavitù, e dedicato agli oltre 60 milioni di neri morti durante la traversata dell’Atlantico sulle navi negriere, il fulcro di Amatissima è costituito dalla memoria, dalla sua repressione da parte dei sopravvissuti, dei "danni collaterali" che un'esperienza così aberrante produce sulla psiche di chi ha vissuto la schiavitù e dei famigliari.

Un romanzo gotico che è anche un romanzo di formazione, in cui i ricordi tornano letteralmente a tormentare gli abitanti del 124 prendendo la forma di una ragazza, Amata, che è contemporaneamente la reincarnazione della figlia bambina di Sethe, uccisa dalla madre per troppo amore, ma anche della madre di lei che aveva affrontato la traversata dall'Africa e di tutti i neri uccisi a causa della schiavitù. Un'entità avida di riconoscimento e affetto, che monopolizza gradualmente l'attenzione della madre e della sorella fino a chiuderle in un bozzolo che le separa da tutti e che è difficilissimo da abbandonare, per senso del dovere e senso di colpa.

I racconti crudi e durissimi dei sopravvissuti costruiscono attraverso il frequente ricorso al flashback un mondo in cui la privazione dell’identità è tale che la vera libertà, più che quella dalle fatiche e dai maltrattamenti, è quella dall'impossibilità di nutrire forti sentimenti e sviluppare reali legami umani. Le donne, viste quasi unicamente come animali da riproduzione, si trovano isolate e alienate nel loro dolore. La vecchia Baby Suggs, riscattata in vecchiaia dal lavoro del figlio che ne ha pagato il prezzo al padrone, per tutta la vita è tormentata dal pensiero dei numerosi figli che ha partorito, ma di cui ignora il destino.

Una volta raggiunto l’Ohio in un viaggio faticosissimo durante il quale mette al mondo la figlia Denver con l'aiuto di una ragazza bianca incontrata per strada, Sethe scopre la possibilità di amare in modo totalizzante i propri figli, fino a giungere alla conclusione che la migliore forma di protezione sia dar loro la morte per impedire che vengano ricatturati dagli schiavisti. Una realtà terribile, raccontata con estrema poesia e con la consapevolezza che è in certe situazioni necessario dimenticare ed esorcizzare i ricordi per poter andare avanti con la propria vita. Desiderio forte, che sembra però in aperto contrasto con il bisogno degli afroamericani di ricordare per riprendere contatto con le proprie origini e riscoprire le storie di questi uomini e queste donne di cui spesso non rimane nulla oppure, come per Amata, non rimane neppure il nome di battesimo, ma soltanto un epigrafe, scolpita sulla pietra delle tombe.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Amatissima
  • Titolo originale: Beloved
  • Autore: Toni Morrison
  • Traduttore: Giuseppe Natale
  • Editore: Sperling & Kupfer
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • Collana: Pickwick
  • ISBN-13: 9788868360931
  • Pagine: 432
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 10,90

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