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Speciale Strega 2014: Il desiderio di essere come tutti - Francesco Piccolo

Creato il 25 giugno 2014 da La Stamberga Dei Lettori
Speciale Strega 2014: Il desiderio di essere come tutti - Francesco PiccoloFrancesco Piccolo, giornalista, scirttore e sceneggiatore, è nato a Caserta nel 1964. Laureato in lettere, da vent'anni vive e lavora a Roma dove collabora con le rubriche culturali di diverse riviste e quotidiani, tra cui l'Unità; inoltre cura il laboratorio di sceneggiatura al D.A.M.S. della terza Università di Roma. Tra le sue numerose esperienze come sceneggiatore ricordiamo la collaborazione con Nanni Moretti per Il Caimano e Habemus Papam e con Paolo Virzì per La prima cosa bella e Il capitale umano.Speciale Strega 2014: Il desiderio di essere come tutti - Francesco PiccoloTra gli autori del programma tv Quello che (non) ho, di Fabio Fazio e Roberto Saviano, nella sua carriera ha scritto diversi romanzi pubblicando sia con Feltrinelli che con Einaudi. Tra essi segnaliamo Diario di uno scrittore senza talento, con cui è arrivato finalista al Premio Calvino nel 1993, Storie di primogeniti e figli unici, grazie al quale ha vinto il Premio Giuseppe Berto e il Premio letterario Piero Chiara, La separazione del maschio (da noi recensito qui), Momenti di trascurabile felicità, e l'ultimo Il desiderio di essere come tutti , con il quale è entrato nella cinquina finalista del Premio Strega di quest'anno.
Speciale Strega 2014: Il desiderio di essere come tutti - Francesco PiccoloI funerali di Berlinguer e la scoperta del piacere di perdere, il rapimento Moro e il tradimento del padre, il coraggio intellettuale di Parise e il primo amore che muore il giorno di San Valentino, il discorso con cui Bertinotti cancellò il governo Prodi e la resa definitiva al gene della superficialità, la vita quotidiana durante i vent'anni di Berlusconi al potere, una frase di Craxi e un racconto di Carver...
Se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all'indietro la strada è ben segnalata, una scia di intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli: il filo dei nostri giorni.
Francesco Piccolo ha scritto un libro anomalo e portentoso, che è insieme il romanzo della sinistra italiana e un racconto di formazione individuale e collettiva: sarà impossibile non rispecchiarsi in queste pagine (per affinità o per opposizione), rileggendo parole e cose, rivelazioni e scacchi della nostra storia personale, e ricordando a ogni pagina che tutto ci riguarda. «Un'epoca - quella in cui si vive - non si respinge, si può soltanto accoglierla».

Recensione

Indicato da tutti come il favorito al Premio Strega di quest'anno, Il desiderio di essere come tutti combina una serie di spunti interessanti a una fastidiosa autoreferenzialità che mi ha spinta più volte a interrogarmi sull'effettivo valore dell'opera e sul suo significato. A lettura terminata ancora fatico a decidere se si tratta di un riassunto critico (e auto-critico) della storia della sinistra italiana degli ultimi quarant'anni oppure della condivisione della propria storia umana e politica o, ancora, di un personalissimo percorso di autoassoluzione
Francesco Piccolo ripercorre la propria vita, dal momento in cui da bambino realizzò di condividere l'esistenza e il destino con migliaia di altri esseri umani a quello in cui si rese conto di sentirsi comunista, legandola a doppio filo agli eventi più salienti della storia italiana quali l'epidemia di colera a Caserta, il rapimento Moro, il fallimento del compromesso storico, Berlinguer, Craxi e Berlusconi.
Filo conduttore è proprio la relazione fra pubblico e privato, la contraddizione costante fra il desiderio di essere come tutti, i compagni di partito e di ideali, gli amici di destra, la famiglia democristiana, e le idee personali, i propri dubbi, le proprie esigenze.

Nel corso della sua riflessione, Piccolo scopre l'acqua calda, ovvero ciò di cui molti elettori di sinistra si sono accorti da tempo (decidendo infatti di abbandonare il partito in cerca di lidi migliori): per troppi anni la sinistra si è arroccata su questioni di principio assolute e avulse dalla realtà in nome di una supposta superiorità morale, del sentirsi unica parte civile del paese (probabile, ma quindi?), orgogliosa di guardare con disprezzo il volgo, il popolo, gli incivili ai quali si avrebbe dovuto tendere una mano e con cui invece si è chiusa ogni possibilità di dialogo.
Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, non fosse che l'autore mescola questa sacrosanta critica con un ragionamento tutto suo, in base al quale se in mezzo a tutti questi dilemmi politici lui per tutta la sua vita si è fatto i fatti suoi, non partecipando ai funerali di Berlinguer pur essendone convinto sostenitore, non aggregandosi ai soccoritori dei terremotati dell'Irpinia, adottando in generale un approccio superficiale verso tutto, l'ha fatto nel pieno diritto di farlo, perché tanto la vita va avanti lo stesso e tanti saluti a tutti.
Chissenefrega, direte voi. E infatti chissenefrega.
L'unico a cui frega qualcosa è Piccolo, che evidentemente sentiva il desiderio di ripulirsi la coscienza, di giustificarsi con il resto del mondo, di dire ai compagni estremisti della sua adolescenza che si rifiutavano di considerarlo vero comunista perché di famiglia borghese che se lui aveva voglia di andare in discoteca con gli amici invece di leggere libri sul marxismo aveva tutto il diritto di farlo, così come ora se lui vuole starsene in Italia invece di sognare l'estero come molti indignati di sinistra ha tutto il diritto di farlo. E ci mancherebbe, ma a noi lettori che importa? C'era bisogno di pubblicare un libro per dirlo? Non aveva più senso aprirsi un blog personale e scriverci un bel post di sfogo?
E in effetti lo stile e il tono sono quelli di un post su un blog, un post lunghissimo, ricco di ripetizioni (ma nessuno l'ha riletto questo libro?) e ulteriormente allungato da pagine di riassunti di trame di film e libri che l'autore utilizza come fonti di similitudini per spiegare la sua posizione, senza capire che basta un accenno al titolo o a una sequenza per rendere l'idea, non ha alcun senso riportare per intero la trama di Come eravamo o L'insostenibile leggerezza dell'essere, se non quello di rovinare la trama a coloro che non li avessero ancora visti o letti.

Ho apprezzato la lucida analisi delle contraddizioni della sinistra italiana, volesse mai che anche rappresentanti del partito cogliessero questa critica, mi sono anche ritrovata in alcuni episodi narrati (quando il padre di Piccolo si ostina a dire che è facile fare i comunisti coi soldi di papà mi sembrava di sentire parlare mio padre), tuttavia l'insistenza con cui lo scrittore ha inserito stralci della sua vita personale non solo non ha aggiunto nulla alla narrazione ma mi è parso un modo un po' rozzo per giustificare anni di ignavia, perché è vero che non si può respingere l'epoca in cui si vive collocandosi con distacco su di un piedistallo, però è altrettanto giusto lottare per cambiare quello che non ci piace, senza dire per tutto chessaràmai .

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Il desiderio di essere come tutti
  • Autore: Francesco Piccolo
  • Editore: Einaudi
  • Data di Pubblicazione: 2014
  • Collana: Supercoralli
  • ISBN-13: 9788806194567
  • Pagine: 261
  • Formato - Prezzo: Copertina rigida - Euro 17,50

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