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Speciale "Tao Te Ching" #5: Le letture della Fenice - RECENSIONE: Tao te Ching

Creato il 16 dicembre 2011 da Lafenice
 
Recensire un testo come il “Tao Te Ching” di Lao Tzu è un'impresa alquanto ardua. Insomma: non si può parlare di ritmo, né di storia, né di lessico o dialoghi.Proprio per questo cercherò di raccontarvi quelle che sono state le mie impressioni leggendolo, le emozioni che ha suscitato in me.
Anzitutto, sono forse troppo dentro al modo di pensare occidentale, così frenetico e votato all'azione, da non riuscire a comprendere (e condividere) fino in fondo il pensiero di Lao Tzu. Ammetto che concetti come quello del Wu-Wei, la non azione che ci permette di dominare l'ego in modo da non agire più in base al nostro interesse diventando quindi un veicolo vuoto per il Tao, mi ha lasciato un po' perplessa. La mia educazione mi ha imposto una forma mentis che mi spinge nella direzione esattamente contraria, equiparando “la non azione” al “vagabondare senza ragione”, portandomi quindi a darle un'accezione negativa.
Un concetto che mi ha trovato, invece, favorevole e contraria al tempo stesso, è quello dell'accontentarsiIl Tao Te Ching recita, al capitolo 44: “una grande passione reclama un alto prezzo, una grande ricchezza implica una perdita ancora più grande. chi sa accontentarsi non sarà disonorato. Chi sa fermarsi non corre pericolo e avrà una vita lunga e felice.”Credo che il progresso di cui un po' tutti beneficiamo, sia figlio di un atteggiamento contrario rispetto a quello che Lao Tzu promuove. L'uomo non si è accontentato, voleva di più e si è adoperato per far si che questo “di più” arrivasse. L'esistenza lunga e felice in molti casi c'è stata ugualmente, anche senza accontentarsi.Ma è anche vero che il progresso non ha introdotto solamente elementi positivi nella nostra vita, anzi. Molto spesso l'ha resa peggiore e, magari, un tantino più pericolosa.Ecco in questo caso avrei preferito un atteggiamento più “equilibrato” tra le due vie: non un'esaltazione del progresso fine a sé stesso, ma nemmeno una negazione di questo movimento che, per forza di cose, ci spinge verso l'alto, verso una condizione per sua natura migliore a quella che viviamo ora.
Tutta la parte riguardante il Tao, invece (quindi la prima sezione) è assolutamente magnetica. Lao Tzu ci insegna a dare senza pretendere nulla in cambio, ci parla di questo straordinario principio creatore che è il Tao che prescinde da ogni divinità o forza celeste e che tutto informa.Ci insegna una delle cose più importanti, una qualità che, purtroppo, pochissimi hanno: l'umiltà.Compiuta l'opera, ritirarsi. Questa è la via del Cielo” ci dice Lao Tzu nel capitolo 9. e così continua, nel capitolo 10 “dare la vita e nutrire, produrre senza possedere, agire senza aspettarsi nulla. Far crescere senza dominare. Questa è la virtù misteriosa”.
La nuova versione edita Armenia del Tao Te Ching è una incredibile summa di saggezza, un modo alternativo di vedere la vita, il mondo, e le relazioni che, giorno dopo giorno, instauriamo con gli altri. È un testo che, per quanto possa essere in alcuni punti discutibile, merita di essere letto e riletto, studiato, compreso.Complimenti anche alla scelta di presentarlo unito ad alcuni splendidi dipinti cinesi, immagini preziose ed interessanti che danno un valore aggiunto alle parole che potete trovare nelle sue pagine!
Bellissimo!
Voto: 4 mele

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