Per chi non ama prendersi troppo sul serio, facciamo una piccola ricerca all'insegna di cinque orrori cinematografici altamente trash che, più comici che spaventosi, potrebbero sistemarvi la notte di Halloween.
Tra cicloni di squali, imitazioni a basso costo di Pacific rim e grottesche invasioni di zombi fronteggiati da Danny Trejo o Ving" Pulp fiction"Rhames, grazie in particolar modo all'operato dell'attivissima Asylum non si può certo lamentare la mancanza di lungometraggi di genere fortemente infarciti di gusto trash per quanto riguarda la produzione cinematografica partorita nei primi quindici anni del terzo millennio.
Ma quante volte, dagli albori della celluloide all'epoca dell'alta definizione, la Settima arte ha avuto modo di popolarsi di più o meno oscuri elaborati che - di sicuro considerati spazzatura dal critico da salottino borghese e che non va oltre il cinema cosiddetto "d'autore" - hanno provveduto a rendere piacevolmente divertenti i pomeriggi di tanti brufolosi studenti o, semplicemente, amici in cerca di svago fuori di testa attraverso low budget cui le assurde idee alla loro base hanno consentito di sorvolare sulla discutibilissima resa tecnica, rendendo paradossalmente ingredienti vincenti i pessimi effetti speciali?
Sarebbe difficilissimo scegliere i cinque migliori esempi che hanno contribuito a fare la storia del filone, ma, sorvolando su esempi fin troppo conosciuti e lodevoli come il Bad taste - Fuori di testa che - con i suoi alieni scesi sulla Terra per trasformare gli esseri umani in hamburger - segnò l'esordio registico del tolkieniano Peter Jackson o Il ritorno dei pomodori assassini di John De Bello, ovvero una delle prime prove d'attore di George Clooney, siamo andati a frugare tra impolveratissime collezioni di pellicole, videocassette e dvd per riesumare cinque titoli che, magari, potrebbero rendere più disgustosamente allegra la vostra notte di Halloween.
5* The killer shrews (1959)
Pensavate di averle viste tutte con i castori zombi di Zombeavers, propinatoci da Jordan Rubin nel 2014?
Allora dovreste tornare indietro di almeno mezzo secolo per scoprire che Ray Kellogg - effettista dalla lunga carriera che ha anche diretto Berretti verdi insieme a John Wayne e Melvyn LeRoy - si era già preoccupato di deliziare il poco esigente pubblico di fine anni Cinquanta con le inaspettate conseguenze di esperimenti attuati da uno scienziato su dei toporagni per trovare una soluzione alla fame nel mondo.
Scienziato interpretato dal Baruch Lumet padre del Sidney autore de La parola ai giurati e Onora il padre e la madre e che, a causa di un'improvvisa tempesta, vede le sue creature cresciute a grandezza di lupo fuggire e cominciare a seminare il terrore sull'isola in cui si svolge la pellicola, girata in bianco e nero.
Ed è uno spasso vederle in azione lasciando tranquillamente avvertire il loro reale aspetto: quello dei cani di famiglia del regista "arricchiti" di pelliccia sintetica e zanne visibilmente finte e posticce.
Rappresentando, paradossalmente, l'unico vero motivo di interesse di un'operazione comunque ritmata e che, assurdamente, ha generato nel 2012 il tardo sequel Return of the killer shrews, diretto da Steve Latshaw e con i mostri realizzati ricorrendo a pessimi effetti digitali.
4* Killer condom (1996)
Se nel 2004 il giapponese Takao Nakano, nel 2004 ci propose una vagina assassina nel sanguinolento Kiseichuu: kiraa pusshii, occidentalmente conosciuto con il titolo Sexual parasite: Killer puss, e, tre anni più tardi, Mitchell Lichtenstein ha sfruttato bene o male la stessa malsana idea per mettere in piedi Denti, un altro insolito eviratore di maschi eccitati precedette tutti facendo la propria apparizione sullo schermo già nella seconda metà degli anni Novanta.
Lo svizzero Martin Waltz, infatti, vantando la consulenza creativa dell'H.R. Giger cui dobbiamo la creatura di Alien ed effetti speciali a cura del tedesco Jörg Buttgereit, autore dei due Nekromantik, porta in scena - partendo dai fumetti del qui sceneggiatore Ralf König - nientemeno che un preservativo provvisto di aguzzi denti e, quindi, propenso a staccare membri.
Preservativo sulle cui tracce si mette il detective omosessuale Luigi Mackeroni alias Udo Samel, impegnato ad indagare proprio su quattro donne accusate di aver staccato a morsi il pene degli uomini con cui stavano condividendo rapporti sessuali, ma che, in realtà, sono innocenti.
Con atmosfera da noir, un forte retrogusto di attacco nei confronti dell'opposizione ai contraccettivi portata avanti dalla chiesa e una delle sequenze cult individuabile nel momento in cui abbiamo una vasca piena di dentati profilattici che sembrano piranha.
3* Delirio (1987)
Mai il titolo italiano si sarebbe potuto rivelare più azzeccato per questo Killing spree, assurdità concepita da un ventenne Tim Ritter sfoggiando una non indifferente dose di dilettantismo e di incapacità di gestire il mezzo tecnico sul set.
Perché non può essere identificata altro che in qualità di autentico delirio la vicenda del grottescamente barbuto Tom Russo alias Asbestos Felt, il quale, tradito dalla ex moglie e, di conseguenza, altamente geloso della nuova compagna, perde letteralmente la testa nel momento in cui s'imbatte nel suo diario, riportante la minuziosa descrizione dei rapporti che la donna sembrerebbe aver consumato con diversi individui che frequentano la casa.
Individui che vanno dal postino al giardiniere, passando per l'elettricista, il tecnico della televisione e perfino il migliore amico del protagonista, il quale non esita a sterminarli uno dopo l'altro, tra decapitazioni eseguite per mezzo delle pale di un ventilatore, falciatrici da giardino e notevoli spargimenti di sangue e frattaglie.
E, se la recitazione risulta davvero definibile tutt'altro che tale, non manca neppure un'anziana ficcanaso che si ritrova con la mandibola strappata via tramite l'utilizzo di un martello; prima che le vittime tornino dall'aldilà in forma di loquaci e vendicativi zombi e che si approdi a uno dei finali più idioti della storia delle immagini in movimento.
2* Il ristorante all'angolo (1987)
Qualcuno, probabilmente, ricorda quel Blood feast che, diretto nel 1963 da Herschell Gordon Lewis, provvide ad inventare lo splatter da grande schermo attraverso l'assurda vicenda di un esperto in cibi esotici interessato ad attuare un banchetto di sangue per riportare in vita la dea Ishtar.
Sebbene lo stesso Lewis ne abbia concepito nel 2002 un sequel, già quindici anni prima la californiana classe 1957 Jackie Kong - regista dell'horror The being e della commedia Pattuglia di notte - aveva pensato bene di riprendere bene o male la stessa storia affrontandola quasi come fosse una continuazione del primo film.
Infatti, ne sono protagonisti due scapestrati fratelli che, intenti a seguire le orme dello zio serial killer e cannibale, il quale li incaricò bambini di proseguire il suo operato prima di essere freddato dalla polizia, gestiscono un ristorante vegetariano ma in realtà dispensatore di piatti a base di carne umana per nascondere il loro reale obiettivo: resuscitare la dea Sheetar sacrificando una vergine ad un corpo costruito assemblando i pezzi di donne immorali, sotto la guida del cervello parlante e con tanto di occhi (!!!) del defunto parente.
Il resto, tra un grassone che vomita contro la clientela del posto, abbondanza di gratuite nudità femminili e una strage finale - con tanto di zombi - nel corso della festa-rito in discoteca, lo fa la non indifferente dose di grottesco splatter massicciamente infarcito di umorismo da parodia. Soprattutto nella versione integrale inedita in Italia, comprendente, tra l'altro, una ridicolissima decapitazione eseguita per mezzo di una scopa.
1* Terror vision - Visioni del terrore (1986)
Prodotto dalla mitica Empire pictures del re dei b-movie Charles Band, è uno dei primi lungometraggi diretti da Ted Nicolaou, tecnico del suono in Non aprite quella porta di Tobe Hooper, nonché regista nel 2014 del documentario new age Finding happiness - Vivere la felicità.
Evidente omaggio alla fantascienza di serie b degli anni Cinquanta, si concentra su una grottesca famiglia americana che, tra genitori scambisti (il Gerrit Graham de Il fantasma del palcoscenico e la Mary Woronov di Anno 2000 - La corsa della morte), figlia fidanzata con metallaro (la Diane Franklin di Amityville possession e il Jon Gries di Io vi troverò) e immancabile ragazzino intelligente spalleggiato da simpaticissimo nonno (Chad Allen e il compianto Bert Remses), si ritrova in casa una tanto mostruosa quanto pericolosa creatura aliena attirata dal segnale extraterrestre captato dall'antenna satellitare appena installata.
Mostruosa creatura che è, in realtà, un animale domestico di Plutone e che, capace di usare come burattini le teste delle proprie vittime, si pone al centro di un coloratissimo spettacolo volto tutt'altro che a prendersi sul serio; con tanto di sexy horror star televisiva probabilmente ispirata alla Vampira dei film di Ed Wood che accorre in aiuto dei protagonisti.
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